La Provvidenza
"Questa vedova, così povera, … ha dato tutto quello che aveva, tutto quanto aveva per vivere" … e noi ci fidiamo di Dio? Crediamo che Dio è Provvidenza?
Crediamo che Dio pensa a noi più di quanto noi pensiamo a noi stessi?
È chiaro che ci vengono in mente più di mille ragionamenti per giustificare il nostro “non dare tutto” … anzi forse non abbiamo il coraggio neanche di dare il superfluo!
Posso testimoniare che in questi tre anni che ho vissuto in Brasile la Provvidenza non è mai venuta meno.
Mi piace anche portare queste testimonianze di Giuseppe Butturini: « Come fidarci di Dio, non a parole, ma con fatti concreti? Domande per un verso più che comprensibili e legittime, ma per un altro senza memoria, perché dimentiche di una serie di ricordi o meglio di fatti che hanno segnato la mia e la nostra vita. Eccone alcuni, quasi dei memoriali che invitano alla speranza e a rimettere la nostra causa al Buon Dio.
Il papà che dice alla mamma angosciata perché il sacco della farina era alla fine: “Tu non guardare e prendi ogni giorno la farina necessaria per fare il pane e vedrai che non verrà meno”. Eravamo ai primi del gennaio 1945 e la farina non venne meno. Molti e molti anni dopo, con tutta la famiglia – cinque figli e con la mamma incinta – eravamo in viaggio verso Tromso come famiglia missionaria.
Tromso è una città della Norvegia a 800 km sopra il circolo polare artico. A mezzanotte del 24 maggio 1988 arriviamo a Monaco. Come andare in via San Tommaso N.ro 1 per passare la notte? Gira e rigira, nulla da fare. Più che preoccupati ci fermiamo. Ci accosta una macchina. Dove andate? Ci chiede in inglese il conducente, la sola lingua in cui qualcosa balbettavo. Diamo la via. Seguiteci. Ho ancora davanti agli occhi la segnaletica con il nome della via san Tommaso N.ro 1, le luci accese alla casa che faceva angolo con una donna alla finestra.
Ma come avete fatto ad arrivare, domanda la signora. Raccontiamo: una macchina di sconosciuti ci ha portato qui, fermandosi davanti alla sua casa.
No! davanti a voi non c’era nessuna macchina. C’era solo la vostra.
Chi guidava quella macchina? Qualcosa di simile l’anno scorso, il 2 novembre. Mezzo metro d’acqua in casa, al piano terra, per tre giorni. Devastazione. «Dov’è il tuo Dio» sembrava sussurrare dentro una voce.
È questa la ricompensa per voi che a metà ottobre avete dato la vostra sala più grande ad un vicino il cui laboratorio si era incendiato; il suo era l’unico lavoro e aspettava il secondo figlio. Il fatto non ci tolse la pace e neppure la gioia di aver dato in comodato l’appartamento. Nella nostra vita di ogni giorno era presente Uno che sapeva il fatto suo, Uno che sempre ama”. Tutta l’opera del nostro Fondatore è un inno alla Provvidenza Buona settimana!
Padre Gian Carlo
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