Quando il parroco cambia
Tempo di cambi, quindi, traslochi, non solo di mobili e libri, ma di addii e nuove partenze. Ma quale significato dare a questi eventi che accompagnano periodicamente e costantemente la vita delle comunità? Come viverli nella fede e non solo come notizia che stimola la curiosità o, spesso, il pettegolezzo ecclesiastico?
Ogni distacco ha una duplice dimensione. È fonte di sofferenza, perché infrange alcune relazioni umane. Il prete che per anni è pastore di una comunità impara ad amarla, a costruire legami con le persone, a volte anche di bella familiarità e perfino di amicizia. Crea rapporti con l’ambiente, con le autorità civili che lo governano, perfino con le strutture: le opere parrocchiali che ha contribuito a restaurare per il servizio alla comunità e la sua casa – la canonica – che è diventata negli anni, in un certo senso, un prolungamento della sua umanità, del suo modo di porsi in rapporto con la gente. Soprattutto con la sua chiesa, dove ogni domenica per anni ha radunato i fedeli per celebrare l’Eucaristia.
Il cambiamento di parrocchia è il segno più eloquente della provvisorietà che tutte queste realtà umanamente importanti ed arricchenti hanno per la vita del prete. La rinuncia a queste cose fa male se il prete è un uomo autentico e come tale consapevole che la grazia del Signore non può che passare attraverso i colori e le sfumature della sua umanità.
Ma la rinuncia – dover ‘tagliare’ per ‘ripartire’ altrove – è anche la radice della sua identità di apostolo del Regno di Dio. Ecco allora il secondo e più importante significato del ‘distacco’: è il segno tangibile e concreto della sua appartenenza al Signore.
La verità è che il prete non ‘si appartiene’ e non ‘appartiene’ alla sua gente se non per fede. Se per un breve o lungo tratto della vita ha avuto come compagna di cammino una comunità storicamente determinata sa che non è per sempre perché egli appartiene a Dio e in Lui conosce, ama e accoglie gli uomini.
È dilatazione dell’Eucaristia, il dono della vita di Gesù, che celebra ogni giorno per la sua gente. In quanto uomo, soffre quando deve dire ‘addio’, ma questa sofferenza si trasforma in straordinaria libertà interiore. Davvero strana e bella è la vita del prete: chiamato ad amare le persone di cui è pastore ad una ad una, amarle fino in fondo, ma amarle gratuitamente, senza legarsi ad esse. Amarle nell’amore di Dio. In questo amore, sostenuto e sostanziato dalla scelta del celibato e all’obbedienza, si riflette almeno un poco l’amore libero e gratuito del Signore. Solo per questo motivo il prete, dopo che ha pianto per la sofferenza del distacco, trova la gioia di rimettersi al lavoro, la forza di ricominciare.
Scopre la capacità di rinnovarsi, di convertirsi ancora e mantenersi, anche se passano gli anni, nella perenne giovinezza di chi appartiene all’eternità di Dio.
Alle comunità il passaggio di un sacerdote lascia comunque un segno: spesso è una memoria di bene, a volte è memoria di fatica e dolore. Nel bene e nel male resteranno per sempre radicate in lui e nei tanti che ha incontrato e, anche a distanza di anni, il ricordo nutrirà la sua e la loro fede plasmandone inevitabilmente la vita.
Padre Gian Paolo
Testimonianza di Gloria Polo
Testimonianza di Gloria Polo, medico dentista colombiano che ha vissuto la sconvolgente esperienza della vista dell'aldilà durante un periodo di coma ed è stata rimandata sulla terra per raccontarlo al mondo. Agisce su mandato del vescovo di Bogotà
Gloria Polo a Latina. Colei che si è trovata alle porte del cielo e dell'inferno a seguito di un mortale incidente durante lo stato di coma irreversibile. Racconta tutto quello che succede quando ci troveremo al cospetto di Dio nel giudizio particolare e tutto quello di cui una persona in coma ha percezione… Un'esperienza unica al mondo, una testimonianza che ha cambiato tante vite, un evento assolutamente da non perdere. Appuntamento Martedì 11 Settembre, ore 19:30, Parrocchia san Michele Arcangelo, borgo san Michele Latina.
Leggete la sua storia straordinaria: Gloria Polo – Dall'illusione alla verità, potete inoltre ascoltate i file MP3 oppure guardare il video integrale dell'incontro sul sito della Parrocchia San Michele.
Santa Maria Goretti
Il martirio
Sono le prime ore pomeridiane del 5 luglio 1902. Le famiglie Serenelli e Goretti sono intente alla trebbiatura delle fave. Sui covoni, distesi per terra, circolano due carri (le caratteristiche "barozze"), trainati ciascuno da un paio di buoi. Uno dei carri è guidato da Angelo Gorretti, l'altro da Alessandro. Altri tre, dei figli di Assunta, si divertono ad osservare e a salire di tanto in tanto sui carri. Giovanni Serenelli è disteso su una balla di fieno ai piedi della scala di casa, perché malato di malaria.
Grest 2012
Mc 9,37 «Chi accoglie uno solo di questi bambini nel mio nome, accoglie me; e chi accoglie me, non accoglie me, ma colui che mi ha mandato»
Ritiro adulti 23-25 Giugno 2012
Lo scorso weekend, 23-25 Giugno, il gruppo adulti di Azione Cattolica della parrocchia si è recato a Cori presso il Santuario della Madonna del Soccorso per svolgere l’annuale ritiro spirituale.
Il tema centrale della riflessione di questi giorni è stato “L’ Eucarestia fonte e culmine di tutto”, affrontato in modo particolare nella giornata di sabato, giornata di spiritualità, grazie alla lectio di Padre Paolo effettuata in mattinata. Il brano di riferimento della riflessione è stato Lc 22, 14-27, la sua lectio ci invitava a riflettere sul vero significato e valore dell’eucarestia; Cristo offrendo il suo corpo in sacrificio per noi si fa nostro servo e noi mangiando il suo corpo diveniamo servitori del nostro prossimo, il grande Amore che abbiamo ricevuto con questo grande gesto ci spinge ad essere grati e a donare la nostra vita agli altri.
Invece, nella giornata di domenica il gruppo si è concentrato maggiormente sull’anno appena trascorso e attraverso una verifica personale e di gruppo si è cercato d’individuare le cose positive e quelle che al contrario dovrebbero essere migliorate. Il ritiro si è concluso con la Santa Messa celebrata da Padre Paolo e con una bella foto ricordo di questi giorni.
È stata un’esperienza veramente bella e arricchente sia per quanto riguarda la nostra fede e l’incontro con il Signore, che ogni giorno ci invita a celebrare la sua Pasqua con lui, sia per i momenti di convivialità vissuti insieme con gioia e semplicità.
Commenti recenti