Giovedì santo
Il Giovedì santo è il giovedì precedente la Pasqua. È il giorno dell'Ultima Cena di Gesù con i suoi apostoli, quando Cristo istituì l'Eucaristia e il Sacerdozio Ministeriale, e diede l'esempio dello stile di servizio attraverso il gesto della Lavanda dei Piedi. È anche il giorno del tradimento di Giuda.
Domenica delle palme 2015
Domenica delle palme
Nel calendario liturgico cattolico la Domenica delle palme è celebrata la domenica precedente alla festività della Pasqua. Con essa ha inizio la settimana santa ma non termina la quaresima, che finirà solo con la celebrazione dell'ora nona del giovedì santo, giorno in cui, con la celebrazione vespertina si darà inizio al sacro triduo pasquale.
Nella forma ordinaria del rito romano essa è detta anche domenica De Passione Domini (della passione del Signore). Nella forma straordinaria la domenica di Passione si celebra una settimana prima, perciò la Domenica delle palme è detta anche "seconda domenica di passione".
Questa festività è osservata non solo dai cattolici, ma anche dagli ortodossi e dai protestanti.
In questo giorno la Chiesa ricorda il trionfale ingresso di Gesù a Gerusalemme in sella ad un asino, osannato dalla folla che lo salutava agitando rami di palma (cfr. Gv 12,12-15). La folla, radunata dalle voci dell'arrivo di Gesù, stese a terra i mantelli, mentre altri tagliavano rami dagli alberi intorno, e agitandoli festosamente gli rendevano onore.
Celebrazione liturgica
In ricordo di questo, la liturgia della Domenica delle palme, si svolge iniziando da un luogo al di fuori della chiesa dove si radunano i fedeli e il sacerdote benedice i rami di ulivo o di palma che sono portati dai fedeli, quindi si dà inizio alla processione fin dentro la chiesa. Qui giunti continua la celebrazione della messa con la lunga lettura della Passione di Gesù. Il racconto della Passione viene letto da tre persone che rivestono la parte di Cristo (letta dal sacerdote), dello storico e del popolo. In questa Domenica il sacerdote, al contrario di tutte le altre di quaresima (tranne la quarta in cui può indossare paramenti rosa) è vestito di rosso.
Tradizioni
Generalmente i fedeli portano a casa i rametti di ulivo e di palma benedetti, per conservarli quali simbolo di pace, scambiandone parte con parenti e persone amiche. In alcune regioni, si usa che il capofamiglia utilizzi un rametto, intinto nell’acqua benedetta durante la veglia pasquale, per benedire la tavola imbandita nel giorno di Pasqua.
Due Papi Santi sulle vetrate
Inaugurazione di due nuove vetrate poste alle spalle dell’altare maggiore, dove sono state inserite le immagini dei due Papi proclamati Santi da Papa Francesco (Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II).
Durante la cerimonia presieduta da padre Valeriano, erano presenti il sindaco Eligio Tombolillo, L’ingegner Giuliano Mazzaglia, Claudio Galeazzi e il maestro d’arte Franco Turco.
Festa del Ringraziamento 2014
«Coltivare la terra in forme sostenibili, per nutrire il pianeta con cuore solidale»; «adottare comportamenti quotidiani basati sulla sobrietà e la salubrità nel consumo del cibo»; «rendere grazie a Dio e ai fratelli» per il dono «che ogni giorno riceviamo dalla terra e dal lavoro dell’uomo, in modo tale da tutelarli anche per le prossime generazioni». Sono le «scelte» indicate dalla Commissione Cei per i problemi sociali e il lavoro, la giustizia e la pace, nel messaggio per la 64ª Giornata nazionale del ringraziamento (9 novembre 2014).
Festa sport & solidarietà – cerimonia di chiusura
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In ricordo di LUCA
Con la Santa Messa celebrata in ricordo di Luca Violo, si è conclusa la cerimonia della “Festa dello sport & della solidarietà”.
Le due giornate dedicate all’evento tenutosi nel parco “Baden Powell” dell’oratorio, hanno visto la partecipazione di molte persone soprattutto giovani venuti anche da fuori.
Si ringraziano tutti e coloro che hanno contribuito fattivamente alla riuscita dell’evento, padre Valeriano e padre Nicola, per aver messo a disposizione gli spazi oratoriali.
Grazie a tutti!!!
Festività di Sant’Anna a Pontinia
La madre della Vergine, è titolare di svariati patronati quasi tutti legati a Maria; poiché portò nel suo grembo la speranza del mondo, il suo mantello è verde, per questo in Bretagna dove le sono devotissimi, è invocata per la raccolta del fieno; poiché custodì Maria come gioiello in uno scrigno, è patrona di orefici e bottai; protegge i minatori, falegnami, carpentieri, ebanisti e tornitori.
Perché insegnò alla Vergine a pulire la casa, a cucire, tessere, è patrona dei fabbricanti di scope, dei tessitori, dei sarti, fabbricanti e commercianti di tele per la casa e biancheria.
È soprattutto patrona delle madri di famiglia, delle vedove, delle partorienti, è invocata nei parti difficili e contro la sterilità coniugale.
Il nome di Anna deriva dall’ebraico Hannah (grazia) e non è ricordata nei Vangeli canonici; ne parlano invece i vangeli apocrifi della Natività e dell’Infanzia, di cui il più antico è il cosiddetto “Protovangelo di san Giacomo”, scritto non oltre la metà del II secolo.
Questi scritti benché non siano stati accettati formalmente dalla Chiesa e contengono anche delle eresie, hanno in definitiva influito sulla devozione e nella liturgia, perché alcune notizie riportate sono ritenute autentiche e in sintonia con la tradizione, come la Presentazione di Maria al tempio e l’Assunzione al cielo, come il nome del centurione Longino che colpì Gesù con la lancia, la storia della Veronica, ecc.
Il “Protovangelo di san Giacomo” narra che Gioacchino, sposo di Anna, era un uomo pio e molto ricco e abitava vicino Gerusalemme, nei pressi della fonte Piscina Probatica; un giorno mentre stava portando le sue abbondanti offerte al Tempio come faceva ogni anno, il gran sacerdote Ruben lo fermò dicendogli: “Tu non hai il diritto di farlo per primo, perché non hai generato prole”.
Gioacchino ed Anna erano sposi che si amavano veramente, ma non avevano figli e ormai data l’età non ne avrebbero più avuti; secondo la mentalità ebraica del tempo, il gran sacerdote scorgeva la maledizione divina su di loro, perciò erano sterili.
L’anziano ricco pastore, per l’amore che portava alla sua sposa, non voleva trovarsi un’altra donna per avere un figlio; pertanto addolorato dalle parole del gran sacerdote si recò nell’archivio delle dodici tribù di Israele per verificare se quel che diceva Ruben fosse vero e una volta constatato che tutti gli uomini pii ed osservanti avevano avuto figli, sconvolto non ebbe il coraggio di tornare a casa e si ritirò in una sua terra di montagna e per quaranta giorni e quaranta notti supplicò l’aiuto di Dio fra lacrime, preghiere e digiuni.
Anche Anna soffriva per questa sterilità, a ciò si aggiunse la sofferenza per questa ‘fuga’ del marito; quindi si mise in intensa preghiera chiedendo a Dio di esaudire la loro implorazione di avere un figlio.
Durante la preghiera le apparve un angelo che le annunciò: “Anna, Anna, il Signore ha ascoltato la tua preghiera e tu concepirai e partorirai e si parlerà della tua prole in tutto il mondo”.
Così avvenne e dopo alcuni mesi Anna partorì. Il “Protovangelo di san Giacomo” conclude: “Trascorsi i giorni necessari si purificò, diede la poppa alla bimba chiamandola Maria, ossia ‘prediletta del Signore’”.
Altri vangeli apocrifi dicono che Anna avrebbe concepito la Vergine Maria in modo miracoloso durante l’assenza del marito, ma è evidente il ricalco di un altro episodio biblico, la cui protagonista porta lo stesso nome di Anna, anch’ella sterile e che sarà prodigiosamente madre di Samuele.
Gioacchino portò di nuovo al tempio con la bimba, i suoi doni: dieci agnelli, dodici vitelli e cento capretti senza macchia.
L’iconografia orientale mette in risalto rendendolo celebre, l’incontro alla porta della città, di Anna e Gioacchino che ritorna dalla montagna, noto come “l’incontro alla porta aurea” di Gerusalemme; aurea perché dorata, di cui tuttavia non ci sono notizie storiche.
I pii genitori, grati a Dio del dono ricevuto, crebbero con amore la piccola Maria, che a tre anni fu condotta al Tempio di Gerusalemme, per essere consacrata al servizio del tempio stesso, secondo la promessa fatta da entrambi, quando implorarono la grazia di un figlio.
Dopo i tre anni Gioacchino non compare più nei testi, mentre invece Anna viene ancora menzionata in altri vangeli apocrifi successivi, che dicono visse fino all’età di ottanta anni, inoltre si dice che Anna rimasta vedova si sposò altre due volte, avendo due figli la cui progenie è considerata, soprattutto nei paesi di lingua tedesca, come la “Santa Parentela” di Gesù.
Il culto di Gioacchino e di Anna si diffuse prima in Oriente e poi in Occidente (anche a seguito delle numerose reliquie portate dalle Crociate); la prima manifestazione del culto in Oriente, risale al tempo di Giustiniano, che fece costruire nel 550 ca. a Costantinopoli una chiesa in onore di s. Anna.
L’affermazione del culto in Occidente fu graduale e più tarda nel tempo, la sua immagine si trova già tra i mosaici dell’arco trionfale di S. Maria Maggiore (sec. V) e tra gli affreschi di S. Maria Antiqua (sec. VII); ma il suo culto cominciò verso il X secolo a Napoli e poi man mano estendendosi in altre località, fino a raggiungere la massima diffusione nel XV secolo, al punto che papa Gregorio XIII (1502-1585), decise nel 1584 di inserire la celebrazione di s. Anna nel Messale Romano, estendendola a tutta la Chiesa; ma il suo culto fu più intenso nei Paesi dell’Europa Settentrionale anche grazie al libro di Giovanni Trithemius “Tractatus de laudibus sanctissimae Annae” (Magonza, 1494).
Gioacchino fu lasciato discretamente in disparte per lunghi secoli e poi inserito nelle celebrazioni in data diversa; Anna il 25 luglio dai Greci in Oriente e il 26 luglio dai Latini in Occidente, Gioacchino dal 1584 venne ricordato prima il 20 marzo, poi nel 1788 alla domenica dell’ottava dell’Assunta, nel 1913 si stabilì il 16 agosto, fino a ricongiungersi nel nuovo calendario liturgico, alla sua consorte il 26 luglio.
Artisti di tutti i tempi hanno raffigurato Anna quasi sempre in gruppo, come Anna, Gioacchino e la piccola Maria oppure seduta su una alta sedia come un’antica matrona con Maria bambina accanto, o ancora nella posa ‘trinitaria’ cioè con la Madonna e con Gesù bambino, così da indicare le tre generazioni presenti.
Dice Gesù nel Vangelo “Dai frutti conoscerete la pianta” e noi conosciamo il fiore e il frutto derivato dalla annosa pianta: la Vergine, Immacolata fin dal concepimento, colei che preservata dal peccato originale doveva diventare il tabernacolo vivente del Dio fatto uomo.
Dalla santità del frutto, cioè di Maria, deduciamo la santità dei suoi genitori Anna e Gioacchino.
Corpus Domini 2014
CORPUS DOMINI
La solennità cattolica del Corpus Domini (Corpo del Signore) chiude il ciclo delle feste del dopo Pasqua e vuole celebrare il mistero dell’Eucaristia.La sua istituzione si deve ad una suora che nel 1246 per prima volle celebrare il mistero dell’Eucaristia in una festa slegata dal clima di mestizia e lutto della Settimana Santa. Il suo vescovo approvò l’idea e la celebrazione dell’Eucaristia divenne una festa per tutto il compartimento di Liegi, dove il convento della suora si trovava.
Qualche anno dopo, nel 1263, un sacerdote mise in discussione il valore della celebrazione dell’Eucaristia, ma durante la funzione che stava officiando l’Ostia benedetta sanguinò e gocce di sangue caddero sul bianco corporale di lino.
Il corporale fu portato a Orvieto, nel cui Duomo ancora oggi è custodito. Venuto a conoscenza dell’accaduto Papa Urbano IV istituì ufficialmente la festa del Corpus Domini estendendola dalla circoscrizione di Liegi a tutta la cristianità.
La data della sua celebrazione fu fissata nel giovedì seguente la prima domenica dopo la Pentecoste.
Attualmente il rito viene celebrato la Domenica successiva.
Ad ecezzione della Chiesa di rito Ambrosiano che che col nuovo lezionario l’ha ripristinata al Giovedì.
Durante la festa del Corpus Domini si svolgono solenni processioni in cui viene mostrata pubblicamente e solennemente l’Eucaristia ai fedeli.
“Avventuriamoci” 21/22 Giugno 2014 Gruppo FSE Pontinia
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AVVENTURIAMOCI
Il gruppo scout FSE di Pontinia,ha organizzato presso la piazza del Cinquantenario, la vita da campo, creando tutte le condizioni per far vivere o far rivivere l'esperienza di uno scout.
Giovedì Santo 2014
Giovedì Santo è il momento cruciale della vita liturgica: nell’arco di una giornata, la Chiesa contempla l’ultima aurora del tempo quaresimale e il tramonto del primo giorno del Triduo pasquale (triduo significa “tres dies”, ossia tre giorni (Giovedì, Venerdì e Sabato Santo)) che ci conducono verso la Pasqua, il giorno della Resurrezione, in cui trionfa la speranza seppur passando, nei giorni precedenti, attraverso la triste memoria della Croce.
Carnevale in Oratorio 2014
Bellissima festa organizzata dagli educatori dei gruppi Scout e Azione Cattolica. Molti i ragazzi in maschera che hanno partecipato, e molti i genitori presenti.
Un grazie particolare agli educatori che hanno organizzato l'evento e a padre Valeriano che ha messo a disposizione la sala dell'Oratorio.
Arrivederci al prossimo Carnevale.
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