Giovedì santo 2017
Con il Giovedì Santo si conclude la Quaresima, iniziata con il Mercoledì delle Ceneri, e con essa finisce anche il digiuno penitenziale. Con la messa vespertina “in Coena Domini” inizia il Triduo pasquale, ossia i tre giorni nei quali si commemora la Passione, Morte e Risurrezione di Gesù, che ha il suo fulcro nella solenne Veglia pasquale e si conclude con i secondi vespri della Domenica di Pasqua.
LA LAVANDA DEI PIEDI SIMBOLO DI OSPITALITÀ
Il Vangelo di Giovanni, al capitolo 13, racconta l'episodio della lavanda dei piedi. Gesù «avendo amato i suoi che erano nel mondo, li amò sino alla fine», e mentre il diavolo già aveva messo nel cuore di Giuda Iscariota, il proposito di tradirlo, Gesù si alzò da tavola, depose le vesti e preso un asciugatoio se lo cinse attorno alla vita, versò dell’acqua nel catino e con un gesto inaudito, perché riservato agli schiavi ed ai servi, si mise a lavare i piedi degli Apostoli, asciugandoli poi con l’asciugatoio di cui era cinto.
Bisogna sottolineare che a quell’epoca si camminava a piedi su strade polverose e fangose, magari sporche di escrementi di animali, che rendevano i piedi, calzati da soli sandali, in condizioni immaginabili a fine giornata. La lavanda dei piedi era una caratteristica dell’ospitalità nel mondo antico, era un dovere dello schiavo verso il padrone, della moglie verso il marito, del figlio verso il padre e veniva effettuata con un catino apposito e con un “lention” (asciugatoio) che alla fine era divenuto una specie di divisa di chi serviva a tavola.
Quando fu il turno di Simon Pietro, questi si oppose al gesto di Gesù: “Signore tu lavi i piedi a me?” e Gesù rispose: “Quello che io faccio, tu ora non lo capisci, ma lo capirai dopo”; allora Pietro che non comprendeva il simbolismo e l’esempio di tale atto, insisté: “Non mi laverai mai i piedi”. Allora Gesù rispose di nuovo: “Se non ti laverò, non avrai parte con me” e allora Pietro con la sua solita impulsività rispose: “Signore, non solo i piedi, ma anche le mani e il capo!”. Questa lavanda è una delle più grandi lezioni che Gesù dà ai suoi discepoli, perché dovranno seguirlo sulla via della generosità totale nel donarsi, non solo verso le abituali figure, fino allora preminenti del padrone, del marito, del padre, ma anche verso tutti i fratelli nell’umanità, anche se considerati inferiori nei propri confronti.
Fonte: Famiglia Cristiana
Domenica delle Palme 2017
Con questa festa si ricorda l'ingresso trionfale di Gesù a Gerusalemme accolto dalla folla che lo acclama come re agitando fronde e rami presi dai campi. Una tradizione legata alla ricorrenza ebraica di Sukkot durante la quale i fedeli salivano in pellegrinaggio al tempio di Gerusalemme portando un mazzetto intrecciato di palme, mirto e salice.
La liturgia della Domenica delle Palme, si svolge iniziando da un luogo adatto al di fuori della chiesa; i fedeli si radunano e il sacerdote benedice i rami di ulivo o di palma, che dopo la lettura di un brano evangelico, vengono distribuiti ai fedeli, quindi si dà inizio alla processione fin dentro la chiesa. Qui giunti continua la celebrazione della Messa, che si distingue per la lunga lettura della Passione di Gesù, tratta dai Vangeli di Marco, Luca, Matteo, secondo il ciclico calendario liturgico; il testo della Passione non è lo stesso che si legge nella celebrazione del Venerdì Santo, che è il testo del Vangelo di San Giovanni.
Il racconto della Passione viene letto alternativamente da tre lettori rappresentanti: il cronista, i personaggi delle vicenda e Cristo stesso. Esso è articolato in quattro parti: l’arresto di Gesù; il processo giudaico; il processo romano; la condanna, l’esecuzione, morte e sepoltura.
Al termine della Messa, i fedeli portano a casa i rametti di ulivo benedetti, conservati quali simbolo di pace, scambiandone parte con parenti ed amici. Si usa in molte regioni, che il capofamiglia utilizzi un rametto, intinto nell’acqua benedetta durante la veglia pasquale, per benedire la tavola imbandita nel giorno di Pasqua.
Visita pastorale Card. Renato Raffaele Martino
Il Cardinale Renato Raffaele Martino, Presidente emerito del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace e Presidente emerito del Pontificio Consiglio della Pastorale per i Migranti e gli Itineranti, è nato a Salerno (Italia), il 23 novembre 1932.
È stato ordinato sacerdote il 20 giugno 1957 e ha conseguito la Laurea in Diritto Canonico. È entrato nella diplomazia vaticana nel 1962 ed ha lavorato nelle Nunziature di Nicaragua, Filippine, Libano, Canada e Brasile. Tra il 1970 e il 1975 è stato responsabile della Sezione per le Organizzazioni internazionali della Segreteria di Stato.
Il 14 settembre 1980 è stato nominato Arcivescovo titolare di Segerme e Pro-Nunzio in Thailandia, Delegato Apostolico in Singapore, Malaysia, Laos e Brunei, ricevendo l'ordinazione episcopale il 14 dicembre dello stesso anno dalle mani dell'allora Segretario di Stato, Cardinale Agostino Casaroli, nella Basilica romana dei Santi Dodici Apostoli.
Nel 1986 ha ricevuto l'incarico di Osservatore Permanente della Santa Sede alle Nazioni Unite di New York. È stato il terzo ecclesiastico a ricoprire questo alto mandato, dopo Mons. Alberto Giovanetti e l'Arcivescovo, poi Cardinale, Giovanni Cheli. In questa veste ha partecipato attivamente alle maggiori Conferenze internazionali promosse dall'ONU, in particolare a New York (USA) nel 1990 al Summit mondiale sull'infanzia; a Rio de Janeiro (Brasile) nel 1992 al Vertice su ambiente e sviluppo; nel 1994 alle Barbados alla Conferenza sui piccoli Stati insulari in via di sviluppo, e nello stesso anno al Cairo (Egitto) alla Conferenza su Popolazione e Sviluppo; a Pechino (Cina) nel 1995 per la Conferenza sulle donne; a Istanbul (Turchia) nel 1996 a quella sull'Habitat; a Roma nel 1998 alla Conferenza diplomatica dei plenipotenziari per l'istituzione della Corte Penale Internazionale; a New York nel 2000 per il summit del Millennio; a Monterrey (Messico) nel 2002 alla Conferenza sul finanziamento per lo sviluppo. Ancora nel 2002 a Madrid (Spagna) all'Assemblea sugli anziani e, sempre nello stesso anno, a Johannesburg (Sud Africa) alla Conferenza sullo sviluppo sostenibile. Notevole eco poi hanno avuto costantemente i suoi numerosi interventi alle Assemblee dell'ONU dal 1987 al 2002, trattando i più disparati argomenti, dal disarmo allo sviluppo, dalla povertà alla difesa dei diritti dei minori, dalla Palestina ai rifugiati, alla libertà religiosa e alla promozione dei diritti umani. Nel 1991, nell'ambito delle sue funzioni alle Nazioni Unite, ha istituito la «Path to Peace Foundation» allo scopo di sostenere e potenziare le iniziative della Missione della Santa Sede all'ONU.
Dopo sedici anni passati alle Nazioni Unite a New York come Osservatore permanente della Santa Sede, è stato chiamato da Giovanni Paolo II il 1° ottobre 2002 a guidare il Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace. È succeduto in questo incarico a personalità prestigiose come il Cardinale francese Roger Etchegaray e il compianto Cardinale vietnamita François-Xavier Nguyên Van Thuân. Già all'inizio del mandato ha rivolto il suo interesse alla difficile situazione in Venezuela e al grave conflitto civile in Costa d'Avorio. Soprattutto non ha fatto mancare la sua voce sulla tragica situazione in Medio Oriente.
Nel 40° anniversario dell’Enciclica Pacem in terris, durante tutto l'anno 2003, è stato impegnato in numerose sedute di studio, dibattiti e conferenze sull'attualità e sull'importanza dell'Enciclica di Giovanni XXIII.
Il 25 ottobre 2004, il dicastero guidato dal Card. Martino ha pubblicato l’atteso Compendio della Dottrina Sociale della Chiesa.
Nel marzo 2005 il Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace, in collaborazione con diversi Istituti universitari cattolici si è fatto promotore di un Congresso Internazionale in Vaticano per celebrare il 40° anniversario della Costituzione conciliare Gaudium et spes.
Dal 24 ottobre 2009 è Presidente emerito del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace.
È stato anche Presidente del Pontificio Consiglio della Pastorale per i Migranti e gli Itineranti dall'11 marzo 2006 al 28 febbraio 2009, periodo nel quale il Santo Padre Benedetto XVI aveva unificato la Presidenza dei due Dicasteri.
Per la sua costante attività in favore delle pacifiche e proficue relazioni tra i popoli, della promozione umana e della cultura, al Card. Martino sono state conferite numerose lauree honoris causa ed onorificenze.
70 ANNI DI PRESENZA PIAMARTINA
Di questi 70 anni di presenza dei Religiosi della Congregazione S. Famiglia di Nazareth di San Giovanni Battista Piamarta a Pontinia, ho avuto l’opportunità di conoscere molti dei Padri che si sono succeduti alla guida religiosa dellanostra parrocchia e tutti mi han sempre manifestato un grande amore verso Pontinia e la sua gente. Quando ne parlavano, hanno sempre sottolineato la fede della comunità, la disponibilità verso i Padri e, quello che è più importante, l’accoglienza del messaggio del Vangelo. È questo il cammino che vorrei che continuasse e che sento prioritario per il ministero della comunità religiosa piamartina, impegnata ancora oggi nella nostra parrocchia.
Una comunità che fa sua la visione della vita di Padre Piamarta, vuole reagire all’individualismo che pervade la cultura attuale; vuole essere testimone di relazioni umanizzanti, condivise, capaci di generare un ambiente caldo di fraternità e amicizia; privilegia chi è debole, chi si sente scoraggiato, insicuro, specialmente trai giovani; vuole essere un punto di riferimento di relazioni che consolano e sanno incoraggiare. Dobbiamo impegnarci a formare persone esperte in umanità, con un forte spessore spirituale, che sanno abitare il creato in modo rispettoso e testimoniano una fraternità vissuta e credibile. La conoscenza più approfondita di San Giovanni Battista Piamarta ci può aiutare, anche oggi, a realizzare e a vivere il messaggio del Vangelo.
Padre Piamarta dice: “la gratitudine deve essere la massima virtù della nostra Congregazione religiosa”. La nostra non può essere una gratitudine di facciata, ma una gratitudine fatta di coerenza di vita secondo l’insegnamento di Gesù. Solo così possiamo celebrare in modo sempre nuovo e attuale il 70° di presenza dei Padri piamartini in Pontinia.
Possiamo dire il nostro grazie al Signore, ai religiosi piamartini e a tutti coloro che con forza e con il loro lavoro quotidiano ci hanno trasmesso la fede di Gesù, nostro fratello e maestro di vita.
Un grazie alla Signora Rossana Baldo, che cura la "cronaca" della nostra parrocchia; All'Ing. Marcelo Martorelli, attento redattore di "Pace a Te"; a Mssimiliano Marchetto, che segue con competenza e aggiorna il nostro sito web; al Signor Antonio Abbatiello, per le fotograie; un grazie particolare al Diacono Dott. Claudio Galeazzi per questo lavoro, frutto della sua ricerca storica, che ha saputo realizzare com competenza e amore verso i Padri e verso la città di Pontinia.
Padre Giancarlo Orlini
parroco
Pellegrinaggio 13/11/2016 – Cava dei Tirreni – Vietri sul Mare – Salerno
Anno Santo della Misericordia – Pellegrinaggio del 13/11/2016
Itinerario: Porta santa dell'Abbazia di Cava de' Tirreni, sosta a Vietri, visita al Duomo e alle Luci d'artista di Salerno
Perché desiderare tanto di tornare in un luogo? Perché in quel luogo si addensano bellezza, gioia, speranza : c'è pienezza di vita.
Così è stato per molti di noi partecipanti al viaggio di Cava de' Tirreni, Vietri e Salerno. In più, quest'anno si è aggiunta la forte motivazione del pellegrinaggio giubilare che esplicita tutto un percorso intimo, un'ascesi spirituale per conquistare più alti livelli di misericordia, fino ad essere “Misericordes sicut Pater” (misericordiosi come Dio Padre).
La misericordia è l'essenza del Vangelo, come Papa Francesco non si stanca di spiegare e annunciare con vigore alla Chiesa e a tutto il mondo.
Ed eccoci, dunque, pellegrini alla Porta santa della millenaria Abbazia benedettina di Cava de' Tirreni in provincia di Salerno, che estese la sua influenza spirituale a quattrocento dipendenze, fino a Monreale.
È la prima meta per un bel gruppo di cinquanta parrocchiani, partiti prima dell'alba, in un raro giorno di sole. Con un buon dossier di canti e di notizie sui luoghi, ci siamo preparati con il Rosario e le meditazioni proprie dell'Anno santo.
È stato problematico arrivare fin lassù, per strade molto strette e tortuose (un elogio ai nostri autisti!), ma ci ricompensa uno scenario meraviglioso: un'abbazia austera, quasi scavata nel monte, in un contesto di fitti boschi.
La nostra affabile guida Anna, ci ha condotto a visitare l'eremo di S.Alferio da Cluny, la chiesa e il chiostro, di una bellezza insospettabile, e infine, il Cimitero longobardo sottostante, testimone di tanti rifacimenti lungo i secoli.
Al suono delle campane l'attraversamento della Porta santa e l'ingresso nella Chiesa per la S. Messa, celebrata dall'Abate-Vescovo Michele Petruzzelli e dai suoi monaci benedettini, con la maestosa sonorità dell'organo absidale (3600 canne).
Molto emozionati da tanta bellezza e spiritualità, siamo scesi, sempre lentamente, verso Vietri, dove ci è stato servito il caratteristico e ottimo “Giro di pizza di Gragnano”.
A seguire, la sosta nell'incantevole Vietri, traboccante di vetrine di fine ceramica, per cui è famosa anche oltre confine.
Ripartiti per Salerno, non accogliendo gli autisti il percorso del Viadotto Gatto, lontano dal centro, suggerito dalla guida, ci siamo diretti allo Stadio Arechi per prendere la vicina metropolitana ed arrivare verso le 16:30 nei pressi del Duomo di S. Matteo apostolo ed evangelista, patrono di Salerno.
Ma… essendo in corso un'importante partita di calcio, la strada per il “trenino” era transennata dalla polizia.
Gli autisti decidono di raggiungere il centrale Corso Garibaldi, anche senza il “pass”, e proprio lì abbiamo perso circa un'ora e mezza perché la città non era solo intasata ma “invasata” di migliaia di auto che procedevano a malapena.
Con fatica abbiamo raggiunto la nostra brava guida, Ivana, che ci ha condotto in vie e in piazze da sogno: le luci d'artista splendevano sul nostro capo come in una fiaba.
Soprattutto Piazza della Rotonda era stata trasformata in una illustrazione delle “Mille e una notte”, con una profusione di grandi arabeschi ed archi, sovrastati da un luminosissimo cielo fitto fitto di stelle e pianeti; poi Piazza S. Agostino rielaborata nello scenario di una caratteristica casa giapponese, annunciata nelle vie di accesso da grandi ventagli multicolori della Madame Butterfly. E ovunque, corsi e traverse, stracolmi di turisti con il naso all'insù, propongono tralci di rose luminose, fino a raggiungere Piazza Duomo con le affascinanti luminarie di schiere di angeli musici, stilizzati.
Entriamo nel largo chiostro annesso al Duomo, con colonne di stili diversi e le preziose “riggiole” (tegole) in ceramica, e il portale mediano con imposte bronzee fuse a Costantinopoli (1099), uno dei cinque ancora presenti in Italia, nelle chiese della costa amalfitana. Siamo ora nel grandioso edificio del Duomo, a tre navate, rimaneggiato nei secoli, impreziosito dal candelabro pasquale e da due amboni di stile cosmatesco, simili a quello dell'Abbazia di Cava.
Scendiamo nella Cripta di S. Matteo, dove veneriamo le sue reliquie poste sotto la statua bifronte, di marmo nero.
Tutto intorno pareti, colonne, soffitto ornati di marmi policromi, incastonati pazientemente per formare tralci di fiori, di vite o per dare risalto a figure di santi. Ci raccogliamo in preghiera per l'evangelizzazione nella nostra parrocchia, cui è doveroso offrire il nostro impegno.
La guida si sofferma sui numerosi affreschi del soffitto, che illustrano episodi della vita di Gesù tratti da Vangelo di S. Matteo, affreschi che compongono la cosiddetta “Bibbia dei poveri” per i tanti analfabeti del tempo.
Siamo circondati da così tanta bellezza, da arte intesa come inno di lode, che veramente non so quanto tempo resteremmo qui a stupirci. Ma è tardi, non c'è neppure il tempo, purtroppo, per ammirare altre luminarie, dato che ci attende un faticoso percorso per raggiungere il pullman, nel traffico inarrestabile, convulso della città.
Finalmente riposiamo, godendoci un buon film di Siani “Si accettano miracoli”, che ci rallegra con la sua ingenua comicità, non certo priva, però, di spunti per cineforum.
Si fa infine la sintesi del programma svolto, ringraziando il Signore per il bel giorno trascorso insieme e chiudendo con il canto “Salve Regina”, consapevoli del dono dell'indulgenza plenaria e dei legami di solidarietà e di fiducia che ci hanno sostenuto. Sollecitati a comunicare un parere, una emozione, si esprime solo il nostro artista Franco Turco che si definisce “edificato”, poi, quasi in dirittura d'arrivo, emerge la sua straordinaria cultura e simpatia, in filastrocche romanesche e in dialetto ciociaro, accolte da un grande applauso e da un bonario richiamo: “Te dovevi sveglia' prima!”. Grazie, Franco!
Rientriamo a Pontinia con un'ora e mezza di ritardo (23:30), ringraziando gli autisti e auspicando di tornare a vedere con calma le “Luci d'artista” di Salerno, ma non nei fine settimana!
Teresa Zicchieri
(in accordo con Silvana Zorzini)
FESTA DEL RINGRAZIAMENTO 2016
FESTA DEL RINGRAZIAMENTO 2016
Nella fertilità della terra che ci dà di che vivere lo sguardo credente scorge un’espressione forte dell’amore di Dio per le sue creature, cui nella preghiera si indirizza il ringraziamento.
La stessa preghiera ci guida anche a scoprire che, nel coltivare la terra, gli esseri umani operano come collaboratori dell’azione provvidente di Dio, che nutre e sostiene la vita.
Giochi senza quartiere 2016
Presso l’oratorio Sant’Anna di Pontinia venerdì 26 Agosto, si è tenuta la 2^ edizione di “Giochi senza quartiere” alla quale anno partecipato ben dieci squadre (Borgo Pasubio, Quartaccio, Cotarda, Poeti. Tavolato, Statisti,Centro, Latini, Musicisti, Amministrazione Comunale), nella squadra dell’Amministrazione Comunale anche il primo cittadino di Pontinia Carlo Medici . Prima dell’inizio dei giochi tutti i gruppi hanno partecipato alla Santa Messa presieduta da padre Nicola.
L’evento è stato organizzato dal gruppo sportivo dell’oratorio supportato dai gruppi Scouts e Azione Cattolica e la voce di Domenico Ippoliti (giornalista e radiocronista) il quale ha permesso agli spettatori di seguire le fasi dei giochi momento per momento. Grazie all’associazione NEMESIS i molti presenti hanno potuto soddisfare il proprio appetito gustando gli ottimi panini e le freschissime bevande disponibili presso lo stand allestito. Vincitori dell'edizione il quartiere "Borgo Pasubio"
Durante l’evento sono stati raccolti fondi per le popolazioni terremotate dell’Italia centrale.
Si ringraziano i padri Piamartini ed il Parroco padre Giancarlo Orlini.
Sant’Anna 2016
Anna e Gioacchino sono i genitori della Vergine Maria. Gioacchino è un pastore e abita a Gerusalemme, anziano sacerdote è sposato con Anna. I due non avevano figli ed erano una coppia avanti con gli anni. Un giorno mentre Gioacchino è al lavoro nei campi, gli appare un angelo, per annunciargli la nascita di un figlio ed anche Anna ha la stessa visione. Chiamano la loro bambina Maria, che vuol dire «amata da Dio». Gioacchino porta di nuovo al tempio i suoi doni: insieme con la bimba dieci agnelli, dodici vitelli e cento capretti senza macchia. Più tardi Maria è condotta al tempio per essere educata secondo la legge di Mosè. Sant’Anna è invocata come protettrice delle donne incinte, che a lei si rivolgono per ottenere da Dio tre grandi favori: un parto felice, un figlio sano e latte sufficiente per poterlo allevare. È patrona di molti mestieri legati alle sue funzioni di madre, tra cui i lavandai e le ricamatrici.
PREGHIERA A SANT’ANNA PER LA PROTEZIONE DEI FIGLI
Gloriosa Sant’Anna, protettrice delle famiglie cristiane, a te affido i miei figli. So che li ho ricevuti da Dio e che a Dio appartengono. Pertanto ti prego di concedermi la grazia di accettare ciò che la Divina Provvidenza ha disposto per loro. Benedicili, o misericordiosa Sant’Anna e mettili sotto la tua protezione. Non ti chiedo per loro privilegi eccezionali. Solamente desidero consacrarti le loro anime e i loro corpi, affinché tu ci possa preservare da ogni male. A te affido le loro necessità temporali e la loro salvezza eterna. Imprimi nei loro cuori, o mia buona Sant’Anna, l’orrore del peccato, allontanali dal vizio, preservali dalla corruzione, conserva nelle loro anime la Fede, la rettitudine e i sentimenti cristiani ed insegna loro ad amare Dio sopra ogni cosa, come lo hai insegnato alla tua purissima Figlia, l’immacolata Vergine Maria. Sant’Anna, tu che sei stata specchio di pazienza, concedimi la virtù di affrontare con pazienza e amore le difficoltà che si presentano nell’educazione dei miei figli. Per loro e per me, chiedo la tua benedizione, o madre celeste piena di bontà. Che ti onoriamo sempre, come Gesù e Maria, che viviamo conformemente alla volontà di Dio e che dopo questa vita incontriamo la beatitudine nell’altra, riunendoci a te nella gloria per tutta l’eternità Così sia.
Madonna di Lourdes a Pontinia dal 2 al 4 luglio 2016
Maria, tu sei apparsa a Bernardetta nella fenditura di questa roccia.
Nel freddo e nel buio dell’inverno,
hai fatto sentire il calore di una presenza,
la luce e la bellezza.
Nelle ferite e nell’oscurità delle nostre vite,
nelle divisioni del mondo dove il male è potente,
porta speranza
e ridona fiducia!
Tu che sei l’Immacolata Concezione,
vieni in aiuto a noi peccatori.
Donaci l’umiltà della conversione,
il coraggio della penitenza.
Insegnaci a pregare per tutti gli uomini.
Guidaci alle sorgenti della vera Vita.
Fa’ di noi dei pellegrini in cammino dentro la tua Chiesa.
Sazia in noi la fame dell’Eucaristia,
il pane del cammino, il pane della Vita.
In te, o Maria, lo Spirito Santo ha fatto grandi cose:
nella sua potenza, ti ha portato presso il Padre,
nella gloria del tuo Figlio, vivente in eterno.
Guarda con amore di madre
le miserie del nostro corpo e del nostro cuore.
Splendi come stella luminosa per tutti
nel momento della morte.
Con Bernardetta, noi ti preghiamo, o Maria,
con la semplicità dei bambini.
Metti nel nostro animo lo spirito delle Beatitudini.
Allora potremo, fin da quaggiù, conoscere la gioia del Regno
e cantare con te:
Magnificat!
Gloria a te, o Vergine Maria,
beata serva del Signore,
Madre di Dio,
Tempio dello Spirito Santo!
Amen!
O Madre mia, é nel vostro cuore che io vengo ad affidare le angosce del mio cuore ed attingervi forza e coraggio."
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