A proposito d’amore
Quando viene chiesto a Gesù qual è il comandamento più grande, probabilmente gli ascoltatori si aspettano la scelta tra uno dei dieci.
Invece il Maestro si rifà a un passo del libro del Deuteronomio, che gli Ebrei recitavano mattino e sera, ed era riportato sugli stipiti delle porte: “Amerai il Signore tuo Dio…”. A questo ne aggiunge immediatamente un altro, tratto dal libro del Levitico: “…e il prossimo come te stesso”.
Nel regno di Dio sarebbe contato l’amore, in ogni direzione: verso Dio, verso gli altri, verso se stessi.
L’amore è la cosa più bella che abbiamo. Chi non ha un fremito, di fronte allo sguardo di una madre che abbraccia il suo bambino? Chi non si rallegra dei gesti teneri e scherzosi di due innamorati? Chi non rimane piacevolmente sorpreso beneficiando di un gesto gentile e gratuito?
Chi non si ferma ad ammirare la fedeltà di una coppia che è rimasta insieme per tutta la vita? Chi non anela ad essere amato, tanto da essere disposto a pagarne qualsiasi prezzo?
L’amore ci riempie di frutti rigogliosi, sollecita i nostri sensi, esalta le proprie risorse, fa superare i limiti, si allarga a macchia d’olio perché produce una serenità contagiosa. L’amore può essere intriso di spine, di fatiche e di lacrime, dal momento che chi ama si fa carico di un’altra persona, condividendo, proteggendola o sostenendola nei momenti di
disagio. L’amore è scommessa e rischio di perdita; riduce le difese, perché si nutre di fiducia; ma frantuma ogni corazza, perché chi è amato non riesce più ad essere cattivo. L’amore è la cosa più bella della vita, anzi ne è intrinsecamente il senso più pieno e vero. Perché è il nome e l’essenza stessa di Dio.
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