Per quei ragazzi Padre Piamarta lascia l’incarico di parroco di Pavone Mella (Bs) e si dedica a tempo pieno alla loro educazione e all’edificazione del nuovo Istituto nascente.
I primi tempi furono molto difficili, ma Piamarta credeva ciecamente nell’aiuto della Provvidenza di Dio e sapeva di non poter compiere solo con le sue forze l’opera iniziata … forse un progetto più grande delle sue possibilità, ma in cuor suo aveva la certezza che i sogni di Dio vanno realizzati: con dedizione, umiltà e la collaborazione di tanti che per gli stessi sogni si appassionano.
Dopo la morte di Padre Piamarta (25 aprile 1913), i collaboratori che aveva riunito nella "Pia Società della Sacra Famiglia" (1900), hanno continuato l'opera iniziata, portandola in alcune città italiane (Siena, Latina, Roma). Approvata in seguito come "Congregazione della Sacra Famiglia di Nazareth" (1939), si estende oggi in Brasile (1957), Cile (1983), Angola (1992) e Mozambico (2001).
Giovanni Battista Piamarta nasce a Brescia il 26 novembre 1841 da una famiglia povera. Orfano di madre a 9 anni, cresce vivacissimo nei vicoli dei rioni popolari della città, trovando un sostegno educativo nel nonno materno e nell'oratorio, che affinano la sua sensibilità e la sua straordinaria generosità. La sua adolescenza è difficile ma, grazie al parroco di Vallio Terme (Bs), che ne scopre la vocazione, può incominciare il cammino verso il sacerdozio.
Ordinato sacerdote il 24 dicembre 1865, svolge dapprima il suo ministero sacerdotale a Carzago Riviera, a Bedizzole e nella parrocchia di Sant’Alessandro a Brescia. In seguito diventa parroco di Pavone Mella. Le prime esperienze oratoriane sono per lui una preziosa possibilità di conoscere da vicino la gioventù alle prese con il duro mondo delle fabbriche della nascente industria bresciana. Nei 13 anni di fecondo apostolato coglie risultati ammirabili e la grande ammirazione dei suoi ragazzi.
Nel 1886 lascia la parrocchia di Pavone Mella, per tornare a Brescia e dedicarsi a realizzare un’opera da tempo pensata e sognata: colpito dall'abbandono spirituale e dalla perdita della fede di tanti giovani e ragazzi che confluivano in città a cercare lavoro, egli, poverissimo ma fiducioso nell'aiuto di Dio, per offrire loro una sicura preparazione professionale e cristiana, il 3 dicembre avvia l’Istituto Artigianelli con l’aiuto di monsignor Pietro Capretti, figura eminente del clero bresciano.
Seppur con enormi difficoltà, dal 1888 la crescita degli “artigianelli” non si ferma più, si moltiplicano i fabbricati ed i laboratori e i giovani ricevono una preparazione tecnica, religiosa e umana ovunque riconosciuta. Pochi anni dopo, rivolge la sua sollecitudine anche al mondo dell'agricoltura, dando origine, con padre Giovanni Bonsignori, alla Colonia Agricola di Remedello (Brescia), allo scopo di ridare vitalità e dignità al mondo agricolo e rimediare alla piaga dell'emigrazione.
Attorno a padre Piamarta si radunano presto alcuni religiosi, che condividono gli ideali e le fatiche della sua missione. Nel marzo del 1900 nasce così la Famiglia Religiosa, composta da sacerdoti e laici dediti all’educazione dei giovani: Padre Piamarta diventa il fondatore della Congregazione della Sacra Famiglia di Nazareth, che continua ancora oggi la sua opera.
Giovanni Piamarta muore il 25 aprile 1913 a Remedello, al termine di una vita tutta spesa al servizio di Dio e dei giovani.
Dal 1926 la sua salma riposa nella chiesa dell’Istituto Artigianelli, da lui stesso costruita. Nel 1986 la Chiesa ne ha riconosciuto l'eroicità delle virtù e il 12 ottobre 1997 Papa Giovanni Paolo II lo ha dichiarato "beato". La celebrazione liturgica è il 26 aprile.
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"Il vero cristiano crede di non essere mai arrivato al termine dei suoi sforzi, ha sempre fame e sete di giustizia, perché non si mette al servizio di Dio per un anno, ma per tutta la vita."
"Quando comprendiamo il piano di Dio, dobbiamo abbracciarlo generosamente e portare avanti l’opera con coraggio e costanza per impegnarci all’esito dell’impresa come piace al Signore."
"Bisogna studiare, bisogna lavorare con pertinacia indefessa. Sì, lavorare anche gratuitamente per imparare, per fare pratica, per farsi conoscere. Il lavoro è la sola cosa per cui una persona che si impegna possa dire di non aver vissuta invano e sterilmente."
"A chi lavora con impegno si presentano occasioni, fatti, conoscenze che sono le più importanti raccomandazioni per trovare un impiego. Chi invece non lavora, non si sa nemmeno se esista, perché mancano le sue opere e certo non gli arriva la fortuna per un futuro migliore."
"L’abbondanza di beni temporali di solito è una consigliera di peccato. Ci gonfia, ci rende orgogliosi, ci incatena ai beni che passano e ci rende sempre più cupidi di questi beni terreni. Come la salute è il fine che i medici vogliono raggiungere attraverso le medicine, così il cristiano sa che ricchezza, onori e bellezza sono solo mezzi per raggiungere la vera vita."
P. Giovanni Piamarta
PREGHIERA AL BEATO PIAMARTA
O Dio misericordioso che hai suscitato,
nel Beato Giovanni Piamarta,
sacerdote illuminato e fervente,
la sollecitudine per l'educazione dei giovani
alla vita cristiana nel lavoro,
nella famiglia e nella società,
concedi che, per sua intercessione,
possiamo vivere e operare
nel tuo amore provvidente di Padre,
e sentire la forza del tuo aiuto
per conseguire la beatitudine eterna.
Per Cristo nostro Signore.
Amen
Alla scoperta di Padre Piamarta:
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