Si fece scuro in volto e se ne andò …
Quel tale … “si fece scuro in volto e se ne andò rattristato, possedeva infatti molti beni”. Nel nostro sistema di vita, non a torto qualificato come «società del benessere», l’attaccamento alle cose diventa il grande ostacolo per una vita cristiana impegnata. Si mettono i beni davanti a tutto e a fondamento di tutto, e si crede così di trovare la via della felicità, ma «l’uomo è fatto per Dio e non trova pace se non in lui» (S. Agostino).
Crediamo di possedere le cose, ma in realtà ne siamo posseduti, diventandone schiavi. Non ci serviamo delle cose, ma ci lasciamo asservire dalle cose, e ci chiudiamo così ai valori dello Spirito. Il dilemma di quell’uomo che se ne va triste non è solo quello di una ricchezza che lo incatena e non gli permette di proseguire il suo slancio, la sua tragedia è quella di una religione che si risolve in una serie di comandamenti da osservare. La fede in Cristo non può risolversi nel semplice adempimento di qualche precetto. Il cristianesimo non può essere ridotto ad una morale. Purtroppo anche oggi è molto diffusa l’idea che essere cristiani coincida con il rispetto di alcune norme di comportamento.
L’imperativo, nei vangeli, non ha come oggetto un «fare», ma una persona da seguire. Il «bene», ciò che è «buono», non è l’osservanza di una norma, ma la persona stessa di Gesù Cristo. Proprio qui sta l’equivoco di quel ricco: non ha capito chi è Gesù, non ha riconosciuto in lui il dono di Dio agli uomini, né la preziosità del suo Regno, superiore a quella di tutti i beni terreni.
Solo questa comprensione del mistero di Gesù rende capaci di sacrificare tutto quanto per appartenere al Regno. Buona settimana e ci prepariamo ad accogliere il dono di Padre Piamarta Santo domenica 21 Ottobre..
Padre Gian Carlo
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