Il nostro respiro, un soffio nel vento di Dio
Se mi amate osserverete i miei comandamenti. Tutto comincia con una parola carica di delicatezza e di rispetto: se mi amate… "Se": un punto di partenza così umile, così libero, così fiducioso. Non si tratta di una ingiunzione ( dovete osservare) ma di una constatazione: se amate, entrerete in un mondo nuovo.
Lo sappiamo per esperienza: se ami si accende un sole, le azioni si caricano di forza e di calore, di intensità e di gioia. Fiorisce la vita come un fiore spontaneo.
Osserverete i comandamenti "miei", dice. E miei non tanto perché prescritti da me, ma perché riassumono me e tutta la mia vita. Se mi amate, vivrete come me! Se ami Cristo, lui ti abita i pensieri, le azioni, le parole e li cambia. E tu cominci a prendere quel suo sapore di libertà, di pace, di perdono, di tavole imbandite e di piccoli abbracciati, di relazioni buone, la bellezza del suo vivere. Cominci a vivere la sua vita buona, bella e beata. Ama e fa quello che vuoi (sant'Agostino). Se ami, non potrai ferire, tradire, derubare, violare, deridere. Se ami, non potrai che soccorrere, accogliere, benedire. E questo per una legge interiore ben più esigente di qualsiasi legge esterna. Ama e poi va' dove ti porta il cuore.
In una specie di commovente, suadente monotonia Gesù per sette volte nel brano ripete: voi in me, io in voi, sarò con voi, verrò da voi.
Attraverso una parola di due sole lettere "in" racconta il suo sogno di comunione.
Io nel Padre, voi in me, io in voi: dentro, immersi, uniti, intimi. Gesù che cerca spazi, spazi nel cuore. Io sono tralcio unito alla madre vite, goccia nella sorgente, raggio nel sole, scintilla nel grande braciere della vita, respiro nel suo vento.
Non vi lascerò orfani. Non lo siete ora e non lo sarete mai: mai orfani, mai abbandonati, mai separati. La presenza di Cristo non è da conquistare, non è da raggiungere, non è lontana. È già data, è dentro, è indissolubile, fontana che non verrà mai meno.
Molti intendono la fede come tensione verso un oggetto di desiderio mai raggiunto o come ricordo di un tempo dell'oro perduto. Ma Gesù ribalta questo atteggiamento: fonda la nostra fede su un pieno non su un vuoto; sul presente, non sul passato; sull'amore per un vivo e non sulla nostalgia.
Noi siamo già in Dio, come un bimbo nel grembo di sua madre. E se non può vederla, ha però mille segni della sua presenza, che lo avvolge, la scalda, lo nutre, lo culla.
E infine l'obiettivo di Gesù: Io vivo e voi vivrete: far vivere è la vocazione di Dio, la mania di Gesù, il suo lavoro è quello di essere nella vita datore di vita. È molto bello sapere che la prova ultima della bontà della fede sta nella sua capacità di trasmettere e custodire umanità, vita, pienezza di vita. E poi, di farci sconfinare in Dio.
P. Ermes Ronchi
Non sia turbato il vostro cuore …
Non sia turbato il vostro cuore, abbiate fiducia. L’invito del Maestro ad assumere questi due atteggiamenti vitali a fondamento del nostro rapporto di fede: un «no» gridato alla paura e un «sì» consegnato alla fiducia. Due atteggiamenti del cuore che sono alla base anche di qualsiasi rapporto fecondo, armonioso, esatto con ogni forma di vita. Ad ogni mattino, ad ogni risveglio, un angelo ripete a ciascuno le due parole: non avere paura, abbi fiducia. Noi tutti ci umanizziamo per relazioni di fiducia, a partire dai nostri genitori; diventiamo adulti perché costruiamo un mondo di rapporti umani edificati non sulla paura ma sulla fiducia. La fede religiosa (atto umanissimo, vitale, che tende alla vita) poggia sull’atto umano del credere, e se oggi è in crisi, ciò è accaduto perché è entrato in crisi l’atto umano dell’aver fiducia negli altri, nel mondo, nel futuro, nelle istituzioni, nell’amore.
In un mondo di fiducia rinnovata, anche la fede in Dio troverà respiro nuovo.Io sono la via la verità e la vita. Tre parole immense. Che nessuna spiegazione può esaurire. Io sono la via: la strada per arrivare a casa, a Dio, al cuore, agli altri; una via davanti alla quale non si erge un muro o uno sbarramento, ma orizzonti aperti. Sono la strada che non si smarrisce, ma va’ verso la storia più ambiziosa del mondo, il sogno più grandioso mai sognato, la conquista – per tutti – di amore e libertà, di bellezza e di comunione: con Dio, con il cosmo, con l’uomo. Io sono la verità: non in una dottrina, né in un libro, né in una legge migliori delle altre, ma in un «io» sta la verità, in Gesù, venuto a mostrarci il vero volto dell’uomo e il volto d’amore del Padre. La verità sono occhi e mani che ardono! (Ch. Bobin). Così è Gesù: accende occhi e mani. La sua è una vita che si muove libera, regale e amorevole tra le creature. Il cristianesimo non è un sistema di pensiero o di riti, ma una storia e una vita (F. Mauriac). Io sono la vita. Che hai a che fare con me, Gesù? La risposta è una pretesa perfino eccessiva, perfino sconcertante: io faccio vivere.Parole enormi, davanti alle quali provo vertigine. La mia vita si spiega con la vita di Dio. Nella mia esistenza più Dio equivale a più io. Più Vangelo entra nella mia vita più io sono vivo. Nel cuore, nella mente, nel corpo. E si oppone alla pulsione di morte, alla distruttività che nutriamo dentro di noi con le nostre paure, madre della sterilità.Infine interviene Filippo «Mostraci il Padre, e ci basta». È bello che gli Apostoli chiedano, che vogliano capire, come noi. Filippo, chi ha visto me ha visto il Padre.Guardi Gesù, guardi come vive, come ama, come accoglie, come muore e capisci Dio, e si dilata la vita.
P. Ermes Ronchi
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