2012: Anno europeo dell’invecchiamento attivo e della solidarietà tra le generazioni
Nel rincorrersi ed intrecciarsi di “ricorrenze”, di “anni” e di “giornate” dedicate a riflettere e a sensibilizzare l’opinione pubblica su varie problematiche o avvenimenti si rischia inevitabilmente di lasciarci sfuggire sia l’opportunità di riflettere personalmente e magari di prender parte alle diverse iniziative per aiutare e sensibilizzare anche gli altri.
Confesso che rischiavo anch’io di lasciar passare senza fermarmici un poco sopra proprio questo “Anno Europeo dell’invecchiamento… ”.
Penso sia opportuno presentare almeno alcune considerazioni che traggo dalle riflessioni esposte per quest’anno e rimando all’articolo di fondo che troveremo sul giornaletto “La Fontana di S. Anna” del mese di Novembre-Dicembre.
L'Anno europeo mira a sensibilizzare l'opinione pubblica al contributo che le persone anziane possono dare alla società. Si propone di incoraggiare e sollecitare i responsabili politici e le parti interessate a intraprendere, a ogni livello, azioni volte a migliorare le possibilità di invecchiare restando attivi e a potenziare la solidarietà tra le generazioni.
Cosa s'intende per invecchiamento attivo?
Significa invecchiare in buona salute, partecipare appieno alla vita della collettività e sentirsi più realizzati nel lavoro, in poche parole vuol dire essere più autonomi nel quotidiano e più impegnati nella società. Qualsiasi sia la nostra età, possiamo svolgere un ruolo attivo nella società e beneficiare di una migliore qualità di vita. L'obiettivo è quello di trarre il massimo vantaggio dalle enormi potenzialità di cui continuiamo a disporre anche se siamo avanti con gli anni.
Penso che un invecchiamento attivo debba orientarsi almeno in queste tre direzioni:
Lavoro ed occupazione – con il crescere dell'aspettativa di vita in tutta Europa, cresce anche l'età pensionabile. Purtroppo sono in molti a temere di non riuscire a conservare la loro attuale occupazione o a trovare un nuovo impiego fino al momento di aver maturato una pensione dignitosa. È pertanto nostro dovere offrire ai lavoratori anziani migliori opportunità nel mercato del lavoro.
Partecipazione alla vita sociale e parrocchiale – andare in pensione non vuol dire diventare inattivi. Spesso non si tiene conto del prezioso contributo dato dalle persone della terza età, che prestano assistenza a chi ne ha bisogno, occupandosi dei familiari (genitori, consorte e nipoti) o facendo opera di volontariato anche nella Parrocchia. L'Anno europeo intende dare risalto alla ricchezza sociale rappresentata dalle persone anziane
Autonomia – che la nostra salute peggiori con l'avanzare dell'età è un fatto. Disponiamo però di molte risorse per rallentare questo fenomeno naturale, e possiamo garantire un ambiente più sereno alle persone che soffrono di problemi di salute o di disabilità. Invecchiare attivamente vuol dire anche darci la possibilità di conservare il controllo della nostra vita il più a lungo possibile.
Paura di invecchiare? Del ruolo che occuperete nella società
Dopo i 60-70-80 la vita non è certo finita e la società sta apprezzando sempre di più il contributo offerto dalle persone della terza età.
A ben pensarci “invecchiamento attivo” è avere di più dalla vita per dar di più e meglio anche quando si va su con gli anni, sia sul lavoro, che a casa, che all’interno della propria comunità locale e parrocchiale.
I vantaggi non sono soltanto individuali, ma riguardano la famiglia, la parrocchia e la società in genere.
Padre Valeriano
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