Secondo Pellegrinaggio a Lanciano e Manoppello
Se dovessi, in una sola nota, racchiudere l’abbondanza di stimoli pervenutici sin dalle prime ore del mattino, già sul pullman e lungo tutta la giornata di noi “pellegrini”, come appunto ognuno di noi si “rappresentava”, sceglierei quale segno espressivo ed unificante del nostro “essere pellegrini in cammino”, il vocabolo “parola”, specie quando essa è elargita a piene mani, o meglio, donata..
Ogni parola donata è sempre testimonianza di alterità, viaggio per l’altro e con l’altro.
L’altro è punto di arrivo, e nell’altro la parola donata ne conferma l’autenticità, ne rafforza il valore sprigionando energie e competenze.
Ma allorché la parola donata nasce dal cuore per veicolare la “Parola di Dio”, quella dei Salmi, del Vangelo, ecc., non c’è dubbio ch’essa, autentica e veritiera, oltre che ascoltata, è fatta propria, desiderata e desiderante.
E P. Valeriano in questo è oltremodo un “testimone veritiero”. Un Padre che nel donare la parola, dona se stesso; vive la parola e ne dà testimonianza. In ogni parola vibra l’essenza del suo essere con l’altro: ha forza propulsiva, convincente e partecipata. Direi che siamo stati cullati dalla “Sua Parola”, quella del Signore, immersi nella Parola, spronati dalla Parola.
Continua la lettura dell'articolo a cura di Marcello Calisi e Teresa Medici da questo link: La parola donata
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