La Fontana di S.Anna N.34 Feb 2013

- La Quaresima bussa. Apriamo la porta della fede
- A 50 anni dal Concilio Vaticano II
- Il “sacrificio“ della S. Messa
- La vita cristiana come “sacrificio“
- Significato del "sacrificio" di Cristo
- Tempo di Quaresima
- Settimana santa
- Triduo pasquale
- Tempo di Pasqua
Newsletter Missione Luanda
Siamo giunti al sesto numero della Newsletter Missione Luanda ed i sottoscrittori aumentano giorno dopo giorno. Da questo numero non verrà più aggiornata la sezione del sito "Missione Luanda", esortiamo pertanto tutti coloro che desiderano restare in contatto con Padre Paolo e con le sue bellissime riflessioni, ad iscriversi dalla homepage del sito in modo tale da ricevere la newsletter nella propria casella email.
Dio riempie le reti della nostra vita
Quattro pescatori sono lanciati in un’avventura più grande di loro: pescare per la vita. Pescare produce la morte dei pesci. Ma per gli uomini non è così: pescare significa «catturare vivi», è il verbo usato nella Bibbia per indicare coloro che in una battaglia sono salvati dalla morte e lasciati in vita (Gs 2,13; 6,25. 2 Sam 8,2). Nella battaglia per la vita l’uomo sarà salvato, protetto dall’abisso dove rischia di cadere, portato alla luce.
«Sarai pescatore di uomini»: li raccoglierai da quel fondo dove credono di vivere e non vivono; mostrerai loro che sono fatti per un altro respiro, un altro cielo, un’altra vita! Raccoglierai per la vita.
Gesù sale anche sulla mia barca, non importa se è vuota e l’ho tirata in secco, e dice anche a me: Vuoi mettere a disposizione la tua barca, la barca della tua vita? c’è una missione per te. Quella stessa di Pietro, che è per tutti, non solo per preti o suore: se pescare non significa dare la morte, ma portare a vivere meglio, con più respiro e luce, portare a galla la persona da quel fondo limaccioso, triste, senza speranza, in cui vive, allora in questa nostra «epoca delle passioni tristi» un grande lavoro è da compiere. Non noi però, ma lo Spirito di Dio.
Sulla tua parola getterò le reti. Che cosa spinge Pietro a fidarsi? Non ci sono discorsi sulla barca, ma sguardi: per Gesù guardare una persona e amarla era la stessa cosa. Pietro in quegli occhi ha visto l’amore per lui. Si è sentito amato, sente che la sua vita è al sicuro accanto a Gesù, crede nella forza dell’amore che ha visto, e si fida.
E le reti si riempiono. Simone, davanti a questa potenza e mistero, ha paura: allontanati da me, perché sono un peccatore. E Gesù ha una reazione bellissima: trasporta Simone su di un piano totalmente diverso. Non si interessa dei suoi peccati; ha una sovrana indifferenza per il passato di Simone, pronuncia parole che creano futuro: Non temere. Tu sarai pescatore, donerai vita.
Mi incantano la delicatezza e la sapienza con le quali il Signore Gesù si rivolge a Simone, e in lui a tutti:
– lo pregò di scostarsi da riva: Gesù prega Simone, non si impone mai;
– non temere: Dio viene come coraggio di vita; libera dalla paura, paralisi del cuore;
– tu sarai: Tu donerai vita. Gesù intuisce in me fioriture di domani; per lui nessun uomo coincide con i suoi fallimenti, bensì con le sue potenzialità.
Tre parole con cui Gesù, maestro di umanità, rilancia la vita: delicatezza, coraggio, futuro.
Lasciarono tutto e lo seguirono. Senza neppure chiedersi dove li condurrà. Sono i «futuri di cuore». Vanno dietro a lui e vanno verso l’uomo, quella doppia direzione che sola conduce al cuore della vita.
P. Ermes Ronchi
Una buona notizia! Finalmente…
La liturgia ci invita a ritornare nella sinagoga di Nazareth, lasciarci stupire dalle parole di Gesù e farci interrogare dalla reazione dei suoi concittadini.
Siamo all'inizio del ministero pubblico del Rabbì di Nazareth e Luca ci mostra quale sarà la traiettoria della sua vicenda. Rifiuto, incomprensione, desiderio di toglierselo di mezzo accompagneranno la sua vita fino agli ultimi suoi giorni.
Anzi, fino agli ultimi giorni della storia dell'umanità.
In questi ultimi giorni, prima della partenza per il Perù, ho ripensato più volte all' "oggi" di Gesù, a quel tempo nuovo di grazia palpitante nella nostra storia.
Non esiste più un tempo dell'uomo e un tempo di Dio, un tempo per l'uomo e uno per Dio. Esiste un tempo solo, una storia sola: quella di Gesù Cristo.
Questo è l' "oggi" definitivo che raccoglie tutte le nostre quotidianità, è la possibilità di trasfigurare le nostre paure e le nostre ferite alla luce della sua Parola, è l'occasione di avere uno sguardo nuovo sulla nostra vita.
Non dobbiamo nasconderci, non c'è nulla da nascondere a Lui.
A volte trovo persone che per anni non si permettono di ricevere il perdono di Dio perché si sentono perdute e imperdonabili; trovo fratelli e sorelle che si identificano con il loro peccato e non concedono nessun spiraglio alla novità che Dio vuole offrire; trovo giovani che non si permettono di scegliere la via della felicità come auto-punizione per errori commessi o perché non si sentono più degni di nulla di bello.
Per voi, cari amici, la Parola ha una buona notizia.
Per voi, fratelli, la Parola è una buona notizia.
Oggi è il giorno di liberazione.
Oggi è il giorno in cui – se lo vuoi – si possono aprire i tuoi occhi, si possono sciogliere le tue catene, le tue ferite possono essere risanate e i tuoi desideri saziati.
Oggi è il giorno di liberazione.
Per te che da anni ti tieni un peso tremendo sullo stomaco e non riesci a metterlo nelle Sue mani.
Per te che sei schiava di un rapporto che non ha futuro.
Per te che non riesci a perdonarti un errore di gioventù e non ti permetti di accogliere il perdono di Dio.
Per te che non riesci a perdonare un torto subito e ti porti questo peso come una zavorra che ti ha isolato da tutto e tutti.
Coraggio! Per te, per la tua vita, per i tuoi sogni, per il tuo amore oggi c'è una buona notizia!
Don Roberto Seregni
Dio è sempre dalla parte dell’uomo
Un racconto di una modernità unica, dove Luca, il migliore scrittore del Nuovo Testamento crea una tensione, una aspettativa con questo magistrale racconto, che si dipana come al rallentatore:
Riavvolse il rotolo, lo riconsegnò e sedette. Nella sinagoga, gli occhi di tutti erano fissi su di lui. E seguono le prime parole ufficiali di Gesù: oggi la parola del profeta si è fatta carne.
Gesù si inserisce nel solco dei profeti, li prende e li incarna in sé. E i profeti, da parte loro, lo aiutano a capire se stesso, chi è davvero, dove è chiamato ad andare: lo Spirito del Signore mi ha mandato ai poveri, ai prigionieri, ai ciechi, agli oppressi. Adamo è diventato così, per questo Dio prende la carne di Adamo. Da subito Gesù sgombra tutti i dubbi su ciò che è venuto a fare: è qui per togliere via dall'uomo tutto ciò che ne impedisce la fioritura, perché sia chiaro a tutti che cosa è il regno di Dio: vita in pienezza, qualcosa che porta gioia, che libera e da luce, che rende la storia un luogo senza più disperati.
E si schiera, non è imparziale Dio; sta dalla parte degli ultimi, mai con gli oppressori. Viene come fonte di libere vite, e da dove cominciare se non dai prigionieri? Gesù non è venuto per riportare i lontani a Dio, ma per portare Dio ai lontani, a uomini e donne senza speranza, per aprirli a tutte le loro immense potenzialità di vita, di lavoro, di creatività, di relazione, di intelligenza, di amore.
Il primo sguardo di Gesù non si posa mai sul peccato della persona, il suo primo sguardo va sempre sulla povertà e sulla fame dell'uomo. Per questo nel Vangelo ricorre più spesso la parola poveri, che non la parola peccatori. Non è moralista il Vangelo, ma creatore di uomini liberi, veggenti, gioiosi, non più oppressi.
Scriveva padre Giovanni Vannucci: «Il cristianesimo non è una morale ma una sconvolgente liberazione». La lieta notizia del Vangelo non è l'offerta di una nuova morale migliore, più nobile o più benefica delle altre. Buona notizia di Gesù non è neppure il perdono dei peccati.
La buona notizia è che Dio mette l'uomo al centro, e dimentica se stesso per lui, e schiera la sua potenza di liberazione contro tutte le oppressioni esterne, contro tutte le chiusure interne, perché la storia diventi
"altra" da quello che è. Un Dio sempre in favore dell'uomo e mai contro l'uomo.
Infatti la parola chiave è "liberazione". E senti dentro l'esplosione di potenzialità prima negate, energia che spinge in avanti, che sa di vento, di futuro e di spazi aperti. Nella sinagoga di Nazaret è allora l'umanità che si rialza e riprende il suo cammino verso il cuore della vita, il cui nome è gioia, libertà e pienezza. Nomi di Dio.
P. Ermes Ronchi
Natale e Pasqua si sposano a Cana
Le nozze di Cana, per comprendere meglio questo bellissimo passo del Vangelo di Giovanni (Gv 2,1-12), riporto qui un commento al Vangelo di Padre Gian Franco Scarpitta della parrocchia San Francesco di Paola a Palermo.
Sarebbe stato un vero disastro se Gesù non fosse intervenuto, ma a dire il vero sarebbe stato ancora più pernicioso se la madre di Gesù non avesse preso l'iniziativa di porre il problema al Figlio: "Non hanno vino"- e in questa sua sollecita interferenza non si può non evincere quanto sia legittima l'intercessione generale di Maria nei nostri rapporti con Cristo.
Continua la lettura: Natale e Pasqua si sposano a Cana
Il campo invernale del Riparto Sirio di Pontinia
11 ragazze e 4 capo sono partite con destinazione Sgurgola a Frosinone per trascorrere tre giorni in montagna ricchi di risate! Il divertimento non è mancato e soprattutto la voglia di stare in compagnia! Anche se i giorni sono pochi, bastano alcune serate per non desiderare di ritornare a casa…
Il tema di questa fantastica avventura era: ”la felicità non è uno stato a cui arrivare, ma un modo di viaggiare”.
Ci siamo divertite a giocare all’aperto anche se faceva freddo e un semplice the caldo verso sera è diventato un occasione speciale per stare insieme.
Le scenette del fuoco di bivacco, i canti e le attività hanno reso questo campo unico per ognuna di noi e sicuramente non mancheranno altre occasioni per ridere e scherzare insieme, dimenticando i problemi quotidiani…
ACR: Il mese della PACE
Il Mese di Gennaio è dedicato alla Pace, un argomento alquanto vasto, individuale e che apre le porte a molte riflessioni. Per questo con i bambini della prima e seconda elementare ci siamo confrontati su questo grande tema e abbiamo chiesto loro a cosa attribuissero la parola ”Pace”.
Alcuni hanno tentato di rispondere, altri intimiditi hanno esitato e altri ancora si sono lanciati a capofitto nella risposta senza neanche pensarci un minuto dicendo che per loro la Pace è: Amore, Amicizia, Generosità, Giocare con gli amici, Andare a messa, Perdonare, Stare con Gesù. Andare all’ACR, la Gioia, lo scambio della pace, i sorrisi, la famiglia. E quindi ora chiedo a voi: condividete ciò che i bambini hanno esposto?!? Certo..risponderei! La Pace è questo. È imparare a riconoscere chi ha bisogno di aiuto tra le persone che ci sono vicine, proprio come Gesù fa con tutti noi, attraverso gesti concreti di amore.
Arriva quindi il tanto e atteso “Convegno della Pace”. Ogni anno si cerca nella Diocesi il luogo d’incontro e quest’anno, infatti, si svolgerà il 27 gennaio nella Parrocchia di San Valentino a Cisterna. Si troveranno li tutti i bambini, ragazzi e ragazze, gli educatori e perfino i genitori; tutti uniti a festeggiare la Pace che per assaporarla è necessario costruirla con impegno e comprendere quanto sia bello e più facile raggiungere questo obbiettivo mettendo insieme le forze e le caratteristiche di ciascuno. Il convegno è strutturato in questo modo: ci si incontra la mattina e dopo un momento di accoglienza inizieranno i giochi a stand per i ragazzi dalla prima alla terza media divisi in percorsi, per fasce di età e le attività per i genitori; ovviamente in un modo o nell’altro approfondiremo questo tema. Poi come una grande famiglia ci fermeremo per il pranzo, perché questo è l’Azione Cattolica: una grande famiglia, dove poter condividere la ricchezza dell’incontro con il Signore che genera l’incontro con l’altro. Dopo un momento di animazione, saremo chiamati a partecipare alla Santa Messa.
Ognuno aprirà il cuore al Signore per incontrarlo. Infine ci saluteremo e tutti porteranno nelle loro parrocchie e nelle loro case un vero messaggio di Pace. Grazie a questa giornata vissuta insieme, i ragazzi capiranno che accogliere gli altri nelle loro diversità non crea divisione ma ricchezza e pace, perché ognuno impegnandosi concretamente e personalmente, diventerà un grande dono per il prossimo, così che tutti potranno sperimentare l’incontro con il Signore e vivere la Pace come un’opportunità di gioia condivisa.
Un saluto affettuoso dall’ Azione Cattolica dei Ragazzi..
E un invito a testimoniare la Pace nelle vostre famiglie.
Di Luca Melania
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Tu credi nella vita dopo il parto?

– Non lo so, ma sicuramente… ci sarà più luce che qua. Magari cammineremo con le nostre gambe e ci ciberemo dalla bocca.
– Ma è assurdo! Camminare è impossibile. E mangiare dalla bocca? Ridicolo! Il cordone ombelicale è la via d’alimentazione … Ti dico una cosa: la vita dopo il parto è da escludere. Il cordone ombelicale è troppo corto.
– Invece io credo che debba esserci qualcosa. E forse sarà diverso da quello cui siamo abituati ad avere qui.
– Però nessuno è tornato dall’aldilà, dopo il parto. Il parto è la fine della vita. E in fin dei conti, la vita non è altro che un’angosciante esistenza nel buio che ci porta al nulla.
– Dove? Tutta intorno a noi! E’ in lei e grazie a lei che viviamo. Senza di lei tutto questo mondo non esisterebbe.
– Eppure io non ci credo! Non ho mai visto la mamma, per cui, è logico che non esista.
– Ok, ma a volte, quando siamo in silenzio, si riesce a sentirla o percepire come accarezza il nostro mondo. Sai? … Io penso che ci sia una vita reale che ci aspetta e che ora soltanto stiamo preparandoci per essa …
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