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Lettera dei Nonni di Villa Elena

Buona giornata a tutti,

Vi invio la risposta che i nonni ospiti di Villa Elena di Pontinia hanno scritto ai bambini delle classi terza A e terza B del plesso Don Milanidi Pontinia delle insegnanti Quaranta Ornella e Quaranta Pier Anna, in occasione della festa dei nonni del 2 Ottobre.
Veramente commovente, perchè l'ha copiata in bella copia Luciano, ospite di Villa Elena e che ho consegnato alla mia ex collega Piera Anna.
Pace a tutti
 
Lucrezia Zuccaro
 
Leggi la lettera: I Nonni di Villa Elena
 

Rosario nei quartieri

Martedi 22 Ottobre, ore 21:00

TAVOLATO

BRANDANI  ANTONELLA – V. Tavolato

OLTRE SISTO

PERIATI ALBERTO – V. Mediana SL, 48

LUNGO BOTTE

BOSCHETTO LINO – Migl. 48

B.GO PASUBIO

FAM. GABRIELLI E RASO – V. Trieste

POETI

ROSSI ANGELO

LATINI

FUSCO ANNA – V. dei Latini

MUSICISTI

LUPPI ENRICO – V. Paisiello 9

STATISTI

D’AGUANNO GOFFREDO E ATTILIA  – V. A. Moro

CENTRO STORICO NORD

BOTTONI GIACINTA – V. Napoli

CENTRO STORICO SUD

FAM. ORELLI – V. della Libertà, 33

CENTRO STORICO EST

GRICOLO GIANCARLO – V. dei Volsci

CENTRO STORICO OVEST

CAROCCI ROBERTA – P.zza Innocenzo XI

Tra scienza e fede … c’è di mezzo l’uomo

gandolfiniIn occasione del Primo Centenario della morte di San Giovanni Battista Piamarta, nella nostra parrocchia si sono svolti una serie d’incontri. 
Giovedì, 18 aprile 2013, si è tenuta una conferenza del Professore Massimo Gandolfini, primario neurochirurgo, consultore neurochirurgo della Sacra Congregazione per le cause dei Santi presso la Santa Sede e inoltre vicepresidente dell’Associazione “SCIENZA E VITA”. Questa associazione si impegna a promuovere l’autentica ricerca per la vita e si impegna a dedicare ogni sua energia a una formazione sempre più diffusa sui temi della Bioetica. Il professore è stato molto esaustivo, è stato capace di appassionarci e di renderci partecipi e ha reso  possibile la riflessione e il dialogo tra i presenti. […]
 
Continua la lettura: Tra scienza e fede – Scienza e Fede
 

La Fontana di S.Anna

anziani

 
Abbiamo inserito gli utlimi 5 numeri del mensile dedicato agli anziani "La Fontana di S.Anna".
 
Per consultarli seguite le voci del menu:
Progetto Pastorale > Consiglio Pastorale > La Fontana di S.Anna
 
 
 

Rosario Ottobre 2013

Ogni Martedì ore 21:00 presso le famiglie del quartiere.

 
TAVOLATO
8/10 Frittegotto Stefania Migl. 46 Sx
15/10 Boschetto Luigi Migl. 47 Dx
22/10 Brandani Antonella V. Tavolato
29/10 Felisati Mirella Migl. 45 ½ Sx
 
OLTRE SISTO
8/10 Medici Domenico Migl. 48
15/10 Santoriello Anna e Rosa Strada del Confine
22/10 Periati Alberto V. Mediana SL, 48
29/10 Battello Carlo Migl. 51
 
LUNGOBOTTE
8/10 Carmine Falso Migl. 50
15/10 Robibaro Armando e Carla Migl. 50
22/10 Boschetto Lino Migl. 48
29/10 Campagna Giulio Migl. 48 ½ 
 
B.GO PASUBIO
8/10 Abbatiello Nicoletta V. Tortona
15/10 Dente Vincenzo V. Tortona
22/10 Fam. Gabrielli e Raso V. Trieste
29/10 Fam. Zuin Franco V. Montegrappa
 
POETI
8/10 Annarelli Pina e Rosanna V. Petrarca
15/10 Malandruccolo Lino V. Petrarca
22/10 Rossi Angelo    
29/10 Forzati Orlando V. G. Pasolini
 
LATINI
8/10 Novizio Maria V. dei Latini
15/10 Gazzarata Lino V. dei Latini
22/10 Fusco Anna V. dei Latini
29/10 Venditti Enrico V. dei Latini

La fede, un «niente» che può «tutto»

GesùGesù ha appena avanza­to la sua proposta "uni­ca misura del perdono è perdonare senza misura", che agli Apostoli appare un obietti­vo inarrivabile, al di là delle lo­ro forze, e sgorga spontanea la richiesta: accresci in noi la fede. Da soli non ce la faremo mai.

Gesù però non esaudisce la ri­chiesta, perché non tocca a Dio aggiungere, accrescere, au­mentare la fede, non può farlo: essa è la libera risposta dell'uo­mo al corteggiamento di Dio.Gesù cambia la prospettiva da cui guardare la fede, introdu­cendo come unità di misura il granello di senape, proverbial­mente il più piccolo di tutti i semi: non si tratta di quantità, ma di qualità della fede. Fede come granello, come briciola; non quella sicura e spavalda ma quella che, nella sua fragi­lità, ha ancora più bisogno di Lui, che per la propria picco­lezza ha ancora più fiducia nel­la sua forza. Allora ne basta un granello, po­ca, anzi meno di poca, per ot­tenere risultati impensabili. La fede è un niente che è tutto. Leggera e forte. Ha la forza di sradicare alberi e la leggerezza di farli volare sul mare: se aveste fede come un granello di se­nape, potrete dire a questo gel­so sradicati.Io ho visto alberi volare, ho vi­sto il mare riempirsi di gelsi. Ho visto, fuori metafora, discepoli del Vangelo riempire l'orizzon­te di imprese al di sopra delle forze umane.

Segue poi poi una piccola pa­rabola sul rapporto tra padro­ne e servo, che inizia come una fotografia della realtà: Chi di voi, se ha un servo ad arare, gli dirà, quando rientra: Vieni e mettiti a tavola? E che termina con una proposta spiazzante, nello sti­le tipico del Signore: Quando a­vete fatto tutto dite: siamo servi inutili. Capiamo bene: servo i­nutile significa non determi­nante, non decisivo; indica che la forza che fa crescere il seme non appartiene al seminatore; che la forza che converte non sta nel predicatore, ma nella Pa­rola. «Noi siamo i flauti, ma il soffio è tuo, Signore» (Rumi).Allora capisco che chiedere «ac­cresci la mia fede» significa do­mandare che questa forza vivi­ficante entri come linfa nelle vene del cuore.

Servo inutile è colui che, in una società che pensa solo all'utile, scommette sulla gratuità, sen­za cercare il proprio vantaggio, senza vantare meriti. La sua gioia è servire la vita, custo­dendo con tenerezza coloro che gli sono affidati. Mai nel Vangelo è detto inutile il servi­zio, anzi esso è il nome nuovo, il nome segreto della civiltà. È il nome dell'opera compiuta da Gesù, venuto per servire, non per essere servito. Come lui an­ch'io sarò servo, perché questo è l'unico modo per creare una storia diversa, che umanizza, che libera, che pianta alberi di vita nel deserto e nel mare.

P. Ermes Ronchi

Rosario nei quartieri

Martedì 8 Ottobre 2013

TAVOLATO

FRITTEGOTTO STEFANIA – Migl. 46 Sx

OLTRE SISTO

MEDICI DOMENICO – Migl. 48

LUNGO BOTTE

CARMINE FALSO – Migl. 50

B.GO PASUBIO

ABBATIELLO NICOLETTA – V. Tortona

POETI

ANNARELLI PINA e ROSANNA – V. Petrarca

LATINI

NOVIZIO MARIA

MUSICISTI

LUPPI ENRICO

STATISTI

DE ROCHIS EVELINA – V. A. Moro, 79 Scala A

CENTRO STORICO NORD

MONTANO GINA – V. Napoli, 25

CENTRO STORICO SUD

FAM. PAGLIARELLA – V. L. Vinci

CENTRO STORICO EST

GIACOMINI MASSIMO – V. Lazio

CENTRO STORICO OVEST

VILLANO GIUSEPPE – V. Marconi

 

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Le piaghe del povero, carne di Cristo

riccoepuloneC'era una volta un ricco… La parabola del ricco senza no­me e del povero Lazzaro ini­zia con il tono di una favola e si svolge con il sapore di un a­pologo morale: c'è uno che si gode la vita, un superficiale spensierato, al quale ben pre­sto la vita stessa presenta il conto. Il cuore della parabo­la non sta però in una sorta di capovolgimento nell'aldilà: chi patisce in terra godrà nel cielo e chi gode in questa vi­ta soffrirà nell'altra. Il mes­saggio è racchiuso in una pa­rola posta sulla bocca di A­bramo, la parola 'abisso', un grande abisso è stabilito tra noi e voi.
Questo baratro separava i due personaggi già in terra: uno affamato e l'altro sazio, uno in salute e l'altro coperto di piaghe, uno che vive in stra­da l'altro al sicuro in una bel­la casa. Il ricco poteva colmare il baratro che lo separa­va dal povero e invece l'ha ra­tificato e reso eterno. L'eter­nità inizia quaggiù, l'inferno non sarà la sentenza improv­visa di un despota, ma la len­ta maturazione delle nostre scelte senza cuore.
Che cosa ha fatto il ricco di male? La parabola non è mo­ralistica, non si leva contro la cultura della bella casa, del ben vestire, non condanna la buona tavola. Il ricco non ha neppure infierito sul povero, non lo ha umiliato, forse era perfino uno che osservava tutti i dieci comandamenti.
Lo sbaglio della sua vita è di non essersi neppure accorto dell'esistenza di Lazzaro. Non lo vede, non gli parla, non lo tocca: Lazzaro non esiste, non c'è, non lo riguarda. Que­sto è il comportamento che san Giovanni chiama, senza giri di parole, omicidio: chi non ama è omicida (1 Gv 3,15). Tocchiamo qui uno dei cuori del Vangelo, il cui batti­to arriva fino al giorno del giu­dizio finale: Avevo fame, ave­vo freddo, ero solo, abbando­nato, l'ultimo, e tu hai spez­zato il pane, hai asciugato u­na lacrima, mi hai regalato un sorso di vita.
Il male è l'indifferenza, la­sciare intatto l'abisso fra le persone. Invece «il primo mi­racolo è accorgersi che l'altro, il povero esiste» (S. Weil), e cercare di colmare l'abisso di ingiustizia che ci separa.
Nella parabola Dio non è mai nominato, eppure intuiamo che era lì presente, pronto a contare ad una ad una tutte le briciole date al povero Lazza­ro e a ricordarle per sempre, tutte le parole, ogni singolo gesto di cura, tutto ciò che poteva regalare a quel nau­frago della vita dignità e ri­spetto, riportare uomo fra gli uomini colui che era solo un'ombra fra i cani. Perché il cammino della fede inizia dalle piaghe del povero, car­ne di Cristo, corpo di Dio.
«Se stai pregando e un pove­ro ha bisogno di te, lascia la preghiera e vai da lui. Il Dio che trovi è più sicuro del Dio che lasci» (san Vincenzo de Paoli).

P. Ermes Ronchi

Testimonianza di Paolo Brosio

Straordinaria, commovente e toccante testimonianza di Paolo Brosio.
La storia della sua conversione. La sua attuale opera missionaria e caritativa per la diffusione del Vangelo e l'aiuto agli ultimi.
Latina, Parrocchia san Michele arcangelo, 29 Settembre 2013

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