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Iscrizioni Catechismo

catechismoSettembre – Orario: dalle 10:00 alle 12:00 – dalle 15:00 alle 18:00

Dal 13 al 16 Iscrizioni 1° e 2° anno Cresima (2° e 3° Media)
Sabato 17 Ore 16:00 – Incontro con i genitori del biennio Cresima
20, 21, 22, 23 dalle 10:00 alle 12:00

Iscrizioni al 1° e 2° Discepolato (5° Elem. e 1° Media)

Venerdì 23

Ore 15:30: Incontro con i genitori del biennio Discepolato.

Dal 27 al 30

Iscrizioni al 1° e 2° anno Comunione (3° e 4° Elem.)

Sabato 1° Ottobre

Ore 16.00: Incontro con i genitori del biennio Comunione

Si è discepoli di Gesù soltanto se si è capaci di amare

gesù-discepoliGesù, sempre spiazzante nelle sue proposte, indica tre condizioni per seguirlo. Radicali. La prima: Se uno viene a me e non mi ama più di quanto ami suo padre, la madre, la moglie, i figli, i fratelli, le sorelle e perfino la propria vita, non può essere mio discepolo. Gesù punta tutto sull'amore. Lo fa con parole che sembrano cozzare contro la bellezza e la forza dei nostri affetti, la prima felicità di questa vita. Ma il verbo centrale su cui poggia la frase è: se uno non mi "ama di più". Allora non di una sottrazione si tratta, ma di una addizione. Gesù non sottrae amori, aggiunge un "di più". Il discepolo è colui che sulla luce dei suoi amori stende una luce più grande. E il risultato non è una sottrazione ma un potenziamento: Tu sai quanto è bello dare e ricevere amore, quanto contano gli affetti della famiglia, ebbene io posso offrirti qualcosa di ancora più bello. Gesù è la garanzia che i tuoi amori saranno più vivi e più luminosi, perché Lui possiede la chiave dell'arte di amare.
La seconda condizione: Colui che non porta la propria croce e non viene dietro a me. Non banalizziamo la croce, non immiseriamola a semplice immagine delle inevitabili difficoltà di ogni giorno, dei problemi della famiglia, della fatica o malattia da sopportare con pace. Nel Vangelo "croce" contiene il vertice e il riassunto della vicenda di Gesù: amore senza misura, disarmato amore, coraggioso amore, che non si arrende, non inganna e non tradisce.
La prima e la seconda condizione: amare di più e portare la croce, si illuminano a vicenda; portare la croce significa portare l'amore fino in fondo.
Gesù non ama le cose lasciate a metà, perché generano tristezza: se devi costruire una torre siediti prima e calcola bene se ne hai i mezzi. Vuole da noi risposte libere e mature, ponderate e intelligenti.
Ed elenca la terza condizione: chiunque di voi non rinuncia a tutti i suoi averi, non può essere mio discepolo. La rinuncia che Gesù chiede non è un sacrificio, ma un atto di libertà: esci dall'ansia di possedere, dalla illusione che ti fa dire: "io ho, accumulo, e quindi sono e valgo". "Un uomo non vale mai per quanto possiede, o per il colore della sua pelle, ma per la qualità dei suoi sentimenti "(M. L. King). "Un uomo vale quanto vale il suo cuore" (Gandhi).
Non lasciarti risucchiare dalle cose: la tua vita non dipende dai tuoi beni. Lascia giù le cose e prendi su di te la qualità dei sentimenti. Impara non ad avere di più, ma ad amare bene.
Gesù non intende impossessarsi dell'uomo, ma liberarlo, regalandogli un'ala che lo sollevi verso più libertà, più amore, più consapevolezza. Allora nominare Cristo, parlare di vangelo equivale sempre a confortare il cuore della vita.

P. Ermes Ronchi

Giochi senza quartiere 2016

Presso l’oratorio Sant’Anna di Pontinia venerdì 26 Agosto, si è tenuta la 2^ edizione di “Giochi senza quartiere” alla quale anno partecipato ben dieci squadre (Borgo Pasubio, Quartaccio, Cotarda, Poeti. Tavolato, Statisti,Centro, Latini, Musicisti, Amministrazione Comunale), nella squadra dell’Amministrazione Comunale anche il primo cittadino di Pontinia Carlo Medici . Prima dell’inizio dei giochi tutti i gruppi hanno partecipato alla Santa Messa presieduta da padre Nicola.  

L’evento è stato organizzato dal gruppo sportivo dell’oratorio supportato dai gruppi Scouts e Azione Cattolica e la voce di Domenico Ippoliti (giornalista e radiocronista) il quale ha permesso agli spettatori di seguire le fasi dei giochi momento per momento. Grazie all’associazione NEMESIS  i molti presenti hanno potuto soddisfare il proprio appetito gustando gli ottimi panini  e le freschissime bevande disponibili presso lo  stand allestito. Vincitori dell'edizione il quartiere "Borgo Pasubio"

Durante l’evento sono stati raccolti fondi per le popolazioni terremotate dell’Italia centrale.

Si ringraziano i padri Piamartini ed il Parroco padre Giancarlo Orlini.

 

Lotteria S.Anna – I biglietti vincenti

N. Premio Serie Numero
1 Confezione Profumo Gucci Premiere H 39
2 Buono acquisto costumi donna G 89
3 Buono acquisto F 40
4 Cena per 4 persone G 334
5 Occhiale da vista completo di lenti D 397
6 Buono acquisto Q 203
7 Coppia orecchini V 312
8 Materasso matrimoniale Ergoflex + 2 cuscini memory H 60
9 Collana di perle 7/8 chiusura oro bianco C 400
10 FIAT Panda Easy 5 porte 1.2 CC Benzina N 97

 

Sant’Anna 2016

Anna e Gioacchino sono i genitori della Vergine Maria. Gioacchino è un pastore e abita a Gerusalemme, anziano sacerdote è sposato con Anna. I due non avevano figli ed erano una coppia avanti con gli anni. Un giorno mentre Gioacchino è al lavoro nei campi, gli appare un angelo, per annunciargli la nascita di un figlio ed anche Anna ha la stessa visione. Chiamano la loro bambina Maria, che vuol dire «amata da Dio». Gioacchino porta di nuovo al tempio i suoi doni: insieme con la bimba dieci agnelli, dodici vitelli e cento capretti senza macchia. Più tardi Maria è condotta al tempio per essere educata secondo la legge di Mosè. Sant’Anna è invocata come protettrice delle donne incinte, che a lei si rivolgono per ottenere da Dio tre grandi favori: un parto felice, un figlio sano e latte sufficiente per poterlo allevare. È patrona di molti mestieri legati alle sue funzioni di madre, tra cui i lavandai e le ricamatrici.

PREGHIERA A SANT’ANNA PER LA PROTEZIONE DEI FIGLI

Gloriosa Sant’Anna, protettrice delle famiglie cristiane, a te affido i miei figli. So che li ho ricevuti da Dio e che a Dio appartengono. Pertanto ti prego di concedermi la grazia di accettare ciò che la Divina Provvidenza ha disposto per loro. Benedicili, o misericordiosa Sant’Anna e mettili sotto la tua protezione. Non ti chiedo per loro privilegi eccezionali. Solamente desidero consacrarti le loro anime e i loro corpi, affinché tu ci possa preservare da ogni male. A te affido le loro necessità temporali e la loro salvezza eterna. Imprimi nei loro cuori, o mia buona Sant’Anna, l’orrore del peccato, allontanali dal vizio, preservali dalla corruzione, conserva nelle loro anime la Fede, la rettitudine e i sentimenti cristiani ed insegna loro ad amare Dio sopra ogni cosa, come lo hai insegnato alla tua purissima Figlia, l’immacolata Vergine Maria. Sant’Anna, tu che sei stata specchio di pazienza, concedimi la virtù di affrontare con pazienza e amore le difficoltà che si presentano nell’educazione dei miei figli. Per loro e per me, chiedo la tua benedizione, o madre celeste piena di bontà. Che ti onoriamo sempre, come Gesù e Maria, che viviamo conformemente alla volontà di Dio e che dopo questa vita incontriamo la beatitudine nell’altra, riunendoci a te nella gloria per tutta l’eternità Così sia.

Una bella sorpresa!

Da “Rivista Pastorale” n.7 luglio 2016

“Complimenti per la sua rivista molto interessante e istruttiva per me Diacono permanente. Molte volte si parla male dei preti e dei loro collaboratori; io voglio spezzare una lancia a favore della Parrocchia di S. Anna in Pontinia (Latina), dove domenica 22 maggio mi sono recato con la mia sposa per un ragazzo che riceveva la prima comunione. Ho trovato un’accoglienza davvero fraterna, iniziando dal Parroco e confratelli della Congregazione Sacra Famiglia di Nazareth (fondata da San Giovanni Battista Piamarta), dai Diaconi permanenti e da tutti i ministri e catechisti. Grazie a Dio ci siamo trovati veramente a casa nostra: questo mi ha fatto molto riflettere, perche anche io posso migliorare nell’accoglienza e nella fratternità.
Complimenti a questa comunità e che Dio li protegga sempre”.

Diacono permanente Antonio Gonnella

Messaggio del Papa per la festa di S. Maria Goretti, “testimone del perdono”

SM Goretti2Mi è stato riferito che durante questo Giubileo della Misericordia le vostre Comunità hanno voluto rivolgere uno sguardo di particolare attenzione a Santa Maria Goretti, venerata come patrona delle vostre Chiese particolari.

La povertà e l’urgente necessità di lavoro spinsero la famiglia Goretti ad emigrare dalla nativa Corinaldo (nelle Marche) nell’Agro Romano prima e poi nel cuore di quelle che erano, all’epoca, le Paludi Pontine, terre fertili ma insidiose a motivo della malaria; lacrime e povertà accompagnavano ieri – come, drammaticamente, ancora oggi – i cammini di famiglie e di popoli che hanno all’origine le cause più varie, fra cui la povertà (cf. Amoris Laetitia n. 46). È una circostanza che ci fa sentire ancora più vicina questa ragazza che, come usavano fare nella famiglia di origine, voi continuate a chiamare Marietta; la famiglia visse con dignità questa situazione e mentre la Mamma Assunta provvedeva al lavoro, Marietta si prendeva cura dei fratelli e accudiva alla casa.

È commovente il fervore con il quale Marietta si preparò a ricevere per la prima volta l’Eucaristia e con cui, in seguito, si accostava alla mensa eucaristica. Anche se, vista la situazione dei luoghi e le circostanze della sua vita, si poté cibare di Cristo solo altre poche volte, una testimone ricorda, in proposito, questa significativa espressione della piccola Goretti: “Quando andiamo a fare la Comunione? Non vedo l’ora !” ; al numero, dunque, supplì l’intensità dell’amore per Gesù Eucaristia, senza la cui forza non avrebbe potuto compiere la scelta fondamentale della sua breve esistenza, per cui il venerabile Pio XII, il giorno della sua canonizzazione, poteva affermare che il candido giglio della sua verginità era stato imporporato dal sangue dei martiri (cf. AAS 42 [1950], 579).

Mi piace oggi porre in evidenza che, nel momento in cui, ferita a morte, compì la scelta suprema della sua vita, Marietta non pensava più a se stessa, ma a proteggere chi la colpiva a morte: «Così vai all’inferno… », ripeteva ad Alessandro Serenelli! Conosciamo pure le parole di perdono che ella ebbe per lui; sul letto di morte, al cappellano dell’ospedale di Nettuno, disse: «Lo perdono e lo voglio con me in paradiso». Nella bolla Misericordiae Vultus ho sottolineato che «il perdono [ … ] diventa l’espressione più evidente dell’amore misericordioso e per noi cristiani è un imperativo da cui non possiamo prescindere. Come sembra difficile tante volte perdonare! Eppure, il perdono è lo strumento posto nelle nostre fragili mani per raggiungere la serenità del cuore» (n. 9). Proprio questa generosissima offerta di perdono accompagna la morte serena della giovane Marietta e costituisce per il suo uccisore l’inizio di quel sincero cammino di conversione che, alla fine, lo condurrà a gustare il fiducioso abbandono nelle braccia del Padre delle misericordie.

So che, in tanti, insieme ai vostri Vescovi e sacerdoti, vi raccogliete nei luoghi legati alla memoria di Marietta: a Le Ferriere, dove fu colpita a morte; presso la «tenda del perdono» a Nettuno, dove morì; al Santuario della Madonna delle Grazie e di Santa Maria Goretti, dove è venerato il suo corpo. Questo recarvi nei luoghi in cui, viva, è la sua memoria, vi stimoli ad impegnarvi, come la Santa che venerate, ad essere testimoni del perdono. Come ho scritto nella bolla Misericordiae Vultus, è «giunto di nuovo per la Chiesa il tempo di farsi carico dell’annuncio gioioso del perdono. È il tempo del ritorno all’essenziale per farci carico delle debolezze e delle difficoltà dei nostri fratelli. Il perdono è una forza che risuscita a vita nuova e infonde il coraggio per guardare al futuro con speranza» (n. 10): è questo l’augurio con cui, di cuore, vi faccio giungere il mio saluto e la mia benedizione e, insieme, la richiesta di non dimenticarvi di pregare per me.

Francesco

Lettera del Papa: Messaggio papa Francesco a Crociata/Semeraro

Festa Sant’Anna 2016 – Programma –

Con il patrocinio dell’Amministrazione Comunale e la collaborazione della Pro Loco

♦ PROGRAMMA RELIGIOSO ♦

  • da Lunedì 18 a Sabato 23 Luglio ore 18:30
    • Novena in onore di S.Anna, seguirà S.Messa
  • Sabato 23 Luglio ore 10:30
    • S.Messa per gli anziani. Seguirà pranzo in parrocchia (off. Caritas)
  • Domenica 24 Luglio 7:30, 9:30, 11:00, 19:00
    • SS. Messe
  • Lunedì 25 Luglio ore 20:30
    • Solenne PROCESSIONE in onore di SANT’ANNA. Percorso: rotonda Corso Europa, Viale Italia, Piazza Indipendenza. Via Cesare Battisti, Piazza Pio VI. S. Messa presieduta da S.E. Mons. Mariano Crociata. Partecipano alle Liturgie: la CORALE S.ANNA e la banda musicale “G. DE JULIS” di Pontinia.
  • Martedì 26 Luglio
    • Ore 7:30, 9:30, 11:00 SS. Messe
    • Ore 19:00 S.Messa solenne con la partecipazione delle autorità

♦ PROGRAMMA DELLE MANIFESTAZIONI ♦

  • Domenica 3 Luglio
    • Piazza Indipendenza: 1° Raduno “Auto d’Epoca” e Ferrari a cura dell’Ass. G.A.V.E. (gruppo amatori veicoli d’epoca)
  • Domenica 10 Luglio
    • Parcheggio Via Mameli: Rievocazione trebbiatura del grano, esposizione Attrezzi Agricoli d’Epoca a cura dell’ass. G.A.V.E.
  • Giovedì 21 Luglio 
    • Ore 21:00, Oratorio S.Anna: Concerto banda “G. De Julis” Pontinia
  • Venerdì 22 Luglio
    • Ore 21:00, Verde pubblico attrezzato: Finale torneo clacetto S.Anna
  • Sabato 23 Luglio
    • Ore 20:00, Chiesa S.Anna: concerto “Corali Polifoniche” riunite
  • Domenica 24 Luglio
    • Ore 18:00, Cimitero comunale: ricordo dei “Ragazzi Del Cielo”
    • Ore 19:00, S. Messa – Chiesa S.Anna
    • Ore 21:00, Piazza Indipendenza serata musicale con Giosi Cento a cura de “La Vela
  • Lunedì 25 Luglio
    • Ore 22:15, Piazza Indipendenza: serata musicale con “Cosmic Crash” cover band Pink Floyd
  • Martedì 26 Luglio
    • Ore 21:30, Piazza Indipendenza: Roberta Faccani in concerto, a seguire estrazione dei premi della lotteriaSpettacolo Pirotecnico

Locandina da stampare: Programma Festa S.Anna 2016

Madonna di Lourdes a Pontinia dal 2 al 4 luglio 2016

Maria, tu sei apparsa a Bernardetta nella fenditura di questa roccia.

Nel freddo e nel buio dell’inverno,
hai fatto sentire il calore di una presenza,
la luce e la bellezza.
Nelle ferite e nell’oscurità delle nostre vite,
nelle divisioni del mondo dove il male è potente,
porta speranza
e ridona fiducia!

Tu che sei l’Immacolata Concezione,
vieni in aiuto a noi peccatori.
Donaci l’umiltà della conversione,
il coraggio della penitenza.
Insegnaci a pregare per tutti gli uomini.

Guidaci alle sorgenti della vera Vita.
Fa’ di noi dei pellegrini in cammino dentro la tua Chiesa.
Sazia in noi la fame dell’Eucaristia,
il pane del cammino, il pane della Vita.

In te, o Maria, lo Spirito Santo ha fatto grandi cose:
nella sua potenza, ti ha portato presso il Padre,
nella gloria del tuo Figlio, vivente in eterno.
Guarda con amore di madre
le miserie del nostro corpo e del nostro cuore.
Splendi come stella luminosa per tutti
nel momento della morte.

Con Bernardetta, noi ti preghiamo, o Maria,
con la semplicità dei bambini.
Metti nel nostro animo lo spirito delle Beatitudini.
Allora potremo, fin da quaggiù, conoscere la gioia del Regno
e cantare con te:
Magnificat!

Gloria a te, o Vergine Maria,
beata serva del Signore,
Madre di Dio,
Tempio dello Spirito Santo!

Amen!

O Madre mia, é nel vostro cuore che io vengo ad affidare le angosce del mio cuore ed attingervi forza e coraggio."

 

La peccatrice ai piedi di Gesù e il nostro «perbenismo»

Peccatrice_Piedi_22Entro in questo racconto grondante di lacrime e di profumo, grondante di vita, e provo a mettermi dalla parte della peccatrice, a guardare con i suoi occhi. Lo faccio perché così fa Gesù. Il suo sguardo si fa largo nel groviglio delle contraddizioni morali della donna per fissarsi sul germe intatto, sul germe divino che è nel cuore anche dell’ultima prostituta. E risvegliarlo.
Che spinta potente deve aver sentito quella donna per decidere di sfidare tutte le buone consuetudini, di calpestare i rituali consolidati, solo per dare ascolto al suo cuore inquieto. E che convinzione altrettanto forte deve aver avuto, per sapere con tutte le sue fibre che quel giovane rabbi, di cui aveva sentito raccontare gesti e parole, non l’avrebbe disprezzata, non l’avrebbe cacciata.
Va diritta davanti a lui, non gli chiede permesso, fa una cosa inaudita tanto è sconveniente: mani, bocca, lacrime, capelli, profumo su quei piedi.
Lei ha capito il cuore di Gesù meglio di tutti. Simone, tu non mi hai dato un bacio, questa donna invece da quando sono entrato non ha cessato di baciarmi. Dal poco al molto amore: Gesù desidera essere amato, va in cerca di persone e ambienti pronti a dargli affetto.
Il racconto rivela tutta l’umanità di Gesù, volto alto di Dio e dell’uomo. Gesù non solo dà affetto, ma sa anche riceverlo. Ama e si lascia amare, e in questo atteggiamento la sua umanità e la sua divinità si riconoscono, si ricongiungono.
Simone era un fariseo molto religioso e molto duro. Perché a volte la religiosità ha tolto sensibilità al nostro cuore? Forse è accaduto quando abbiamo vissuto la fede come osservanza delle regole e non come risposta all’amore di Dio.
Molto le è perdonato perché molto ha amato. Gesù ci invita ancora a convertirci a un Dio diverso da quello che temiamo e non amiamo, a un Dio che mette la persona prima della sua stessa legge. Anzi la sua prima legge, la prima sua gioia è che l’uomo viva.
Gesù ci invita ancora a cambiare il paradigma della nostra fede: dal paradigma del peccato a quello dell’amore. Non è il peccato l’asse portante del nostro rapporto con Dio, ma il ricevere e restituire amore.
Noi pensiamo la fede come un insieme complicato di dogmi e di doveri, con molte leggi e poco profumo; Gesù invece va dritto al cuore: ama, hai fatto tutto.
L’amore non fa peccati. L’amore contiene tutto, tutti i doni e tutti i doveri (M. Bellet). La vita non si sbaglia scommettendo in partenza sull’amore.
Quella donna mostra che un solo gesto d’amore, anche se muto e senza eco, è più utile per questo nostro mondo dell’azione più clamorosa, dell’opera più grandiosa. Questa è la vera rivoluzione portata da Gesù, possibile a tutti, possibile a me, ogni giorno.

P. Ermes Ronchi

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