Natale e Pasqua si sposano a Cana
Le nozze di Cana, per comprendere meglio questo bellissimo passo del Vangelo di Giovanni (Gv 2,1-12), riporto qui un commento al Vangelo di Padre Gian Franco Scarpitta della parrocchia San Francesco di Paola a Palermo.
"Non è trascorso molto tempo dalla conclusione del tempo di Natale, che ci aveva introdotti nel mistero dell'Incarnazione del Figlio di Dio che è il Dio con noi e già allora si gustava il fascino della salvezza dataci nella novità assoluta dello stesso Verbo. Il miracolo di cui parla il brano evangelico di oggi rievoca in un certo qual modo quello stesso mistero e contemporaneamente ci da' un saggio di quello ancora più esaltante dalla Pasqua. Forse è il caso di dire che Natale e Pasqua si incontrano a Cana di Galilea. Ma andiamo con ordine e osserviamo quanto avviene durante questo sposalizio.
Le feste nuziali nell'antico Israele duravano 8 o 9 giorni ed era inverosimile che in una circostanza come quella venisse a mancare il vino, elemento anche nella Bibbia emblematico della gioia e della prosperità. Senza il vino, non era possibile festa alcuna. Eppure, allo scadere dell'ottavario delle nozze, viene proprio a mancare questa bevanda immancabile e insostituibile nei banchetti.
Sarebbe stato un vero disastro se Gesù non fosse intervenuto, ma a dire il vero sarebbe stato ancora più pernicioso se la madre di Gesù non avesse preso l'iniziativa di porre il problema al Figlio: "Non hanno vino"- e in questa sua sollecita interferenza non si può non evincere quanto sia legittima l'intercessione generale di Maria nei nostri rapporti con Cristo.
Sarebbe stato un vero disastro se Gesù non fosse intervenuto, ma a dire il vero sarebbe stato ancora più pernicioso se la madre di Gesù non avesse preso l'iniziativa di porre il problema al Figlio: "Non hanno vino"- e in questa sua sollecita interferenza non si può non evincere quanto sia legittima l'intercessione generale di Maria nei nostri rapporti con Cristo.
A questo punto segue una risposta sorprendente da parte di Gesù: "Che c'è fra me e te o donna?" Altrimenti tradotta: "Che cosa vuoi da me o donna?" Espressione che potrebbe suscitare sorprese e perplessità visto che un figlio non si rivolgerebbe mai alla propria madre con quei termini così seccati e lapidari ("donna") tantomeno nel corso di una festa, dove la consanguineità è ben nota a tutti. Ma perché possiamo sciogliere l'enigma, occorre che collochiamo Gesù, Figlio di Dio, nel contesto vivo del suo tempo, considerando anche la sua posizione. […]"
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