Buon Anno
La gioia è contagiosa. Possiamo irradiare la gioia, non perché la vita è facile ma perché sappiamo riconoscere la presenza di Dio in mezzo alla sofferenza umana, nella nostra e in quella degli altri. Dobbiamo imparare a cogliere i bagliori del sole che risplende dietro le nuvole.
Si, so che c’è un sole, anche se il cielo è ricoperto di nubi. Spesso ci fermiamo a parlare delle nuvole e dimentichiamo il sole. Un giorno ho compreso che era il sole che mi permetteva di vedere le nuvole.
La gioia e il sorriso sono doni che vengono dal vivere alla presenza di Dio, confidando che non val la pena di stare in ansia per il domani.
Qui in Africa si sperimenta come i ricchi hanno molto denaro, i poveri molto tempo. E quando si ha molto tempo si festeggia la VITA.
Buon anno, che tutti noi possiamo parlare del Sole, (Dio), mentre camminiamo sotto un cielo nuvoloso, per essere nel mondo messaggeri di speranza.
Venerdì ritorno in Italia per un giro di solidarietà. Spero di incontrarti.
La pace del Signore sia con te.
P. Gian Paolo
Buon Natale
Quest’anno è certamente per me un Natale diverso.
Penso a un Gesù bambino moretto, che non ha freddo ma che suda.
Penso a Gesù che nasce in una baracca senza pavimento, senza corrente, senza acqua, adagiato tra la polvere, come i bambini del nostro bairo.
Mi tornano in mente le parole di una canzone che si cantava nelle nostre chiese:
Se un uomo soffre … là ci sei TU
Se un uomo muore … là ci sei TU
Mi chiama a “spogliare” questa festa per scoprirne l’essenza.
Dio si mischia con la nostra umanità per condividere con noi la nostra vita.
Dio si fa Uomo per donarci la vita da figli di Dio.
Dio viene sulla terra per insegnarci il cammino verso il cielo.
Dio si fa prossimo nel nostro quotidiano.
Dio si fa compagno di strada soprattutto per chi è povero, solo, in difficoltà.
Dio chiede il nostro aiuto, vuole stare con noi attraverso di noi.
che possiamo sperimentare la SUA presenza condividendo un po’ dell’ Amore che LUI ci dona.
P. Gian Paolo
La libertà di pensiero non è omofobia
Ti scrivo per invitarti a firmare e diffondere tra i tuoi contatti la seguente petizione di CitizenGO, riguardante il documento "Linee guida per un'informazione rispettosa delle persone LGBT", a cura del Dipartimento delle Pari Opportunità,
http://www.citizengo.org/it/
Il testo dichiara di voler contribuire all'abolizione degli stereotipi e dei discorsi pregiudizievoli nei confronti delle persone LGBT (lesbiche, gay, bisessuali e transessuali). Alcune delle indicazioni fornite sono sacrosante (e così ovvie da essere quasi inutili): le persone LGBT non devono essere insultate, descritte in modo stereotipato, offese o discriminate in quanto tali. Purtroppo, il documento va ben oltre, fino a rappresentare un vero e proprio testo propagandistico dell'ideologia gender e dei cosiddetti "diritti delle persone LGBT". Di seguito alcuni esempi:
- Matrimonio e famiglia: il documento diffida dal parlare di "famiglia tradizionale" (quella composta da un uomo e una donna) e di "matrimonio gay", affermando che le unioni tra persone dello stesso sesso non vadano differenziate dai matrimoni tra uomo e donna e che le "famiglie omogenitoriali" non debbano essere linguisticamente distinte dalle altre. Questo punto è evidentemente lesivo della libertà di opinione di tutti coloro che credono che il matrimonio sia riservato alle unioni tra uomo e donna e che solo questa istituzione possa fondare una famiglia autentica.
- Politica e diritti: da un lato il documento sconsiglia di legare le tematiche LGBT all'intervento di specialisti (come psicologi e psicanalisti) per non "depoliticizzare le questioni inerenti i diritti LGBT", ma dall'altro lato a sua volta neutralizza il dibattito su tali questioni (matrimonio tra persone dello stesso sesso, adozione e così via), dando per scontati provvedimenti e dispositivi legislativi attualmente inesistenti e bollando tutto il resto come pregiudiziale e discriminatorio.
- Dibattiti: si afferma che "non è affatto ovvio" proporre contraddittori sui diritti delle persone LGBT. Ancora una volta, si scambiano i diritti individuali (sacrosanti per tutti gli individui, senza distinzione alcuna) con le discussioni sull'istituto della famiglia e del matrimonio, che non hanno nulla a che fare con i diritti delle persone e che devono essere oggetto di dibattito democratico.
- Discorsi d'odio: si afferma di voler combattere i discorsi di incitamento all'odio (obiettivo ovviamente encomiabile), ma di fatto si finisce col considerare tale tutto ciò che non si dichiara favorevole all'estensione del matrimonio alle coppie formate da persone dello stesso sesso.
- Neutralità: il documento si avvale dell'autorità e della neutralità dovute al suo carattere istituzionale, ma di fatto esprime opinioni politiche e ideologiche tutt'altro che asettiche, e di conseguenza orienta imass media e l'opinione pubblica che ne fruisce, sia in modo diretto (ad esempio, dichiarandosi nemmeno troppo velatamente a favore dell'introduzione del cosiddetto "matrimonio gay") sia indirettamente (come quando si consiglia di non utilizzare l'espressione "utero in affitto" e di sostituirla con "gestazione di sostegno", come se una diversa espressione linguistica potesse far scomparire le enormi problematiche etiche e giuridiche legate a questa prassi).
In generale, il documento confonde continuamente il rispetto per le persone LGBT (che è assolutamente doveroso, così come il rispetto per tutte le persone, senza distinzioni in base all'orientamento sessuale) con le rivendicazioni di modifiche a istituti della società (come matrimonio e famiglia) che non c'entrano nulla nè con i diritti individuali nè con il rispetto dovuto a ogni essere umano.
Affermare che il matrimonio è l'unione di un uomo e una donna e che così dovrebbe essere per legge odichiarare che un bambino deve essere cresciuto da un padre e una madre (e affermare queste cose senza violenza o insulti) non vuol dire mancare di rispetto a nessuno, ma semplicemente significa esprimere un'opinione politica. Non si capisce perché il Dipartimento delle Pari Opportunità debba vietare a un giornalista di esprimersi su queste tematiche, perché il dibattito democratico debba essere sospeso in nome del politically correct, perché le decisioni su questi temi debbano esser prese a priori rispetto al Parlamento e all'opinione pubblica, perché chi non è in linea con queste convinzioni politiche debba essere tacciato di omofobia e intolleranza.
Per tutte queste ragioni, ti chiedo di sottoscrivere e diffondere questa petizione di CitizenGO, cliccando sul link seguente:
http://www.citizengo.org/it/
Per ogni firma, il presidente dell'Ordine dei giornalisti Enzo Iacopino riceverà una e-mail che gli chiede di non adottare queste linee guida liberticide all'interno del codice deontologico della professione giornalistica.
Grazie del tuo impegno in difesa della libertà di opinione di chi crede nel valore della famiglia.
Matteo Cattaneo e il team di CitizenGO
E’ Avvento, il tempo dell’ascolto
Il tempo dell'Avvento è un tempo per svegliarci, per accorgerci.
Il tempo dell'attenzione. Attenzione è rendere profondo ogni momento.
Mi ha sempre inquietato l'immagine del Signore che viene di soppiatto come un ladro nella notte. Cerco di capire: Dio non è un ladro di vita, e infatti non è la morte che viene adombrata in questa piccola parabola, ma l'incontro. Il Signore è un ladro ben strano, non ruba niente, dona tutto, viene con le mani piene. Ma l'incontro con Lui è rapinoso, ti obbliga a fare il vuoto in te di cento cose inutili, altrimenti ciò che porta non ci sta. Mette a soqquadro la tua casa, ti cambia la vita, la fa ricca di volti, di luce, di orizzonti.
Io ho qualcosa di prezioso che attira il Signore, come la ricchezza attira il ladro: è la mia persona, il fiume della mia vita che mescola insieme fango e pagliuzze d'oro, questo nulla fragile e glorioso cui però Lui stesso ha donato un cuore.
Vieni pure come un ladro, Signore, prendi quello che è prezioso per te, questo povero cuore. Prendilo, e ridonamelo poi, armato di luce.
Dolore e Morte: negazione di Dio? Conferenza – Dibattito
Si è svolto in un affollato Teatro Fellini il convegno sull’impegnativo ed inusuale tema del dolore e della morte, nella ricerca di senso e di speranza per la nostra vita.
Fortemente voluta dalla Parrocchia Sant’Anna, dal comune di Pontinia, dal Consiglio dei Giovani e dal Forum della Cultura e della Comunicazione Cristiana, la conferenza-dibattito si è posta come momento di riflessione nel contesto di profonda sofferenza della comunità di Pontinia per la morte recente di giovani concittadini, la presenza tra noi di persone disabili e di malati di lunga degenza.
Con sorpresa degli stessi organizzatori, alle ore 21 il Teatro Fellini si presentava già pieno, con una larga partecipazione di giovani che hanno saputo cogliere l’opportunità per approfondire tematiche esistenziali tanto delicate e dirimenti.
La Direttrice del teatro Paola Sangiorgi dà a tutti il benvenuto dichiarandosi molto soddisfatta della partecipazione ad un dibattito su temi così importanti; il Parroco, Padre Valeriano Montini, è anche lui sorpreso per la vasta risposta all’invito, soprattutto da parte dei giovani e, narrando un aneddoto, ci mette in guardia dal meritare “lo scettro della stupidità” di chi trascura di prepararsi per “il viaggio”. Il Sindaco, Dottore Eligio Tombolillo, si dice molto soddisfatto per questa scommessa vinta grazie alla sensibilità della comunità di Pontinia, nota per la sua accoglienza (e…detto tra noi, di cui lui ci dà l’esempio).
Il Direttore del Forum della Cultura e Comunicazione Cristiana, avv. Roberto De Tilla, si sofferma sull’importanza del “forum”, luogo del dialogo, momento attivo, oggi trascurato a favore della TV e di internet. “Onore a voi tutti – dice – e a tutta la comunità di Pontinia in cui si vive bene, c’è il senso della famiglia, il problema di uno è sentito da tutti. Il forum vuole diffondere il messaggio di Gesù che con la sua esistenza, la sua predicazione, ha capovolto le cose, mettendo al centro la persona.” Infine, il Rappresentante del Consiglio dei Giovani, Matteo Lovato, riflette sulla impossibilità del relativismo e del materialismo di dare risposte alle domande di senso della vita.[…]
Teresa Zicchieri Medici
Continua la lettura: Dolore e Morte Pontinia 15.11.13
Vincere il male con la perseveranza
Al di là di profeti ingannatori, anche se l'odio sarà dovunque, ecco quella espressione struggente: Ma nemmeno un capello del vostro capo andrà perduto; ribadita da Matteo 10,30: i vostri capelli sono tutti contati, non abbiate paura. Nel caos della storia lo sguardo del Signore è fisso su di me, non giudice che incombe, ma custode innamorato di ogni mio frammento. Il vangelo ci conduce sul crinale della storia: da un lato il versante oscuro della violenza, il cuore di tenebra che distrugge; dall'altro il versante della tenerezza che salva. In questa lotta contro il male, contro la potenza mortifera e omicida presente nella storia e nella natura, " con la vostra perseveranza salverete la vostra vita". La vita – l'umano in noi e negli altri – si salva con la perseveranza. Non nel disimpegno, nel chiamarsi fuori, ma nel tenace, umile, quotidiano lavoro che si prende cura della terra e delle sue ferite, degli uomini e delle loro lacrime. Scegliendo sempre l'umano contro il disumano (Turoldo).
Perseveranza vuol dire: non mi arrendo; nel mondo sembrano vincere i più violenti, i più crudeli, ma io non mi arrendo.
Anche quando tutto il lottare contro il male sembra senza esito, io non mi arrendo. Perché so che il filo rosso della storia è saldo nelle mani di Dio. Perché il mondo quale lo conosciamo, col suo ordine fondato sulla forza e sulla violenza, già comincia a essere rovesciato dalle sue stesse logiche. La violenza si autodistruggerà (M. Marcolini).
Il Vangelo si chiude con un'ultima riga profezia di speranza: risollevatevi, alzate il capo, la vostra liberazione è vicina.
In piedi, a testa alta, liberi: così vede i discepoli il vangelo. Sollevate il capo, guardate lontano e oltre, perché la realtà non è solo questo che si vede: viene un Liberatore, un Dio esperto di vita.
Sulla terra intera e sul piccolo campo dove io vivo si scaricano ogni giorno rovesci di violenza, cadono piogge corrosive di menzogna e corruzione. Che cosa posso fare? Usare la tattica del contadino. Rispondere alla grandine piantando nuovi frutteti, per ogni raccolto di oggi perduto impegnarmi a prepararne uno nuovo per domani. Seminare, piantare, attendere, perseverare vegliando su ogni germoglio della vita che nasce.
P. Ermes Ronchi
E’ l’amore che vince la morte
La storiella paradossale di una donna, sette volte vedova e mai madre, è adoperata dai sadducei come caricatura della fede nella risurrezione dei morti: di quale dei sette fratelli che l'hanno sposata sarà moglie quella donna nella vita eterna?
Per loro la sola eternità possibile sta nella generazione di figli, nella discendenza. Gesù, come è solito fare quando lo si vuole imprigionare in questioni di corto respiro, rompe l'accerchiamento, dilata l'orizzonte e «rivela che non una modesta eternità biologica è inscritta nell'uomo ma l'eternità stessa di Dio» (M. Marcolini).
Quelli che risorgono non prendono moglie né marito.
Facciamo attenzione: Gesù non dichiara la fine degli affetti. Quelli che risorgono non si sposano, ma danno e ricevono amore ancora, finalmente capaci di amare bene, per sempre. Perché amare è la pienezza dell'uomo e di Dio. Perché ciò che nel mondo è valore non sarà mai distrutto. Ogni amore vero si aggiungerà agli altri nostri amori, senza gelosie e senza esclusioni, portando non limiti o rimpianti, ma una impensata capacità di intensità e di profondità.
Saranno come angeli.
Gesù adopera l'immagine degli angeli per indicare l'accesso ad una realtà di faccia a faccia con Dio, non per asserire che gli uomini diventeranno angeli, creature incorporee e asessuate. No, perché la risurrezione della carne rimane un tema cruciale della nostra fede, il Risorto dirà: non sono uno spirito, un fantasma non ha carne e ossa come vedete che io ho (Lc 24,36). La risurrezione non cancella il corpo, non cancella l'umanità, non cancella gli affetti. Dio non fa morire nulla dell'uomo. Lo trasforma. L'eternità non è durata, ma intensità; non è pallida ripetizione infinita, ma scoperta «di ciò che occhio non vide mai, né orecchio udì mai, né mai era entrato in cuore d'uomo…» (1Cor 2,9).
Il Signore è Dio di Abramo, di Isacco, di Giacobbe. Dio non è Dio di morti, ma di vivi.
In questo «di» ripetuto 5 volte è racchiuso il motivo ultimo della risurrezione, il segreto dell'eternità. Una sillaba breve come un respiro, ma che contiene la forza di un legame, indissolubile e reciproco, e che significa: Dio appartiene a loro, loro appartengono di Dio. Così totale è il legame, che il Signore fa sì che il nome di quanti ama diventi parte del suo stesso nome. Il Dio più forte della morte è così umile da ritenere i suoi amici parte integrante di sé. Legando la sua eternità alla nostra, mostra che ciò che vince la morte non è la vita, ma l'amore. Il Dio di Isacco, di Abramo, di Giacobbe, il Dio che è mio e tuo, vive solo se Isacco e Abramo sono vivi, solo se tu e io vivremo. La nostra risurrezione soltanto farà di Dio il Padre per sempre.
P.Ermes Ronchi
Halloween? No, grazie
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>>> Halloween, festa delle zucche vuote <<<
Le origini di questa festa popolare sono strettamente connesse alla magia, alla stregoneria, alla superstizione e al satanismo. A causa delle sue radici e della sua essenza esoterica, Halloween può aprire una porta all'influsso occulto nella vita delle persone. Ricorre il 31 ottobre in quella sera, se da una parte i più piccoli si limitano a travestirsi e a bussare alle porte per il famoso dolcetto-scherzetto, in altri luoghi (chiese sconsacrate e cimiteri) vengono compiuti riti satanici con anche sacrifici di vite umane e profanazione di ostie consacrate.
Pellegrinaggio sui luoghi di S. Giovanni Battista Piamarta e di Papa Giovanni XXIII – Brescia, 16-18 ottobre 2013
Un vero successo questo nostro pellegrinaggio a Brescia e a Sotto il monte per venerare San Giovanni Battista Piamarta nel centenario della sua morte, e il Beato Giovanni XXIII, presto santo.
Sono stati tre giorni intensi, che sono volati come un solo giorno, molto ricchi di spiritualità, di cordialità, di visite a luoghi di grande interesse storico e artistico.
Ma il fulcro del nostro viaggio sono state le Chiese e gli Istituti della Congregazione piamartina “ S. Famiglia di Nazaret”.
Per gli storici e per tutti gli italiani, Brescia è la “Leonessa” del nostro Risorgimento, ma per noi della Parrocchia S. Anna di Pontinia, Brescia è soprattutto la nostra “Patria spirituale” perché molto dobbiamo a Padre Piamarta e alla sua Congregazione. Da oltre 60 anni, infatti, ci guidano nella vita cristiana, prodigandosi senza sosta per l’evangelizzazione. […]
Teresa Zicchieri Medici
Continua la lettura: Pellegrinaggio SGB Piamarta
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