M.Gandolfini – Ideologia Gender – Pontinia Teatro Fellini
Straordinaria serata ieri in occasione dell'incontro con il prof. Massimo Gandolfini. Grande successo di pubblico, il teatro era stracolmo! Ringrazio Padre Valeriano per aver organizzato l'incontro ed il prof. Gandolfini per averci fatto rimanere a bocca aperta per l'ennesima volta!
Il video integrale dell'incontro (diviso in due parti) è disponibile qui sul sito della nostra parrocchia nella colonna di destra, sotto la galleria fotografica. Mi raccomando spargete la voce soprattutto con coloro che non erano presenti.
Morire a se stessi moltiplica la vita
Vogliamo vedere Gesù. Grande domanda dei cercatori di sempre, domanda che sento mia. La risposta di Gesù dona occhi profondi: se volete capire me, guardate il chicco di grano; se volete vedermi, guardate la croce. Il chicco di grano e la croce, due immagini come sintesi ardente dell'evento Gesù.
Se il chicco di grano, caduto in terra, non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto. Una frase difficile e anche pericolosa se capita male, perché può legittimare una visione doloristica e infelice della religione.
Un verbo balza subito in evidenza per la sua presa emotiva: morire, non morire. Ipotesi o necessità, pare oscurare tutto il resto, mentre invece è l'inganno di una lettura superficiale. L'azione principale, lo scopo verso cui tutto converge, il verbo che regge l'intera costruzione è «produrre»: il chicco produce molto frutto. L'accento non è sulla morte, ma sulla vita. Gloria di Dio non è il morire, ma il molto frutto buono.
Osserviamo un granello di frumento, un qualsiasi seme: nessun segno di vita, un guscio spento e inerte, che in realtà è un forziere, un piccolo vulcano di vita. Caduto in terra, il seme muore alla sua forma ma rinasce in forma di germe, non uno che si sacrifica per l'altro seme e germe non sono due cose diverse, sono la stessa cosa ma tutto trasformato in più vita: la gemma si muta in fiore, il fiore in frutto, il frutto in seme. Nel ciclo vitale come in quello spirituale «la vita non è tolta ma trasformata» (Liturgia dei defunti), non perdita ma espansione.
Ogni uomo e donna sono chicco di grano, seminato nei solchi della storia, della famiglia, dell'ambiente di lavoro e chiamato al molto frutto. Se sei generoso di te, di tempo cuore intelligenza; se ti dedichi, come un atleta, uno scienziato o un innamorato al tuo scopo, allora produci molto frutto. Se sei generoso, non perdi ma moltiplichi la vita.
La seconda icona è la croce, l'immagine più pura e più alta che Dio ha dato di se stesso. «Per sapere chi sia Dio devo solo inginocchiarmi ai piedi della Croce» (Karl Rahner). Dio entra nella morte perché là va ogni suo figlio. Ma dalla morte risorge come un germe di vita indistruttibile, e ci trascina fuori, in alto, con sé. Gesù è così: un chicco di grano, che si consuma e fiorisce; una croce, dove già respira la risurrezione. Io sono cristiano per attrazione: attirerò tutti a me. E la mia fede è contemplazione del volto del Dio crocifisso.
«La Croce non ci fu data per capirla ma perché ci aggrappassimo ad essa» (Bonhoeffer): attratto da qualcosa che non capisco ma che mi seduce, mi aggrappo alla sua Croce, cammino dietro a Cristo, morente in eterno, in eterno risorgente.
Padre Ermes Ronchi
Sei casa del Padre, non fare mercato del tuo cuore
E io, come vorrei il mondo, cosa sogno per la nostra casa grande che è la terra? Che sia Casa del Padre, dove tutti sono fratelli, o casa del mercato (Gv2,16), dove tutti sono rivali?
È questa l'alternativa davanti alla quale oggi mi mette Gesù. E la sua scelta è così chiara e convinta da farlo agire con grande forza e decisione: si prepara una frusta e attraversa l'atrio del tempio come un torrente impetuoso, travolgendo uomini, animali, tavoli e monete.
Mi commuove in Gesù questa combattiva tenerezza: in lui convivono la dolcezza di una donna innamorata e la determinazione, la forza, il coraggio di un eroe sul campo di battaglia (C. Biscontin).
Un gesto infiammato, carico di profezia: Non fate della casa del Padre mio una casa di mercato! Non fare del mercato la tua religione, non fare mercato della fede. Non adottare con Dio la legge scadente della compravendita, la logica grezza del baratto dove tu dai qualcosa a Dio (una Messa, un'offerta, una rinuncia…) perché lui dia qualcosa a te. Dio non si compra e non si vende ed è di tutti.
La casa del Padre, che Gesù difende con forza, non è solo l'edificio del tempio, ma ancor più è l'uomo, la donna, l'intero creato, che non devono, non possono essere sottomessi alle regole del mercato, secondo le quali il denaro vale più della vita. Questo è il rischio più grande: profanare l'uomo è il peggior sacrilegio che si possa commettere, soprattutto se povero, se bambino, se debole, i principi del regno. «Casa di Dio siete voi, se conservate libertà e speranza» (Eb 3,6). Casa, tempio, tenda grembo di Dio sono uomini e donne che custodiscono nel mondo il fuoco della speranza e della libertà, la logica del dono, l'atto materno del dare. Tempio di Dio è l'uomo: non farne mercato! Non umiliarlo sotto le leggi dell'economia. Non fare mercato del cuore! Sacrificando i tuoi affetti sull'altare del denaro. Non fare mercato di te stesso, vendendo la tua dignità e la tua onestà per briciole di potere, per un po' di profitto o di carriera.
Ma l'esistenza non è questione di affari: è, e non può che essere, una ricerca di felicità. Che le cose promettono e non mantengono. È solo nel dare e nel ricevere amore che si pesa la felicità della vita. I Giudei allora: quale segno ci mostri per fare così? Gesù risponde portandoli su di un altro piano: Distruggete questo tempio e in tre giorni lo riedificherò. Non per una sfida a colpi di miracolo e di pietre, ma perché vera casa di Dio è il suo corpo. E ogni corpo d'uomo è divino tempio: fragile, bellissimo e infinito. E se una vita vale poco, niente comunque vale quanto una vita. Perché con un bacio Dio le ha trasmesso il suo respiro eterno.
P.Ermes Ronchi
Maschile, Femminile e Ideologia Gender
Essere maschi o femmina: è un dato di fatto o una scelta?
Oggi la risposta viene messa in dubbio.
FAMIGLIA SOTTO ATTACCO Quale Futuro?
Secondo la teoria del Gender, il dato biologico è secondario rispetto alla percezione soggettiva di sè da parte del singolo, alla quale la società si dovrebbe adeguare. E’ un segno dei tempi, la rivendicazione di una autodeterminazione talmente assoluta da prescindere persino dal dato oggettivo.
Ma questa pretesa di negare la differenza sessuale, trova riscontro nelle acquisizioni scientifiche? Quali ricadute ha educare i bambini in questa prospettiva attraverso percorsi che avviano i piccoli ad una sessualizzazione precoce, spesso senza il coinvolgimento delle famiglie? E’ possibile pensare l’essere genitori fuori dal rapporto di feconda complementarietà tra un uomo e una donna? Con quali conseguenze?
Eccomi, una parola che trasforma
Un conto è sentirsi al mondo a caso o svolgere la propria vita a caso. Un conto è sentirsi chiamati, perché amati: chiamati alla vita, chiamati alle scelte, alla gioia, agli impegni, alla soddisfazione di avere un senso nella propria esistenza e nello scorrere delle giornate. La Bibbia, Parola di Dio, spesso ci presenta dei personaggi, delle testimonianze: persone che hanno vissuto una loro fedeltà a Dio e alla propria vocazione e che sono ancora oggi e sempre dei modelli che ci aiutano a costruire la vita e la fede in maniera bella e profonda. Oggi ci sono presentate delle persone che sono state scelte e chiamate in maniera particolare dal Signore, hanno risposto con la gioia e la generosità del loro cuore, non hanno rimpianto nulla di quello che hanno lasciato, anzi con gioia hanno lasciato “la barca e il padre”, hanno realizzato un progetto di vita fondamentale per sé e per tutti.
La prima figura è Samuele: chiamato ad essere “bocca di Dio”, cioè suo profeta e portavoce. Abbiamo anche la figura di Eli, guida intelligente e saggia. In un primo tempo Samuele confonde la voce di Dio con quella di Eli. Non è lui, ma Dio a chiamarlo. Per capirlo Samuele ha comunque bisogno di Eli, che lo aiuta a discernere la parola di Dio e lo educa ad assumere gli atteggiamenti giusti per ascoltarla e obbedirle. L’esperienza di Dio è sempre personale, ma abbiamo bisogno di qualcuno che ci accompagni e ci introduca in essa. Stupenda e profonda la preghiera che Samuele arriva a pronunciare: “Parla o Signore che il tuo servo ti ascolta”. E Samuele ha ascoltato la voce e la chiamata di Dio non solo in quel momento ma in tutta la sua vita, nel diventare profeta, capo, guida del popolo di Dio. E il commento più forte che abbiamo è questo: “Samuele crebbe e il Signore fu con lui, né lasciò andare a vuoto una sola delle sue parole”. Che grandezza di ascolto, di attenzione, di risposta, che grandezza di vita!
Nel vangelo abbiamo la chiamata di Andrea e del suo compagno che vivono un incontro personale con Gesù, espresso con l’immagine stupenda del dimorare con lui nella stessa casa. Anche Pietro vive l’esperienza personale dello sguardo di Gesù che si posa su di lui e lo trasforma. Tutti hanno bisogno della fede di qualcun altro che consegni la loro vita all’incontro con Gesù: i primi due ascoltano la testimonianza di Giovanni Battista, Pietro quella del fratello Andrea. Questi apostoli non dimenticheranno più quell’incontro con Gesù e a Lui, pur con limiti e difetti, ma con la generosità del cuore, daranno la vita, per sempre. Così realizzano la loro vocazione e missione, così danno il senso più vero alla loro esistenza, così sono diventati le persone più utili e più grandi nella costruzione della vita della Chiesa e del mondo.
C’è quella parola semplice e grande che è tutto nella vita di una persona, la parola: “Eccomi”. L’ha pronunciata Cristo Gesù: “Allora Io ho detto: “Eccomi, io vengo per fare la tua volontà”. L’ha pronunciata Samuele, l’hanno pronunciata gli apostoli, l’ha pronunciata la Madonna, “Eccomi, sono la serva del Signore, si compia in me secondo la tua Parola”. L’hanno pronunciata milioni di credenti e di consacrati. La vogliamo pronunciare anche noi, ciascuno, in un rapporto personale con Gesù il Signore, nel rapporto con gli altri, nella luce più splendida che la nostra vita così assume.
Don Roberto Rossi
Scoperta di angoli suggestivi di Roma attraverso la visita ai presepi
CHE REGALO! Così commentiamo, concordemente. È davvero grande il regalo fattoci dal nostro Parroco, P. Valeriano Montini, proprio alla vigilia dell’Epifania. Perché tanto gradito questo dono? Vi troviamo bellezza, emozione, simpatia, sorpresa, arte ed ancora arte, …ventimila passi, e i 120 scalini del Campidoglio inondato dal sole.
Sette ore di cammino spedito, per gustare l’immensa bellezza di Roma, cominciando da S. Maria Maggiore e completando il viaggio nell’abbraccio del colonnato del Bernini, a S. Pietro, di fronte all’essenziale, toccante Presepe, recentemente visitato da Papa Francesco[…]
Teresa Medici Zicchieri
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Il Battesimo di Gesù
Tutto ciò che è avvenuto in Cristo ci fa comprendere che, dopo l’immersione nell’acqua [del Battesimo], lo Spirito Santo viene su di noi dall’alto del cielo e che, adottati dalla Voce del Padre, diventiamo figli di Dio.
Sant’Ilario di Poitiers
Conosciamo tutti benissimo la nostra data di nascita ma forse non altrettanto bene la data del nostro Battesimo. Tu ricordi in che giorno sei stato battezzato?
Dio parla la lingua della gioia
Magi voi siete i santi più nostri, naufraghi sempre in questo infinito, eppure sempre a tentare, a chiedere, a fissare gli abissi del cielo fino a bruciarsi gli occhi del cuore (Turoldo).
Messaggi di speranza oggi: c’è un Dio dei lontani, dei cammini, dei cieli aperti, delle dune infinite, e tutti hanno la loro strada. C’è un Dio che ti fa respirare, che sta in una casa e non nel tempio, in Betlemme la piccola, non in Gerusalemme la grande. E gli Erodi possono opporsi alla verità, rallentarne la diffusione, ma mai bloccarla, essa vincerà comunque. Anche se è debole come un bambino.
Proviamo a percorrere il cammino dei Magi come se fosse una cronaca dell’anima.
Il primo passo è in Isaia: «Alza il capo e guarda». Saper uscire dagli schemi, saper correre dietro a un sogno, a una intuizione del cuore, guardando oltre.
Il secondo passo: camminare. Per incontrare il Signore occorre viaggiare, con l’intelligenza e con il cuore. Occorre cercare, di libro in libro, ma soprattutto di persona in persona. Allora siamo vivi.
Il terzo passo: cercare insieme. I Magi (non «tre» ma «alcuni» secondo il Vangelo) sono un piccolo gruppo che guarda nella stessa direzione, fissano il cielo e gli occhi delle creature, attenti alle stelle e attenti l’uno all’altro.
Il quarto passo: non temere gli errori. Il cammino dei Magi è pieno di sbagli: arrivano nella città sbagliata; parlano del bambino con l’uccisore di bambini; perdono la stella, cercano un re e trovano un bimbo, non in trono ma fra le braccia della madre.
Eppure non si arrendono ai loro sbagli, hanno l’infinita pazienza di ricominciare, finché al vedere la stella provarono una grandissima gioia. Dio seduce sempre perché parla la lingua della gioia.
Entrati in casa videro il Bambino e sua Madre… Non solo Dio è come noi, non solo è con noi, ma è piccolo fra noi. Informatevi con cura del Bambino e fatemelo sapere perché venga anch’io ad adorarlo. Quel re, quell’Erode, uccisore di sogni ancora in fasce, è dentro di noi: è il cinismo, il disprezzo che distrugge i sogni del cuore.
Ma io vorrei riscattare le sue parole e ripeterle all’amico, al teologo, al poeta, allo scienziato, al lavoratore, a ciascuno: hai trovato il Bambino?
Cerca ancora, accuratamente, nei libri, nell’arte, nella storia, nel cuore delle cose; cerca nel Vangelo, nella stella e nella parola, cerca nelle persone, e in fondo alla speranza; cerca con cura, fissando gli abissi del cielo e del cuore, e poi fammelo sapere perché venga anch’io ad adorarlo.
Aiutami a trovarlo e verrò, con i miei piccoli doni e con tutta la fierezza dell’amore, a far proteggere i miei sogni da tutti gli Erodi della storia e del cuore.
P. Ermes Ronchi
Leggiamo la Bibbia attraverso le vetrate della nostra Chiesa
Cominciamo dall’Antico Testamento (o Alleanza tra Dio e gli uomini). I 46 libri dell’Antico Testamento sono come un lungo AVVENTO, una lunga preparazione (più di mille anni) alla nascita di Gesù, Figlio di Dio. Forse non ce ne siamo accorti, ma anche nella nostra Chiesa è illustrata la Bibbia. Vi sono otto vetrate a sinistra per episodi dell’Antico Testamento e otto episodi a destra che narrano la vita di Gesù (Nuovo Testamento).
L’Antico Testamento inizia con il libro della GENESI che tratta della Creazione del mondo. Per quale motivo Dio ha creato il mondo? Per amore, solo per amore, perché Lui è AMORE INFINITO che come la luce, si diffonde per sua natura. E la Bibbia illustrata nelle vetrate è proprio lì a raccontarci come Dio ha tanto amato il mondo, da dare a noi suo FIGLIO Gesù.
1° Riquadro: LA GENESI o CREAZIONE – Gli scienziati hanno scoperto che l’Universo ha 14 miliardi di anni. È difficile pensarlo, ma prima non c’era nulla. Ma Dio parlò, e la sua parola non è vuota, ma onnipotente, creatrice. La prima creatura fu la luce. Dio crea continuamente, vediamo che soprattutto in primavera tutto si rinnova, con nostro grande stupore.Ma noi amiamo la natura? La custodiamo? C’è il buco nell’ozono, i ghiacciai dei Poli si sciolgono, le nostre città, come Genova, Milano, sono invase dalle acque. Purtroppo l’uomo per fare i propri interessi ha inquinato la natura.
E noi rispettiamo la natura come dono di Dio? Trattiamo bene gli animali? Sprechiamo il cibo? Roviniamo l’ambiente, i campi con l’uso indiscriminato di pesticidi? Facciamo bene la raccolta differenziata, o , quando non ci vede nessuno, sporchiamo la spiaggia, la città?
2- DIO CREÒ L’UOMO E LA DONNA. Perché Dio ci ha creati? Per conoscerlo, amarlo, servirlo nei fratelli, per poi goderlo per l’eternità in Paradiso. Avendo già creato la natura, Dio vide che tutto era buono. Ma la gloria di Dio, il suo capolavoro sono l’uomo e la donna. Perché ha immesso in loro il suo Spirito, li ha pensati A SUA IMMAGINE E SOMIGLIANZA, li ha dotati di un’anima immortale, con la capacità di parlare, di inventare, di amare. Purtroppo Adamo ed Eva non furono riconoscenti a Dio, non si fidarono di Lui e vollero decidere da soli quale fosse il bene e il male, ingannati dal serpente (il diavolo), il subdolo nemico dell’uomo.
3 – CAINO E ABELE. L’invidia invase il cuore di Caino contro Abele, suo fratello, che era pastore e aveva fortuna. Lo attese in campagna e lo uccise. Dio gli domandò: “Dov’è tuo fratello” e Caino, sconvolto, rispose: “Sono forse io il custode di mio fratello?” Caino andò per il mondo come un cane randagio, poi si accorse di avere commesso una grave colpa, chiese a Dio di essere perdonato e non venne ucciso. Noi sappiamo vincere l’invidia o il benessere degli altri ci dispiace?
4 – L’ARCA DI NOÈ. Dopo l’omicidio di Caino, gli uomini diventarono sempre più prepotenti e malvagi, fino a far pentire Dio di averli creati. Dio decise di mandare il diluvio universale (40 giorni di pioggia) per distruggerli. Ma tra gli uomini c’era NOÈ che viveva come Dio vuole e lo salvò. Gli insegnò a fare una grande ARCA per la sua famiglia e le coppie di animali. Quando una colomba ritornò da Noè con un ramoscello di ulivo, Noè capì che il diluvio era finito e che era sorto l’arcobaleno della pace. E noi, facendo a volte a meno degli insegnamenti di Dio, roviniamo con le nostre scelte la nostra vita.
2a VETRATA DI SINISTRA DELLA CHIESA S. ANNA, CON 4 RIQUADRI CHE SI SUCCEDONO DAL BASSO VERSO L’ALTO
1 – LA TORRE DI BABELE. Molto tempo dopo il diluvio, gli uomini avevanoricominciato a popolare la Terra e si sentivano così superbi e potenti da voler costruire un’altissima torre a Babele, che arrivasse fino al cielo. Ma a Dio i prepotenti non piacciono e fece in modo che non si capissero più, cominciando a parlare lingue diverse. Così si distribuirono in molte parti della Terra e formarono popoli diversi.
2 – ABRAMO. Dio scelse un popolo con cui fare un’alleanza, un popolo da educare perché diventasse come lievito in mezzo alle altre genti, e dal quale nascesse il Salvatore, aspettato da tutti i popoli. A capo di questo popolo amato, eletto, ci voleva un uomo fedele. Dio invitò Abramo a lasciare la sua terra ed egli obbedì; Dio gli promise una grande discendenza e Abramo gli credette, anche se era ormai troppo anziano e non aveva Poi nacque Isacco, e Dio gli chiese di sacrificarlo per lui; Abramo stava per obbedire, perché in quell’epoca era normale offrire, uccidere ragazzi e ragazze per onorare gli dei. Ma Dio non vuole questi sacrifici e mandò un angelo a fermare la mano di Abramo. Come si legge ripetutamente nella Bibbia, Dio apprezza piuttosto i nostri sforzi per scegliere il bene e stare lontani dal male.
3 – MOSÈ. Nato in Egitto da una donna ebrea, fu salvato dalle acque del Nilo dalla figlia del faraone e fu educato nelle reggia. Ma Dio lo scelse come LIBERATORE del suo popolo che in Egitto era maltrattato come schiavo. Come leggiamo nel 2° libro della Bibbia, L’ESODO, Dio liberò il suo popolo, guidato da Mosè, facendolo passare attraverso il Mar Rosso – Questo passaggio miracoloso dalla schiavitù alla liberta si chiama PASQUA, e quella fu la 1a Pasqua. Ma Dio volle aiutare il suo popolo a liberarsi da un’altra schiavitù, la schiavitù del male: sul Monte Sinai consegnò a Mosè le due tavole della legge, con i dieci Comandamenti: essi aiutano la nostra coscienza a distinguere il bene e a sceglierlo, per non diventare schiavi del male. I Comandamenti, perciò, sono anche chiamati “Le 10 Parole di libertà”.
Nella seconda tavola di pietra, ad esempio, c’è scritto: “Non uccidere”. Pensiamo a cosa succederebbe se fosse lecito uccidere! E poi: non rubare, non dire il falso: sono anche ottime regole per vivere insieme, da gente civile. I popoli antichi, infatti, apprezzarono molto il popolo ebraico per queste leggi di giustizia. Gesù le perfezionerà con le beatitudini e con il comandamento supremo: “Amatevi come io ho amato voi”.
4 – L’ARCA. Una delle dodici tribù di Israele, i LEVITI, trasportavano l’ARCA dell’ALLEANZA durante il lungo viaggio nel deserto, dall’Egitto fino alla terra promessa, la Palestina. La custodirono, poi, nella parte più segreta del Tempio di Gerusalemme.L’ARCA era come un baule di legno, ricoperto dentro e fuori da lamine d’oro puro; sopra aveva una lastra d’oro ai cui lati erano inginocchiati due angeli, i cherubini, con le ali aperte verso l’alto. L’ARCA era il tesoro più prezioso degli ebrei, perché conteneva i segni dell’ALLEANZA tra Dio e il popolo eletto, cioè: le due pietre su cui erano scolpiti i dieci Comandamenti, il bastone di Aronne, fratello di Mosè, e un’ampolla con la manna, il cibo che li nutrì nel deserto.
Le catechiste del 2° anno di discepolato
Beatificazione Paolo VI
Forse dopo un breve pellegrinaggio mai siamo tornati così felici e commossi. Sì, è stata una domenica speciale.
Alle 8 Piazza S. Pietro ci accoglie nel colonnato del Bernini già carichi di spiritualità, dopo le lodi recitate sul pullman e intensamente commentate dal Parroco P. Valeriano Montini. L’invocazione riassuntiva? “La tua grazia vale più della vita”: perché, a che serve la vita senza la Grazia di Dio? Non si innalzerebbe da un livello sub-umano.
Ci affrettiamo verso la Basilica, e il nostro Parroco più di noi, emozionato di essere tra i concelebranti della S. Messa per Papa Montini. Nell’immensa piazza c’è una marea di sedie su cui, con nostra sorpresa, sono a disposizione copie dell’Osservatore Romano e dell’inserto de “Il Messaggero” dedicato a Paolo VI, la cui lettura potrà continuare ad edificare a lungo le decine di migliaia di credenti convenuti da tutto il mondo, immagine plastica della Chiesa cattolica, molto riconoscente a Papa Montini […]
Teresa Zicchieri
Continua la lettura: Paolo VI Beatificazione
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