Get Adobe Flash player

IN EVIDENZA

ORARIO ESTIVO

DELLE SS MESSE:

FERIALE

  • 08:30
  • 19:00

FESTIVO

  • 07:30
  • 10:00
  • 19:00

Commenti recenti

Gallerie Fotografiche

Festa di Sant’Anna 2017

La madre della Vergine, il cui nome deriva dall’ebraico Hannah, cioè Grazia, ha custodito nel grembo Colei che diede alla luce il Cristo e quindi la speranza del mondo. Il nome Gioacchino deriva dall’ebraico e vuol dire “Dio rende forti”. S. Anna spesso è raffigurata con Maria bambina, mentre le insegna a leggere i Salmi e a lodare Dio. La tradizione ci racconta che Anna e Gioacchino hanno pregato e digiunato molto per ottenere da Dio il dono di una discendenza. Il culto ai Santi Gioacchino e Anna richiama i devoti che desiderano chiedere a Dio, per loro intercessione, il dono dei figli. Sono in particolare novelle spose e future mamme che si rivolgono a S. Anna per avere un parto felice. A S. Gioacchino si chiede sostegno per i papà, perché possano seguire ed aiutare i figli ed essere loro di esempio. Anna e Gioacchino sono i nonni di Gesù, sono quindi modello di tutti i nonni, custodi della fede e depositari della tradizione. Sono i nonni spesso a tramandare i valori del Vangelo e ad offrire una forte testimonianza nella famiglia. Oggi i nonni hanno un ruolo particolarmente importante nelle famiglie dove entrambi i genitori devono assentarsi per lavoro, ed ancora più, nelle famiglie divise. I nonni sono validi educatori perchè amano: solo chi ama educa. Essi vedono nei nipotini la loro immagine, quindi li accolgono con tenerezza; con tenerezza consigliano, consolano, insegnano a pregare e trasmettono la fede e i grandi valori. Così tra chi si affaccia alla vita e chi cammina sul viale del tramonto nasce un legame profondo che richiama la tenerezza di Dio Padre il quale ama tutti i suoi figli di infinito amore. Valorizzare la presenza dei nonni è un grande atto di carità e al tempo stesso una benedizione per la famiglia. 

 

Corpus Domini – 60^ sacerdozio padre Giovanni

CORPUS DOMINI, DALLA VISIONE MISTICA AL MIRACOLO EUCARISTICO DI BOLSENA:

SEI COSE DA SAPERE

 

La festa venne istituita nel 1246 in Belgio grazie alla visione mistica di una suora di Liegi, la beata Giuliana di Retìne. Poi, due anni dopo, papa Urbano IV la estese a tutta la cristianità dopo il miracolo eucaristico di Bolsena nel quale dall’ostia uscirono alcune gocce di sangue per testimoniare della reale presenza del Corpo di Cristo. Si festeggia il giovedì dopo la festa della Ss. Trinità anche se in alcuni Paesi come l’Italia è stata spostata alla domenica successiva

 

La solennità del Corpus Domini (“Corpo del Signore”) è una festa di precetto, chiude il ciclo delle feste del periodo post Pasqua e celebra il mistero dell’Eucaristia istituita da Gesù nell’Ultima Cena.

QUALI SONO LE ORIGINI DELLA FESTA?

La ricorrenza è stata istituita grazie ad una suora che nel 1246 per prima volle celebrare il mistero dell’Eucaristia in una festa slegata dal clima di mestizia e lutto della Settimana Santa. Il suo vescovo approvò l’idea e la celebrazione dell’Eucaristia divenne una festa per tutto il compartimento di Liegi, dove il convento della suora si trovava. In realtà la festa posa le sue radici nell’ambientedella Gallia belgica  e in particolare grazie alle rivelazioni della Beata Giuliana di Retìne.
Nel 1208 la beata Giuliana, priora nel Monastero di Monte Cornelio presso Liegi, vide durante un’estasi il disco lunare risplendente di luce candida, deformato però da un lato da una linea rimasta in ombra: da Dio intese che quella visione significava la Chiesa del suo tempo, che ancora mancava di una solennità in onore del SS. Sacramento. Il direttore spirituale della beata, il Canonico di LiegiGiovanni di Lausanne, ottenuto il giudizio favorevole di parecchi teologi in merito alla suddetta visione, presentò al vescovo la richiesta di introdurre nella diocesi una festa in onore del Corpus Domini. La richiesta fu accolta nel 1246 e venne fissata la data del giovedì dopo l’ottava della Trinità.

COS’È IL “MIRACOLO EUCARISTICO” DI BOLSENA?

Nel 1262 salì al soglio pontificio, col nome di Urbano IV, l’antico arcidiacono di Liegi e confidente della beata Giuliana, Giacomo Pantaleone. Ed è a Bolsena, proprio nel Viterbese, la terra dove è stata aperta la causa suddetta che in giugno, per tradizione si tiene la festa del Corpus Domini a ricordo di un particolare miracolo eucaristico avvenuto nel 1263. Si racconta che un prete boemo, in pellegrinaggio verso Roma, si fermò a dir messa a Bolsena ed al momento dell’Eucarestia, nello spezzare l’ostia consacrata, fu pervaso dal dubbio che essa contenesse veramente il corpo di Cristo. A fugare i suoi dubbi, dall’ostia uscirono allora alcune gocce di sangue che macchiarono il bianco corporale di lino liturgico (attualmente conservato nel Duomo di Orvieto) e alcune pietre dell’altare tuttora custodite in preziose teche presso la basilica di Santa Cristina.
Venuto a conoscenza dell’accaduto Papa Urbano IV istituì ufficialmente la festa del Corpus Domini estendendola dalla circoscrizione di Liegi a tutta la cristianità. La data della sua celebrazione fu fissata nel giovedì seguente la prima domenica dopo la Pentecoste (60 giorni dopo Pasqua). Così, l’11 Agosto 1264 il Papa promulgò la Bolla “Transiturus” che istituiva per tutta la cristianità la Festa del Corpus Domini dalla città che fino allora era stata infestata dai Patarini i quali negavano il Sacramento dell’Eucaristia.

CHE COS’È LA PROCESSIONE DEL CORPORALE?

Già qualche settimana prima di promulgare questo importante atto,  il 19 Giugno, lo stesso Pontefice aveva preso parte, assieme a numerosissimi cardinali e prelati venuti da ogni luogo e ad una moltitudine di fedeli, ad una solenne processione con la quale il sacro lino macchiato del sangue di Cristo era stato recato per le vie della città. Da allora, ogni anno in Orvieto, la domenica successiva alla festività del Corpus Domini, il Corporale del Miracolo di Bolsena, racchiuso in un prezioso reliquiario, viene portato processionalmente per le strade cittadine seguendo il percorso che tocca tutti i quartieri e tutti i luoghi più significativi della città. In seguito la popolarità della festa crebbe grazie al Concilio di Trento, si diffusero le processioni eucaristiche e il culto del Santissimo Sacramento al di fuori della Messa.

QUAL È LA DIFFERENZA TRA IL GIOVEDÌ SANTO E LA FESTA DEL CORPUS DOMINI?

Se nella Solennità del Giovedì Santo la Chiesa guarda all’Istituzione dell’Eucaristia, scrutando il mistero di Cristo che ci amò sino alla fine donando se stesso in cibo e sigillando il nuovo Patto nel suo Sangue, nel giorno del Corpus Domini l’attenzione si sposta sulla relazione esistente fra Eucaristia e Chiesa, fra il Corpo del Signore e il suo Corpo Mistico. Le processioni e le adorazioni prolungate celebrate in questa solennità, manifestano pubblicamente la fede del popolo cristiano in questo Sacramento. In esso la Chiesa trova la sorgente del suo esistere e della sua comunione con Cristo, Presente nell’Eucaristia in Corpo Sangue anima e Divinità.

QUANDO SI CELEBRA E IN QUALI PAESI È GIORNO FESTIVO?

Il Corpus Domini si celebra il giovedì dopo la festa della Santissima Trinità. A Orvieto, dove fu istituita, e a Roma, dov’è presieduta dal Papa, la celebrazione si svolge infatti il giovedì dopo la solennità della Santissima Trinità. A Roma la celebrazione inizia nella Cattedrale di S. Giovanni in Laterano, per poi concludersi con la processione tradizionale fino alla basilica di Santa Maria Maggiore; il Santo Padre la presiede in quanto Vescovo di Roma. Nella stessa data si celebra in quei paesi nei quali la solennità è anche festa civile: nei cantoni cattolici della Svizzera, in Spagna, in Germania, Irlanda, Croazia, Polonia, Portogallo, Brasile, Austria e a San Marino.

In Italia e in altre nazioni il giorno festivo di precetto si trasferisce alla seconda domenica dopo Pentecoste, in conformità con le Norme generali per l’ordinamento dell’anno liturgico e del calendario.
Nella riforma del rito ambrosiano, promulgata dall’Arcivescovo di Milano il 20 marzo 2008, questa festività è stata riportata obbligatoriamente il giovedì della II settimana dopo Pentecoste con la possibilità, per ragioni pastorali, di celebrarla anche la domenica successiva. Numerose diocesi, in Italia, continuano a proporre ai fedeli la Celebrazione e la Processione Eucaristica, a livello diocesano, il giovedì, lasciando per la domenica la Celebrazione e la Processione parrocchiale.

IN CHE COSA CONSISTONO LE CELEBRAZIONI?

In occasione della solennità del Corpus Domini, dopo la celebrazione della Messa, si porta in processione, racchiusa in un ostensorio sottostante un baldacchino, un’ostia consacrata ed esposta alla pubblica adorazione: viene adorato Gesù vivo e vero, presente nel Santissimo Sacramento.

P. Andrea Bersanetti – Prima S. Messa stasera ore 19:00

Istituto del Verbo Incarnato – Seminario San Vitaliano 

4 luglio 2016

“Il sacerdote potrà comprendere se stesso soltanto nel Cielo”, diceva San Giovanny Maria Vianney più di un secolo fa, e con ragione, perché nel momento in cui si riceve l’ordinazione si diventa Alter Christus e tra le mani del sacerdote il Figlio di Dio nuovamente s’incarna alle tremende parole: questo è il mio Corpo, questo è il mio Sangue.
Il diacono, poi, che assiste il sacerdote e sull’altare viene messo a contatto con le cose divine, deve conformare a Cristo tutta la sua vita e servire il popolo di Dio.
Così, sabato 25 giugno, nella cattedrale di Montefiascone (VT), dodici nostri confratelli hanno ricevuto questi sacri ordini per le mani di Mons. Lino Fumagalli, Vescovo di Viterbo, e ora abbiamo cinque nuovi sacerdoti: Sean Bradley (Irlanda) Orzù Saidshoev (Tajikistan) Emanuele Baviera (Italia) Tobias Eibl (Germania) e Jesus Segura (Spagna) e sette diaconi Dominic Clovis(Inghilterra), Paul Nnaji (Nigeria), Luca Rinaldi, Andrea Bersanetti, Nicola Vicentini, Danilo Palumbo (Italia) e Andreas Schmidt (Germania).
Particolarmente importante è stata l’ordinazione presbiterale del diacono Orzù Saidshoev, che è diventato il primo sacerdote del Tajikistan (Asia centrale) nella storia dell’umanità. Una grazia immensa per tutta la sua nazione, per l’Istituto e per la nostra missione sui iuris in quel paese. Numerose persone, tra cui parenti e amici dei neo-ordinati, hanno preso parte alla celebrazione che si è svolta con solennità al mattino, e successivamente alla festa con tutta la famiglia religiosa nel cortile del Seminario San Vitaliano.
Il giorno successivo, domenica 26 agosto, è stata celebrata la Prima Santa Messa nella chiesa del Seminario, presieduta da P. Orzù Saidshoev e concelebrata dagli altri, insieme ai diaconi.
Che Dio accompagni i nuovi missionari e sostenga i diaconi nel loro ministero, affinché possano anch’essi diventare santi sacerdoti

Conferimento dei Ministeri del Lettorato e Accolitato

Parish Cup Latina 2017

In questa giornata del 2 giugno 2017, festa della Repubblica Italiana, si è svolta presso la parrocchia SS. Annunziata in Sabaudia  l’edizione annuale della Parish Cup, un torneo tra le parrocchie della diocesi di Latina, nelle discipline sportive del calcio a 5 senior maschile, calcio a 5 junior maschile, calcio a 5 femminile, pallavolo misto. Già da alcuni anni la nostra parrocchia di Sant’Anna partecipa all’evento, che ha anche ospitato nell’aprile del 2015. È stato un crescendo nella partecipazione delle squadre parrocchiali (quest’anno avevamo una squadra per ogni disciplina sportiva) e nei risultati, fino alla conquista dell’ambita coppa Parish, che custodiremo con orgoglio fino alla prossima edizione del torneo, quando la rimetteremo in gioco, sperando di vincerla ancora. È un evento molto impegnativo da organizzare, ma la bellezza di una giornata come quella odierna ripaga di tutta la fatica. Che meraviglia vedere centinaia di giovani riuniti dalla passione sportiva, ma non tanto quella professionale delle associazioni sportive, quanto quella dello sport nato dal basso, dagli oratori parrocchiali, dove lo sport è strumento educativo ed evangelizzatore.  Per noi tutto questo è stato possibile soprattutto a motivo della presenza di un gruppo sportivo stabile dell’oratorio, affiliato al CSI (Centro Sportivo Italiano), che da qualche anno accompagna i nostri ragazzi nella delicata fase di crescita, attraverso lo sport. Fino ad ora con il calcetto, ma ora, dopo questo trampolino di lancio della Parish, vorremmo includere anche la pallavolo nel circuito dello sport oratoriale.

È una meraviglia questo gruppo sportivo della nostra parrocchia, costituito da genitori  che hanno fatto della loro passione sportiva un servizio gratuito alla comunità per l’educazione e l’evangelizzazione dei figli di Pontinia. Queste persone hanno compreso bene che i figli non sono solo dei genitori, ma di tutti coloro che li amano e vogliono aiutarli a crescerli, anche perché la società di domani sarà fatta da loro. Dunque se tra i lettori di questo sito c’è qualcuno che condivide questa mentalità e vuole conoscere più da vicino la realtà del nostro gruppo sportivo si faccia avanti.

Per concludere un ringraziamento grande agli organizzatori diocesani della Parish, un team di ragazzi splendidi che si sobbarcano di una fatica enorme per il bene della nostra gioventù, accompagnati e sostenuti dai sacerdoti della pastorale giovanile diocesana e dal nostro vescovo Mariano, che sempre incoraggia e benedice questo appuntamento.

La giornata è iniziata presto: alle 7,30 dovevamo essere a Sabaudia per il riconoscimento delle squadre, poi una preghiera iniziale per ricordare a tutti lo spirito della Parish, che è incontrare il Signore Gesù attraverso lo sport. E poi via alle partite! Ma non solo. La spiritualità è stata messa al centro della giornata, con tanti sacerdoti sempre disponibili per le confessioni, con la presenza di religiosi e religiose a fare da angeli custodi alle singole squadre (un grande contributo lo hanno dato le sorelle del Verbo Incarnato), l’animazione musicale e attraverso stand informativi di varie realtà importanti della nostra diocesi, ma anche provenienti da fuori.  Fino ad arrivare al centro della giornata, l’Eucarestia presieduta dal Vescovo prima del pranzo, cui è seguita una lunga esposizione del SS. Sacramento fino al tardo pomeriggio, dove liberamente chiunque poteva sostare in dialogo col Signore.  

La giornata si è conclusa alle dieci di sera con le solenni premiazioni. Chi vi scrive lo fa la sera stessa dell’evento, tanto è l’entusiasmo che lo abita e che vuole condividere. Ma tanta è anche la stanchezza, per cui, con un sentimento di gioia e gratitudine al Signore per quello che ci ha dato di vivere quest’oggi, vi da la buonanotte.

P.Nicola

Habita Terra

Il 2 anno discepolato della parrocchia (ragazzi di 1 media, che fanno questo percorso di catechesi, intermedio tra la prima Comunione e la Cresima) per  quest’anno di catechesi ha deciso di fare un’esperienza, che potremmo definireora et labora, nel solco della grande tradizione benedettina. Cioè “preghiera e lavoro”, i due pilastri del resto su cui si è costruita, a partire dal medioevo, l’Europa e la coscienza occidentale in generale. Abbiamo voluto far fare un’esperienza concreta di lavoro ai nostri ragazzi, che procedesse di pari passo con la formazione catechetica. E abbiamo trovato nell’associazione Habita Terra di Sabaudia un meraviglioso alleato in questo piccolo progetto. Si tratta di un’associazione nella quale lavorano ragazzi, uomini e donne, diversamente abili, e si tratta di duro lavoro di campagna, terra e animali.

Insomma ci si sporca le mani per purificare l’anima. Così, a turno, un gruppetto alla volta, un sabato mattina al mese, a partire da mese di novembre, i ragazzi e i loro catechisti si sono recati sul posto e hanno aiutato i ragazzi del posto sia in qualche lavoro di campagna, sia nel confezionamento di alcuni prodotti che l’associazione a Natale e a Pasqua vende per auto sostenersi, dato che non riceve quasi nessun aiuto dalle istituzioni.

Aldilà del lavoro in sé, è stata molto bella la socializzazione tra i ragazzi di Habita Terra e i nostri. Le giornate cominciavano con una preghiera, nella quale ci si presentava reciprocamente. Poi con una visita guidata nella fattoria, quindi un po’ di lavoro e infine una meritata merenda-aperitivo, visto che a quel punto si era raggiunto mezzogiorno.

Ora ci stiamo preparando a vivere una giornata finale sabato 13 maggio, tutti i singoli insieme, che si concluderà con la celebrazione dell’Eucarestia nel pomeriggio, proprio per ringraziare il Signore del dono di questi amici e della realtà tutta di Habita Terra, con i suoi ideatori e collaboratori. E per ringraziare di questa bella possibilità di stare insieme nel bene, senza barriere dettate dalla diversità, che al contrario è sempre una ricchezza per tutti, come noi abbiamo ampiamente sperimentato nell’accoglienza e nella disponibilità di questa bella associazione che invitiamo tutti quanti a conoscere e sostenere sempre più.

P. Nicola

Venerdì santo 2017

Per la Chiesa cattolica, il Venerdì Santo è il giorno della morte di Gesù Cristo, secondo giorno del Triduo Pasquale, che segue il giovedì santo. Come nel Mercoledì delle Ceneri, i fedeli dai 14 anni di età sono invitati all'astinenza dalla carne (sono ammessi uova e latticini), e quelli dai 18 ai 60 anni al digiuno ecclesiastico, che consiste nel consumare un solo pasto (pranzo o cena) durante la giornata (è ammessa, oltre a questo, una piccola refezione).

Il digiuno si compie in segno di penitenza per i peccati di tutti gli uomini, che Gesù è venuto ad espiare nella Passione, ed assume inoltre il significato mistico di attesa dello Sposo, secondo le parole di Gesù (Matteo 9,15); lo Sposo della Chiesa, cioè Cristo, viene tolto dal mondo a causa del peccato degli uomini, ma i cristiani sono invitati a preparare con il digiuno l'evento del suo ritorno e della liberazione dalla morte; questo evento si attua nel memoriale della sua resurrezione, la domenica di Pasqua.

Non si celebra l'Eucaristia: infatti durante la celebrazione liturgica pomeridiana del Venerdì Santo si distribuisce l'eucaristia consacrata il giorno precedente, il Giovedì Santo (Celebrazione In Coena Domini), in cui si ricorda l'ultima cena del Signore con i discepoli e il tradimento di Giuda. La liturgia inizia nel silenzio, come si era chiusa quella del giorno precedente e come si apre quella della veglia di Pasqua nella notte del Sabato Santo, quasi a sottolineare come il Triduo pasquale sia un'unica celebrazione per i Cristiani.

La liturgia è incentrata sulla narrazione delle ultime ore della vita terrena di Gesù secondo il Vangelo di Giovanni e sull'adorazione della croce, molto importante, in questo giorno. La croce non è un semplice strumento di tortura, ma è segno dell'amore che Dio nutre verso gli uomini. Con la croce Dio riporta la vita vera nel mondo, con la croce Dio insegna all'uomo ad amare. I cristiani in questo giorno sono invitati ad adorare la croce di Cristo e a non vivere rassegnati dinanzi alle proprie croci di ogni giorno, perché solo morendo si risuscita a vita eterna.

In questo giorno si celebra in modo "solenne" anche la Via Crucis.

Giovedì santo 2017

Con il Giovedì Santo si conclude la Quaresima, iniziata con il Mercoledì delle Ceneri, e con essa finisce anche il digiuno penitenziale. Con la messa vespertina “in Coena Domini” inizia il Triduo pasquale, ossia i tre giorni nei quali si commemora la Passione, Morte e Risurrezione di Gesù, che ha il suo fulcro nella solenne Veglia pasquale e si conclude con i secondi vespri della Domenica di Pasqua. 

LA LAVANDA DEI PIEDI SIMBOLO DI OSPITALITÀ

Il Vangelo di Giovanni, al capitolo 13, racconta l'episodio della lavanda dei piedi. Gesù «avendo amato i suoi che erano nel mondo, li amò sino alla fine», e mentre il diavolo già aveva messo nel cuore di Giuda Iscariota, il proposito di tradirlo, Gesù si alzò da tavola, depose le vesti e preso un asciugatoio se lo cinse attorno alla vita, versò dell’acqua nel catino e con un gesto inaudito, perché riservato agli schiavi ed ai servi, si mise a lavare i piedi degli Apostoli, asciugandoli poi con l’asciugatoio di cui era cinto. 

Bisogna sottolineare che a quell’epoca si camminava a piedi su strade polverose e fangose, magari sporche di escrementi di animali, che rendevano i piedi, calzati da soli sandali, in condizioni immaginabili a fine giornata. La lavanda dei piedi era una caratteristica dell’ospitalità nel mondo antico, era un dovere dello schiavo verso il padrone, della moglie verso il marito, del figlio verso il padre e veniva effettuata con un catino apposito e con un “lention” (asciugatoio) che alla fine era divenuto una specie di divisa di chi serviva a tavola. 

Quando fu il turno di Simon Pietro, questi si oppose al gesto di Gesù: “Signore tu lavi i piedi a me?” e Gesù rispose: “Quello che io faccio, tu ora non lo capisci, ma lo capirai dopo”; allora Pietro che non comprendeva il simbolismo e l’esempio di tale atto, insisté: “Non mi laverai mai i piedi”. Allora Gesù rispose di nuovo: “Se non ti laverò, non avrai parte con me” e allora Pietro con la sua solita impulsività rispose: “Signore, non solo i piedi, ma anche le mani e il capo!”. Questa lavanda è una delle più grandi lezioni che Gesù dà ai suoi discepoli, perché dovranno seguirlo sulla via della generosità totale nel donarsi, non solo verso le abituali figure, fino allora preminenti del padrone, del marito, del padre, ma anche verso tutti i fratelli nell’umanità, anche se considerati inferiori nei propri confronti.

Fonte: Famiglia Cristiana

Domenica delle Palme 2017

Con questa festa si ricorda l'ingresso trionfale di Gesù a Gerusalemme accolto dalla folla che lo acclama come re agitando fronde e rami presi dai campi. Una tradizione legata alla ricorrenza ebraica di Sukkot durante la quale i fedeli salivano in pellegrinaggio al tempio di Gerusalemme portando un mazzetto intrecciato di palme, mirto e salice.

La liturgia della Domenica delle Palme, si svolge iniziando da un luogo adatto al di fuori della chiesa; i fedeli si radunano e il sacerdote benedice i rami di ulivo o di palma, che dopo la lettura di un brano evangelico, vengono distribuiti ai fedeli, quindi si dà inizio alla processione fin dentro la chiesa. Qui giunti continua la celebrazione della Messa, che si distingue per la lunga lettura della Passione di Gesù, tratta dai Vangeli di Marco, Luca, Matteo, secondo il ciclico calendario liturgico; il testo della Passione non è lo stesso che si legge nella celebrazione del Venerdì Santo, che è il testo del Vangelo di San Giovanni.

Il racconto della Passione viene letto alternativamente da tre lettori rappresentanti: il cronista, i personaggi delle vicenda e Cristo stesso. Esso è articolato in quattro parti: l’arresto di Gesù; il processo giudaico; il processo romano; la condanna, l’esecuzione, morte e sepoltura. 

Al termine della Messa, i fedeli portano a casa i rametti di ulivo benedetti, conservati quali simbolo di pace, scambiandone parte con parenti ed amici. Si usa in molte regioni, che il capofamiglia utilizzi un rametto, intinto nell’acqua benedetta durante la veglia pasquale, per benedire la tavola imbandita nel giorno di Pasqua.

Un fine settimana particolare

Il fine settimana del' 11 e 12 Marzo 2017 per il Gruppo Scout  Pontinia 1 "Albert Schweitzer", è stato molto particolare, infatti per una serie di coincidenze praticamente tutto il gruppo si è ritrovato in uscita in tre posti diversi contemporaneamente.

Le nostre Guide Sabato 11 e Domenica 12 sono state a Velletri all'incontro delle Alte Squadriglie di Distretto, dove le nostre Capo e Vice capo squadriglia si sono incontrate con le loro pari età di Velletri, Pomezia, Campoleone, Lariano, Sonnino e Priverno ed hanno affrontato con lo spirito di fratellanza questa bellissima avventura . Si sono cimentate in varie attività e sono tornate a casa con dentro lo zaino una nuova ed emozionante esperienza.

Domenica 12 in una giornata programmata da molto tempo,  Lupetti e Coccinelle e rispettivi Genitori, sono partiti alla volta di Assisi (PG), per visitare la Basilica di S.Francesco loro patrono e non solo per alcuni di loro è stata una giornata particolare, 5 Lupetti ed 1 Coccinella hanno pronunciato la loro Promessa in un ambiente davvero unico, ci è stato concesso di entrare nei locali riservati ai Frati e nella "Cappella di Frate Elia" si sono potute svolgere le due Cerimonie, l'atmosfera è stata unica i bambini si sono divertiti e per i Genitori è stata un'emozione particolare, tutto ciò ha ripagato la fatica del lungo viaggio intrapreso.

Sabato 11 e Domenica 12 , tutto il Riparto Esploratori "Ursa Major", è stato in uscita sul lago di Caprolace,  anche per loro l'avventura non è mancata e le due giornate sono state veramente intense. Nella sera fra Sabato e Domenica alcuni Esploratori dopo aver svolto la veglia d'armi, hanno pronunciato la loro Promessa Scout, quella che ti rimane attaccata al petto per tutta la vita, il momento più importante per uno scout, sotto un  tetto fatto di stelle con il fuoco che rischiara la notte, circondati dai loro fratelli, hanno promesso davanti a Dio e sul loro onore di fare del proprio meglio per vivere una vita dedita al servizio ed al rispetto del prossimo.

Siamo quindi ritornati tutti nella sera di Domenica , ricchi di nuove esperienze e pieni della grazia del Signore che ci ha regalato due giornate splendide ed è stato al fianco di ognuno di noi dandoci la forza di affrontare qualsiasi difficoltà.

il Capo Gruppo

Luigi Autiero

 

Il gruppo sportivo – Oratorio Cup

 
Il gruppo sportivo dell’oratorio S. Anna sta partecipando all’Oratorio Cup, un torneo tra le parrocchie del Lazio Sud, promosso dal Centro Sportivo Italiano (CSI), ente al quale è affiliato il nostro circolo parrocchiale.
Nel giro di 3 anni siamo molto cresciuti. Siamo partiti nel 2014 con una squadra under 14 e siamo arrivati al 2017 a partecipare al suddetto torneo con ben 4 squadre: under 12, und. 14, und. 17 e categoria Open
(oltre i 18 anni). La foto immortala i ragazzi dell’under 17 nello loro ultima trasferta. Ma ancora più bello dell’Oratorio Cup, è la proposta di sport nel dopo catechismo che fa il nostro gruppo. La formula è semplice: dopo un’ora di catechesi, i bambini e ragazzi che vogliono sono invitati a sperimentare sul campo il vangelo che stanno apprendendo. Insomma, come direbbero gli antichi romani: mens sana in corpore
sano (e noi ci aggiungiamo) in spiritu sano.
È nata anche una bella amicizia e collaborazione tra gli allenatori, (veri e propri educatori sportivi) che in spirito di totale servizio seguono i ragazzi. Anzi se qualcuno condivide i nostri valori educativi, la nostra
mentalità dello sport a servizio dell’educazione e dell’evangelizzazione, sappia che c’è un gruppo di amici che lo aspetta a braccia aperte.
 
P. Nicola
 
piamarta3
Agenda

Nessun evento da visualizzare

Omelia Cardinale Martino

Ideologia Gender Part 1

Ideologia Gender Part 2

Dolore e morte

Scuola di Italiano

Sostieni anche tu lo SCAIP

Sostieni anche tu lo SCAIP

Il tuo 5×1000 allo SCAIP

Il tuo 5×1000 allo SCAIP

Donazione Paypal

Per la gestione del sito, le attività della parrocchia e per le persone bisognose.

Archivio Articoli