Via Crucis Venerdì 27
Venerdì 27 alle ore 18.00 i cattolici di tutto il mondo sono invitati ad unirsi spiritualmente, attraverso i mezzi di comunicazione, al Papa che presiederà un momento di preghiera che durerà circa un’ora, dal Sagrato della Basilica di San Pietro, con la Piazza vuota, come lui stesso ha annunciato il 22 marzo al termine della preghiera dell’Angelus:
Ascolteremo la Parola di Dio, eleveremo la nostra supplica, adoreremo il Santissimo Sacramento, con il quale al termine darò la Benedizione Urbi et Orbi, a cui sarà annessa la possibilità di ricevere l’indulgenza plenaria.
Come fa sapere la Sala Stampa vaticana, in questa speciale circostanza, nei pressi del cancello centrale della Basilica Vaticana, saranno collocati l’immagine della Salus Populi Romani e il Crocifisso di San Marcello.
Dopo l’ascolto della Parola di Dio, Papa Francesco terrà una meditazione. Il Santissimo Sacramento sarà esposto sull’altare collocato nell’atrio della Basilica Vaticana e dopo la supplica, seguirà il rito della Benedizione eucaristica “Urbi et Orbi”. Quindi il cardinale Angelo Comastri, Arciprete della Basilica di San Pietro, pronuncerà la formula per la proclamazione dell’indulgenza.
La posizione della Conferenza Episcopale Italiana su COVID-19
È in vigore un nuovo decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri, finalizzato a definire in modo unitario il quadro degli interventi per
arginare il rischio del contagio del “coronavirus” (COVID-19) ed evitare
il sovraccarico del sistema sanitario.
Il testo conferma le misure restrittive emanate lo scorso 1 marzo – e destinate a restare in vigore fino al termine dello stato di emergenza –
con le quali in tre regioni (Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna)
e in alcune province (Savona, Pesaro e Urbino) sono state stabilite limitazioni anche per i luoghi di culto, la cui apertura richiede l’adozione di misure tali da evitare assembramenti di persone. Alla luce del confronto con il Governo, in queste realtà la CEI chiede che,
durante la settimana, non ci sia la celebrazione delle Sante Messe.
Il nuovo decreto, inoltre, stabilisce – per l’intero territorio nazionale, fino al 3 aprile – la “sospensione delle manifestazioni, degli eventi e degli spettacoli di qualsiasi natura, ivi inclusi quelli cinematografici e teatrali, svolti in ogni luogo, sia pubblico sia privato, che comportano affollamento di persone tale da non consentire il rispetto della distanza di sicurezza interpersonale di almeno un metro” (DPCM, art. 1, b).
Tra le misure di prevenzione, si evidenzia, in particolare, l’“espressa raccomandazione a tutte le persone anziane o affette da patologie croniche …, di evitare di uscire dalla propria abitazione o dimora fuori dai casi di stretta necessità e di evitare comunque luoghi affollati nei quali non sia possibile mantenere la distanza di sicurezza interpersonale di almeno un metro” (DPCM, art. 2, b).
NELLE AREE NON A RISCHIO, assicurando il rispetto di tali indicazioni in tutte le attività pastorali e formative, la CEI ribadisce la possibilità di celebrare la Santa Messa, come di promuovere gli appuntamenti di preghiera che caratterizzano il tempo della Quaresima.
Gandolfini (Family Day): Vergognoso il monologo di Benigni sul Cantico dell’amore totale
Non possiamo tacere. Abbiamo il dovere morale, dovere di retta coscienza, di condannare
duramente il vergognoso monologo di Roberto Benigni durante il Festival di San Remo su RAI Uno,
prendendo a pretesto la Bibbia ed il libro del “Cantico dei Cantici”. Se e quando la televisione pubblica, cioè finanziata dai soldi dei cittadini, decide di portare sul piccolo schermo un tema di grande valore culturale e religioso, non può e non deve lasciare il monopolio interpretativo/comunicativo ad una persona che non ha nessuna qualifica di competenza specifica e che si arroga il diritto di propinare il suo sproloquio, infarcito di ignoranza e di falsità, a milioni di telespettatori. Perfino il pubblico dell’Ariston, in mezzo al quale certo non abbondavano gli esegeti biblici, e forse neanche i credenti, se ne è accorto, vista la penuria degli applausi.
Il Cantico dei Cantici è uno stupendo libro dell’Antico Testamento in cui si canta la pienezza dell’amore dello sposo, Dio Padre, per il suo popolo, il popolo ebraico. Dopo l’Incarnazione e con la Rivelazione, viene riletto come il canto di amore di Cristo, lo sposo, per il nuovo popolo eletto, la Chiesa, sua sposa. Un amore totale, pieno di passione, che viene descritta con una delicatezza di toni che non ha nulla a che vedere con la sguaiata volgarità del suddetto sproloquio. Passione che arriva fino al sacrificio della Croce.
Se si dovesse scrivere a colori quel testo, si dovrebbe utilizzare il colore rosso: il rosso della passione del sentimento amoroso e il rosso del sangue versato sulla Croce. Questo è il canto dell’amore totale, fedele, unico, incancellabile in cui eros, agape, e koinonia si fondano e completano. Trasformarlo in un delirante messaggio a cavallo fra pornografia ed erotismo di bassa lega, infarcito di banalità sentimentaloidi, inventandosi di sana pianta una traduzione manipolata ad hoc, è certamente un’operazione politicamente corretta, ma che rivela la strategia dell’indottrinamento bieco e menzognero. La storica frase di Gesù “L’uomo non separi ciò che Dio ha unito” (matrimonio, sponsalità, procreazione, genitorialità) trova le sue radici più profonde proprio nel Cantico: l’amore di Dio per il suo popolo, di Cristo per la Chiesa, è amore inseparabile, indefettibile, fedele, che giunge fino al sacrificio della vita. Questo è l’amore che, realizzato pienamente in Cristo, ha sempre trovato nella storia, anche ai nostri giorni, testimoni fedeli pur con tutti i limiti della debolezza umana. Chi avesse qualche dubbio, guardi un crocefisso e impariamo da Lui, che ha perdonato, ma non ha fatto nessuno sconto nella proclamazione della verità. Per questo l’hanno appeso ad una croce.
Massimo Gandoflini
Presidente Associazione Family Day – DNF
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