La “Giornata Nazionale del Malato”
Carissimi responsabili ed amici di:
- Unitalsi
- Caritas
- Rete
- Vela
- Nemesis
- Commissione anziani
- Casa famiglia
La pace sia con tutti voi
La “GIORNATA NAZIONALE DEL MALATO”, nella festa della BVM di Lourdes, è gradita occasione per vivere assieme un momento di preghiera e di conviviale fraternità.
Pregheremo per i presenti, per le nostre famiglie, per i nostri malati in particolare, per anziani, ecc.
Anche quest’ anno di cuore vi invitiamo a far festa con tutti.
Mercoledì 11 Febbraio 2015
Ore 15:00 S. Rosario
Ore 15:30 Celebrazione Eucaristica (+ dono delle rose Mariane), seguirà momento di convivialità
Potete invitare i vostri cari, anche ragazzi e giovani, se desiderano pregare con voi.
Di cuore vi salutiamo riconoscenti.
I vostri
p. Valeriano, p. Giovanni e p. Nicola
*Chi sente e desidera può portare qualcosa ( dolce, salato, bibite, ecc. ) da condividere con tutti gli altri.
Scoperta di angoli suggestivi di Roma attraverso la visita ai presepi
CHE REGALO! Così commentiamo, concordemente. È davvero grande il regalo fattoci dal nostro Parroco, P. Valeriano Montini, proprio alla vigilia dell’Epifania. Perché tanto gradito questo dono? Vi troviamo bellezza, emozione, simpatia, sorpresa, arte ed ancora arte, …ventimila passi, e i 120 scalini del Campidoglio inondato dal sole.
Sette ore di cammino spedito, per gustare l’immensa bellezza di Roma, cominciando da S. Maria Maggiore e completando il viaggio nell’abbraccio del colonnato del Bernini, a S. Pietro, di fronte all’essenziale, toccante Presepe, recentemente visitato da Papa Francesco[…]
Teresa Medici Zicchieri
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Il Battesimo di Gesù
Tutto ciò che è avvenuto in Cristo ci fa comprendere che, dopo l’immersione nell’acqua [del Battesimo], lo Spirito Santo viene su di noi dall’alto del cielo e che, adottati dalla Voce del Padre, diventiamo figli di Dio.
Sant’Ilario di Poitiers
Conosciamo tutti benissimo la nostra data di nascita ma forse non altrettanto bene la data del nostro Battesimo. Tu ricordi in che giorno sei stato battezzato?
Dio parla la lingua della gioia
Magi voi siete i santi più nostri, naufraghi sempre in questo infinito, eppure sempre a tentare, a chiedere, a fissare gli abissi del cielo fino a bruciarsi gli occhi del cuore (Turoldo).
Messaggi di speranza oggi: c’è un Dio dei lontani, dei cammini, dei cieli aperti, delle dune infinite, e tutti hanno la loro strada. C’è un Dio che ti fa respirare, che sta in una casa e non nel tempio, in Betlemme la piccola, non in Gerusalemme la grande. E gli Erodi possono opporsi alla verità, rallentarne la diffusione, ma mai bloccarla, essa vincerà comunque. Anche se è debole come un bambino.
Proviamo a percorrere il cammino dei Magi come se fosse una cronaca dell’anima.
Il primo passo è in Isaia: «Alza il capo e guarda». Saper uscire dagli schemi, saper correre dietro a un sogno, a una intuizione del cuore, guardando oltre.
Il secondo passo: camminare. Per incontrare il Signore occorre viaggiare, con l’intelligenza e con il cuore. Occorre cercare, di libro in libro, ma soprattutto di persona in persona. Allora siamo vivi.
Il terzo passo: cercare insieme. I Magi (non «tre» ma «alcuni» secondo il Vangelo) sono un piccolo gruppo che guarda nella stessa direzione, fissano il cielo e gli occhi delle creature, attenti alle stelle e attenti l’uno all’altro.
Il quarto passo: non temere gli errori. Il cammino dei Magi è pieno di sbagli: arrivano nella città sbagliata; parlano del bambino con l’uccisore di bambini; perdono la stella, cercano un re e trovano un bimbo, non in trono ma fra le braccia della madre.
Eppure non si arrendono ai loro sbagli, hanno l’infinita pazienza di ricominciare, finché al vedere la stella provarono una grandissima gioia. Dio seduce sempre perché parla la lingua della gioia.
Entrati in casa videro il Bambino e sua Madre… Non solo Dio è come noi, non solo è con noi, ma è piccolo fra noi. Informatevi con cura del Bambino e fatemelo sapere perché venga anch’io ad adorarlo. Quel re, quell’Erode, uccisore di sogni ancora in fasce, è dentro di noi: è il cinismo, il disprezzo che distrugge i sogni del cuore.
Ma io vorrei riscattare le sue parole e ripeterle all’amico, al teologo, al poeta, allo scienziato, al lavoratore, a ciascuno: hai trovato il Bambino?
Cerca ancora, accuratamente, nei libri, nell’arte, nella storia, nel cuore delle cose; cerca nel Vangelo, nella stella e nella parola, cerca nelle persone, e in fondo alla speranza; cerca con cura, fissando gli abissi del cielo e del cuore, e poi fammelo sapere perché venga anch’io ad adorarlo.
Aiutami a trovarlo e verrò, con i miei piccoli doni e con tutta la fierezza dell’amore, a far proteggere i miei sogni da tutti gli Erodi della storia e del cuore.
P. Ermes Ronchi
Leggiamo la Bibbia attraverso le vetrate della nostra Chiesa
Cominciamo dall’Antico Testamento (o Alleanza tra Dio e gli uomini). I 46 libri dell’Antico Testamento sono come un lungo AVVENTO, una lunga preparazione (più di mille anni) alla nascita di Gesù, Figlio di Dio. Forse non ce ne siamo accorti, ma anche nella nostra Chiesa è illustrata la Bibbia. Vi sono otto vetrate a sinistra per episodi dell’Antico Testamento e otto episodi a destra che narrano la vita di Gesù (Nuovo Testamento).
L’Antico Testamento inizia con il libro della GENESI che tratta della Creazione del mondo. Per quale motivo Dio ha creato il mondo? Per amore, solo per amore, perché Lui è AMORE INFINITO che come la luce, si diffonde per sua natura. E la Bibbia illustrata nelle vetrate è proprio lì a raccontarci come Dio ha tanto amato il mondo, da dare a noi suo FIGLIO Gesù.
1° Riquadro: LA GENESI o CREAZIONE – Gli scienziati hanno scoperto che l’Universo ha 14 miliardi di anni. È difficile pensarlo, ma prima non c’era nulla. Ma Dio parlò, e la sua parola non è vuota, ma onnipotente, creatrice. La prima creatura fu la luce. Dio crea continuamente, vediamo che soprattutto in primavera tutto si rinnova, con nostro grande stupore.Ma noi amiamo la natura? La custodiamo? C’è il buco nell’ozono, i ghiacciai dei Poli si sciolgono, le nostre città, come Genova, Milano, sono invase dalle acque. Purtroppo l’uomo per fare i propri interessi ha inquinato la natura.
E noi rispettiamo la natura come dono di Dio? Trattiamo bene gli animali? Sprechiamo il cibo? Roviniamo l’ambiente, i campi con l’uso indiscriminato di pesticidi? Facciamo bene la raccolta differenziata, o , quando non ci vede nessuno, sporchiamo la spiaggia, la città?
2- DIO CREÒ L’UOMO E LA DONNA. Perché Dio ci ha creati? Per conoscerlo, amarlo, servirlo nei fratelli, per poi goderlo per l’eternità in Paradiso. Avendo già creato la natura, Dio vide che tutto era buono. Ma la gloria di Dio, il suo capolavoro sono l’uomo e la donna. Perché ha immesso in loro il suo Spirito, li ha pensati A SUA IMMAGINE E SOMIGLIANZA, li ha dotati di un’anima immortale, con la capacità di parlare, di inventare, di amare. Purtroppo Adamo ed Eva non furono riconoscenti a Dio, non si fidarono di Lui e vollero decidere da soli quale fosse il bene e il male, ingannati dal serpente (il diavolo), il subdolo nemico dell’uomo.
3 – CAINO E ABELE. L’invidia invase il cuore di Caino contro Abele, suo fratello, che era pastore e aveva fortuna. Lo attese in campagna e lo uccise. Dio gli domandò: “Dov’è tuo fratello” e Caino, sconvolto, rispose: “Sono forse io il custode di mio fratello?” Caino andò per il mondo come un cane randagio, poi si accorse di avere commesso una grave colpa, chiese a Dio di essere perdonato e non venne ucciso. Noi sappiamo vincere l’invidia o il benessere degli altri ci dispiace?
4 – L’ARCA DI NOÈ. Dopo l’omicidio di Caino, gli uomini diventarono sempre più prepotenti e malvagi, fino a far pentire Dio di averli creati. Dio decise di mandare il diluvio universale (40 giorni di pioggia) per distruggerli. Ma tra gli uomini c’era NOÈ che viveva come Dio vuole e lo salvò. Gli insegnò a fare una grande ARCA per la sua famiglia e le coppie di animali. Quando una colomba ritornò da Noè con un ramoscello di ulivo, Noè capì che il diluvio era finito e che era sorto l’arcobaleno della pace. E noi, facendo a volte a meno degli insegnamenti di Dio, roviniamo con le nostre scelte la nostra vita.
2a VETRATA DI SINISTRA DELLA CHIESA S. ANNA, CON 4 RIQUADRI CHE SI SUCCEDONO DAL BASSO VERSO L’ALTO
1 – LA TORRE DI BABELE. Molto tempo dopo il diluvio, gli uomini avevanoricominciato a popolare la Terra e si sentivano così superbi e potenti da voler costruire un’altissima torre a Babele, che arrivasse fino al cielo. Ma a Dio i prepotenti non piacciono e fece in modo che non si capissero più, cominciando a parlare lingue diverse. Così si distribuirono in molte parti della Terra e formarono popoli diversi.
2 – ABRAMO. Dio scelse un popolo con cui fare un’alleanza, un popolo da educare perché diventasse come lievito in mezzo alle altre genti, e dal quale nascesse il Salvatore, aspettato da tutti i popoli. A capo di questo popolo amato, eletto, ci voleva un uomo fedele. Dio invitò Abramo a lasciare la sua terra ed egli obbedì; Dio gli promise una grande discendenza e Abramo gli credette, anche se era ormai troppo anziano e non aveva Poi nacque Isacco, e Dio gli chiese di sacrificarlo per lui; Abramo stava per obbedire, perché in quell’epoca era normale offrire, uccidere ragazzi e ragazze per onorare gli dei. Ma Dio non vuole questi sacrifici e mandò un angelo a fermare la mano di Abramo. Come si legge ripetutamente nella Bibbia, Dio apprezza piuttosto i nostri sforzi per scegliere il bene e stare lontani dal male.
3 – MOSÈ. Nato in Egitto da una donna ebrea, fu salvato dalle acque del Nilo dalla figlia del faraone e fu educato nelle reggia. Ma Dio lo scelse come LIBERATORE del suo popolo che in Egitto era maltrattato come schiavo. Come leggiamo nel 2° libro della Bibbia, L’ESODO, Dio liberò il suo popolo, guidato da Mosè, facendolo passare attraverso il Mar Rosso – Questo passaggio miracoloso dalla schiavitù alla liberta si chiama PASQUA, e quella fu la 1a Pasqua. Ma Dio volle aiutare il suo popolo a liberarsi da un’altra schiavitù, la schiavitù del male: sul Monte Sinai consegnò a Mosè le due tavole della legge, con i dieci Comandamenti: essi aiutano la nostra coscienza a distinguere il bene e a sceglierlo, per non diventare schiavi del male. I Comandamenti, perciò, sono anche chiamati “Le 10 Parole di libertà”.
Nella seconda tavola di pietra, ad esempio, c’è scritto: “Non uccidere”. Pensiamo a cosa succederebbe se fosse lecito uccidere! E poi: non rubare, non dire il falso: sono anche ottime regole per vivere insieme, da gente civile. I popoli antichi, infatti, apprezzarono molto il popolo ebraico per queste leggi di giustizia. Gesù le perfezionerà con le beatitudini e con il comandamento supremo: “Amatevi come io ho amato voi”.
4 – L’ARCA. Una delle dodici tribù di Israele, i LEVITI, trasportavano l’ARCA dell’ALLEANZA durante il lungo viaggio nel deserto, dall’Egitto fino alla terra promessa, la Palestina. La custodirono, poi, nella parte più segreta del Tempio di Gerusalemme.L’ARCA era come un baule di legno, ricoperto dentro e fuori da lamine d’oro puro; sopra aveva una lastra d’oro ai cui lati erano inginocchiati due angeli, i cherubini, con le ali aperte verso l’alto. L’ARCA era il tesoro più prezioso degli ebrei, perché conteneva i segni dell’ALLEANZA tra Dio e il popolo eletto, cioè: le due pietre su cui erano scolpiti i dieci Comandamenti, il bastone di Aronne, fratello di Mosè, e un’ampolla con la manna, il cibo che li nutrì nel deserto.
Le catechiste del 2° anno di discepolato
Beatificazione Paolo VI
Forse dopo un breve pellegrinaggio mai siamo tornati così felici e commossi. Sì, è stata una domenica speciale.
Alle 8 Piazza S. Pietro ci accoglie nel colonnato del Bernini già carichi di spiritualità, dopo le lodi recitate sul pullman e intensamente commentate dal Parroco P. Valeriano Montini. L’invocazione riassuntiva? “La tua grazia vale più della vita”: perché, a che serve la vita senza la Grazia di Dio? Non si innalzerebbe da un livello sub-umano.
Ci affrettiamo verso la Basilica, e il nostro Parroco più di noi, emozionato di essere tra i concelebranti della S. Messa per Papa Montini. Nell’immensa piazza c’è una marea di sedie su cui, con nostra sorpresa, sono a disposizione copie dell’Osservatore Romano e dell’inserto de “Il Messaggero” dedicato a Paolo VI, la cui lettura potrà continuare ad edificare a lungo le decine di migliaia di credenti convenuti da tutto il mondo, immagine plastica della Chiesa cattolica, molto riconoscente a Papa Montini […]
Teresa Zicchieri
Continua la lettura: Paolo VI Beatificazione
Il nostro respiro, un soffio nel vento di Dio
Se mi amate osserverete i miei comandamenti. Tutto comincia con una parola carica di delicatezza e di rispetto: se mi amate… "Se": un punto di partenza così umile, così libero, così fiducioso. Non si tratta di una ingiunzione ( dovete osservare) ma di una constatazione: se amate, entrerete in un mondo nuovo.
Lo sappiamo per esperienza: se ami si accende un sole, le azioni si caricano di forza e di calore, di intensità e di gioia. Fiorisce la vita come un fiore spontaneo.
Osserverete i comandamenti "miei", dice. E miei non tanto perché prescritti da me, ma perché riassumono me e tutta la mia vita. Se mi amate, vivrete come me! Se ami Cristo, lui ti abita i pensieri, le azioni, le parole e li cambia. E tu cominci a prendere quel suo sapore di libertà, di pace, di perdono, di tavole imbandite e di piccoli abbracciati, di relazioni buone, la bellezza del suo vivere. Cominci a vivere la sua vita buona, bella e beata. Ama e fa quello che vuoi (sant'Agostino). Se ami, non potrai ferire, tradire, derubare, violare, deridere. Se ami, non potrai che soccorrere, accogliere, benedire. E questo per una legge interiore ben più esigente di qualsiasi legge esterna. Ama e poi va' dove ti porta il cuore.
In una specie di commovente, suadente monotonia Gesù per sette volte nel brano ripete: voi in me, io in voi, sarò con voi, verrò da voi.
Attraverso una parola di due sole lettere "in" racconta il suo sogno di comunione.
Io nel Padre, voi in me, io in voi: dentro, immersi, uniti, intimi. Gesù che cerca spazi, spazi nel cuore. Io sono tralcio unito alla madre vite, goccia nella sorgente, raggio nel sole, scintilla nel grande braciere della vita, respiro nel suo vento.
Non vi lascerò orfani. Non lo siete ora e non lo sarete mai: mai orfani, mai abbandonati, mai separati. La presenza di Cristo non è da conquistare, non è da raggiungere, non è lontana. È già data, è dentro, è indissolubile, fontana che non verrà mai meno.
Molti intendono la fede come tensione verso un oggetto di desiderio mai raggiunto o come ricordo di un tempo dell'oro perduto. Ma Gesù ribalta questo atteggiamento: fonda la nostra fede su un pieno non su un vuoto; sul presente, non sul passato; sull'amore per un vivo e non sulla nostalgia.
Noi siamo già in Dio, come un bimbo nel grembo di sua madre. E se non può vederla, ha però mille segni della sua presenza, che lo avvolge, la scalda, lo nutre, lo culla.
E infine l'obiettivo di Gesù: Io vivo e voi vivrete: far vivere è la vocazione di Dio, la mania di Gesù, il suo lavoro è quello di essere nella vita datore di vita. È molto bello sapere che la prova ultima della bontà della fede sta nella sua capacità di trasmettere e custodire umanità, vita, pienezza di vita. E poi, di farci sconfinare in Dio.
P. Ermes Ronchi
Non sia turbato il vostro cuore …
Non sia turbato il vostro cuore, abbiate fiducia. L’invito del Maestro ad assumere questi due atteggiamenti vitali a fondamento del nostro rapporto di fede: un «no» gridato alla paura e un «sì» consegnato alla fiducia. Due atteggiamenti del cuore che sono alla base anche di qualsiasi rapporto fecondo, armonioso, esatto con ogni forma di vita. Ad ogni mattino, ad ogni risveglio, un angelo ripete a ciascuno le due parole: non avere paura, abbi fiducia. Noi tutti ci umanizziamo per relazioni di fiducia, a partire dai nostri genitori; diventiamo adulti perché costruiamo un mondo di rapporti umani edificati non sulla paura ma sulla fiducia. La fede religiosa (atto umanissimo, vitale, che tende alla vita) poggia sull’atto umano del credere, e se oggi è in crisi, ciò è accaduto perché è entrato in crisi l’atto umano dell’aver fiducia negli altri, nel mondo, nel futuro, nelle istituzioni, nell’amore.
In un mondo di fiducia rinnovata, anche la fede in Dio troverà respiro nuovo.Io sono la via la verità e la vita. Tre parole immense. Che nessuna spiegazione può esaurire. Io sono la via: la strada per arrivare a casa, a Dio, al cuore, agli altri; una via davanti alla quale non si erge un muro o uno sbarramento, ma orizzonti aperti. Sono la strada che non si smarrisce, ma va’ verso la storia più ambiziosa del mondo, il sogno più grandioso mai sognato, la conquista – per tutti – di amore e libertà, di bellezza e di comunione: con Dio, con il cosmo, con l’uomo. Io sono la verità: non in una dottrina, né in un libro, né in una legge migliori delle altre, ma in un «io» sta la verità, in Gesù, venuto a mostrarci il vero volto dell’uomo e il volto d’amore del Padre. La verità sono occhi e mani che ardono! (Ch. Bobin). Così è Gesù: accende occhi e mani. La sua è una vita che si muove libera, regale e amorevole tra le creature. Il cristianesimo non è un sistema di pensiero o di riti, ma una storia e una vita (F. Mauriac). Io sono la vita. Che hai a che fare con me, Gesù? La risposta è una pretesa perfino eccessiva, perfino sconcertante: io faccio vivere.Parole enormi, davanti alle quali provo vertigine. La mia vita si spiega con la vita di Dio. Nella mia esistenza più Dio equivale a più io. Più Vangelo entra nella mia vita più io sono vivo. Nel cuore, nella mente, nel corpo. E si oppone alla pulsione di morte, alla distruttività che nutriamo dentro di noi con le nostre paure, madre della sterilità.Infine interviene Filippo «Mostraci il Padre, e ci basta». È bello che gli Apostoli chiedano, che vogliano capire, come noi. Filippo, chi ha visto me ha visto il Padre.Guardi Gesù, guardi come vive, come ama, come accoglie, come muore e capisci Dio, e si dilata la vita.
P. Ermes Ronchi
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