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admin

Il Consiglio Pastorale

ELENCO VOTATI:

  • Boschetto Flora
  • Antelmi Grazio
  • Baldo Rossana
  • Boschetto Matteo
  • Raponi Daniele
  • Sacchetto William
  • Casalati Gianfranco
  • Neri Luigi
  • Addonizio Michela
  • Del Nista Orlando
  • Zicchieri Teresa
  • D’Ermo Massimo
  • De Angelis Francesca
  • Miranda Mauro
RAPPRESENTANTI DI ASSOCIAZIONI E GRUPPI PARROCCHIALI:
  • AC: Martorelli Marcelo
  • CARITAS: Ogliari Carlo
  • SCOUT: Autiero Luigi
  • CATECHISTI: Spiller Pierina
  • CORO S. ANNA: Mari Maura
  • UNITALSI: Surpi Anna Rosa
  • LA RETE: D’Aguanno Alfredo
  • GRUPPO SPORTIVO: Mancon Massimiliano
SCELTI DAL PARROCO:
  • Centra Guerrino
  • Falso Massimiliano
  • Lauretti Lorenzo
  • Marchetto Massimiliano
  • Rossi Antonella
 

Centri di Ascolto – Mercoledì 14 Dicembre ore 21:00

TAVOLATO Pompili Pietro – Migl. 46 ½ dx STATISTI Antelmi Grazio – V. A. Moro
LUNGO BOTTE Antonella e Daniela Lauretti – Migl. 49 B.GO PASUBIO Antonnicola Mario – V. Manzoni
OLTRE SISTO Monti Maurizio – V. Formicosa C. STORICO EST Del Nista Paolo – V. Lazio
POETI Antonnicola Mario – V. Manzoni C. STORICO NORD Agnese Ricci Mancini – Viale A. Aleardi
LATINI Gassarato Lino – V. dei Latini C. STORICO OVEST Antonnicola Mario – V. Manzoni
MUSICISTI Ceci Vincenzo – V. Paganini C. STORICO SUD Viadana Carmine – V. Sicilia, 12

Centri di Ascolto – Mercoledì 7 Dicembre ore 21:00

TAVOLATO Cerrocchi Bernardino – Migl. 46 ½ sx STATISTI Antelmi Grazio – V. A. Moro
LUNGO BOTTE Roma Lino e Giuliana Migl. 49 B.GO PASUBIO Sartori Laura – V. Manzoni
OLTRE SISTO Battello Michele – Migl. 51 C. STORICO EST Del Nista Paolo – V. Lazio
POETI Sartori Laura – V. Manzoni C. STORICO NORD Iaquone Paola – Viale Italia
LATINI Venditti Enrico – V. dei Latini C. STORICO OVEST Sartori Laura – V. Manzoni
MUSICISTI Saralli Franco – V. Verdi C. STORICO SUD Marangoni Bellachioma Giulia – V. Cavour

 

La storia del re che morì amando, all’inverosimile

ricordati-di-meSe sei il Cristo, salva te stesso! Sono scandalizzati gli uomini religiosi: che Dio è questo che lascia morire il suo Messia?
Si scandalizzano i soldati, gli uomini forti: se sei il re, usa la forza! Salvati. C'è forse qualcosa che vale più della vita? Ebbene sì, risponde la narrazione della Croce, qualcosa vale di più, l'amore vale più della vita. E appare un re che muore ostinatamente amando; giustiziato, ma non vinto; che noi possiamo rifiutare, ma che non ci rifiuterà mai. E la risurrezione è il sigillo che un amore così non andrà mai perduto.
Un malfattore appeso alla croce gli chiede di non essere dimenticato e lui lo prende con sé. In quel bandito raggiunge tutti noi, consacrando – in un malfattore – la dignità di ogni persona umana: nella sua decadenza, nel suo limite più basso, l'uomo è sempre amabile per Dio. Proprio di Dio è amare perfino l'inamabile. Non ha meriti da vantare il ladro. Ma Dio non guarda al peccato o al merito, il suo sguardo si posa sulla sofferenza e sul bisogno, come un padre o una madre guardano solo al dolore e alle necessità del figlio.
Ricordati di me quando entrerai nel tuo regno. E Gesù non solo si ricorda, fa molto di più: lo porta con sé, se lo carica sulle spalle, come fa il pastore con la pecora perduta, lo riporta a casa: sarai con me! E mentre la logica della nostra storia sembra avanzare per esclusioni, per separazioni, per respingimenti alle frontiere, il Regno di Dio è la terra nuova che avanza per inclusioni, per abbracci, per accoglienza.
Ricordati di me prega il peccatore, sarai con me risponde l'amore. Sintesi estrema di tutte le possibili preghiere.
Ricordati di me, prega la paura, sarai con me, risponde l'amore. Non solo il ricordo, ma l'abbraccio che stringe e unisce e non lascia cadere mai: con me, per sempre.

Le ultime parole di Cristo sulla croce sono tre parole regali, tre editti imperiali: oggi – con me – paradiso.
Oggi: adesso, subito; ecco l'amore che ha sempre fretta; ecco l'istante che si apre sull'eterno, e l'eterno che si insinua nell'istante.
Con me: mentre la nostra storia di conflitti si chiude in muri, frontiere e respingimenti, il Regno di Dio germoglia in condivisioni e accoglimenti.
Nel paradiso: quel luogo che brucia gli occhi del desiderio, quel luogo immenso e felice che «solo amore e luce ha per confine».
E se il primo che entra in paradiso è quest'uomo dalla vita sbagliata, allora non c'è nulla e nessuno di definitivamente perduto, nessuno è senza speranza. Le braccia del re-crocifisso resteranno spalancate per sempre, per tutti quelli che riconoscono Gesù come compagno d'amore e di pena, qualunque sia il loro passato: è questa la Buona Notizia di Gesù Cristo.

Padre Ermes Ronchi

 

Rinnovo del Consiglio Pastorale Parrocchiale

rinnovo_consiglio_2015Dallo “Statuto e Regolamento”
“La Parrocchia è una determinata comunità di fedeli che viene costituita stabilmente nell’ambito di una Chiesa particolare e la cui cura pastorale è affidata, sotto l’autorità di un Vescovo Diocesano, ad un Parroco quale suo proprio pastore.” (C.I.C. 511)
Il Consiglio Pastorale Parrocchiale (CPP) è una struttura importante in cui tutto il popolo di Dio si sente parte viva e responsabile della missione della Chiesa.
E’ fondamentale, perche l’azione del CPP sia efficace, che i membri costituiscano una vera comunità di fede, siano testimoni di una fraterna comunione in Cristo e un’espressione di vita della comunità cristiana locale.
Compito del CPP è quello di “promuovere l’attività pastorale” (c. 536) in comunione con il Vescovo e con il Parroco.
Nel CPP, quale organo promotore di comunione e di partecipazione, sono rappresentate tutte le componenti ecclesiali: clero, religiosi, laici.
Possono essere membri del CPP coloro che, battezzati e cresimanti, abbiano compiuto i 18 anni e siano canonicamente domiciliati nella
parrocchia o operanti stabilmente in essa.
Elettori sono tutti coloro che, battezzati, abbiano compiuto i 18 anni e siano canonicamente domiciliati nella parrocchia o operanti stabilmente
in essa.
 
 

Dipendenza da Internet – Quali rischi e quali danni?

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Se aveste fede quanto un granello di senape …

senape1Gli apostoli dissero al Signore: "Accresci in noi la fede!". Tutti noi possiamo fare nostra questa invocazione. Anche noi come gli Apostoli diciamo al Signore Gesù: "Accresci in noi la fede!". Sì, Signore, la nostra fede è piccola, la nostra fede è debole, fragile, ma te la offriamo così com'è, perché Tu la faccia crescere. "Signore, accresci in noi la fede!"
Ho paura che molti non comprendano l'importanza di avere la fede, di crescere nella fede… in mezzo a tanta gente che vuole distruggere la fede, che immette nella cultura e nel modo di pensare materialista che vorrebbe convincere che avere la fede significa non divertirsi, non essere felici, che la felicità è da un'altra parte… E molte persone ci cascano e rischiano di rovinare la propria vita, dandosi solo alle mondanità o, al meglio, alle carriere e ai miraggi umani. Persone che rischiano di perdere e rovinare la propria vita nell'eternità: "che cosa serve guadagnare anche il mondo intero, se poi uno perde la sua anima?" ci dice Gesù..
Ecco l'importanza della fede: la fortuna, la gioia, il dono della fede, la luce e la forza della fede!
E il Signore che cosa ci risponde? Risponde: «Se aveste fede quanto un granello di senape, potreste dire…. Il seme della senape è piccolissimo, però Gesù dice che basta avere una fede così, piccola, ma vera, sincera, per fare cose umanamente quasi impossibili, impensabili. Ed è vero! Tutti conosciamo persone semplici, umili, ma con una fede fortissima, che davvero spostano le montagne! Pensiamo, per esempio, a certe mamme e papà che affrontano situazioni molto pesanti; o a certi malati, anche gravissimi, che trasmettono serenità a chi li va a trovare. Queste persone, proprio per la loro fede, non si vantano di ciò che fanno, anzi, come chiede Gesù nel Vangelo, dicono: «Siamo servi inutili. Abbiamo fatto quanto dovevamo fare».
In questo mese di ottobre, che è dedicato in particolare alle missioni, possiamo pensare a tanti missionari, uomini e donne, che per portare il Vangelo hanno superato ostacoli di ogni tipo, hanno dato veramente la vita; come dice san Paolo a Timoteo: «Non vergognarti di dare testimonianza al Signore nostro, ma, con la forza di Dio, soffri con me per il Vangelo». "Ravviva il dono di Dio che ti è stato dato. Dio non ci ha dato uno spirito di timidezza, ma di forza, di carità…" Questo però riguarda tutti: ognuno di noi, nella propria vita di ogni giorno, può e deve dare testimonianza a Cristo, con la forza di Dio, la forza della fede. La fede piccolissima che noi abbiamo, ma che è forte e che aiuta a compiere cose grandi! Con questa forza dare testimonianza di Gesù Cristo, essere cristiani con la vita, con la nostra testimonianza, col nostro amore.
Papa Francesco ci invita fortemente ad essere evangelizzatori e missionari per portare a tutti la gioia del vangelo.
E come attingiamo questa forza? La attingiamo da Dio nella preghiera e nella formazione cristiana. La formazione cristiana avviene nelle varie forme di catechesi, di incontri, di parola di Dio, di esperienza, di evangelizzazione.

Don Roberto Rossi

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note

Iscrizioni Catechismo

catechismoSettembre – Orario: dalle 10:00 alle 12:00 – dalle 15:00 alle 18:00

Dal 13 al 16 Iscrizioni 1° e 2° anno Cresima (2° e 3° Media)
Sabato 17 Ore 16:00 – Incontro con i genitori del biennio Cresima
20, 21, 22, 23 dalle 10:00 alle 12:00

Iscrizioni al 1° e 2° Discepolato (5° Elem. e 1° Media)

Venerdì 23

Ore 15:30: Incontro con i genitori del biennio Discepolato.

Dal 27 al 30

Iscrizioni al 1° e 2° anno Comunione (3° e 4° Elem.)

Sabato 1° Ottobre

Ore 16.00: Incontro con i genitori del biennio Comunione

Si è discepoli di Gesù soltanto se si è capaci di amare

gesù-discepoliGesù, sempre spiazzante nelle sue proposte, indica tre condizioni per seguirlo. Radicali. La prima: Se uno viene a me e non mi ama più di quanto ami suo padre, la madre, la moglie, i figli, i fratelli, le sorelle e perfino la propria vita, non può essere mio discepolo. Gesù punta tutto sull'amore. Lo fa con parole che sembrano cozzare contro la bellezza e la forza dei nostri affetti, la prima felicità di questa vita. Ma il verbo centrale su cui poggia la frase è: se uno non mi "ama di più". Allora non di una sottrazione si tratta, ma di una addizione. Gesù non sottrae amori, aggiunge un "di più". Il discepolo è colui che sulla luce dei suoi amori stende una luce più grande. E il risultato non è una sottrazione ma un potenziamento: Tu sai quanto è bello dare e ricevere amore, quanto contano gli affetti della famiglia, ebbene io posso offrirti qualcosa di ancora più bello. Gesù è la garanzia che i tuoi amori saranno più vivi e più luminosi, perché Lui possiede la chiave dell'arte di amare.
La seconda condizione: Colui che non porta la propria croce e non viene dietro a me. Non banalizziamo la croce, non immiseriamola a semplice immagine delle inevitabili difficoltà di ogni giorno, dei problemi della famiglia, della fatica o malattia da sopportare con pace. Nel Vangelo "croce" contiene il vertice e il riassunto della vicenda di Gesù: amore senza misura, disarmato amore, coraggioso amore, che non si arrende, non inganna e non tradisce.
La prima e la seconda condizione: amare di più e portare la croce, si illuminano a vicenda; portare la croce significa portare l'amore fino in fondo.
Gesù non ama le cose lasciate a metà, perché generano tristezza: se devi costruire una torre siediti prima e calcola bene se ne hai i mezzi. Vuole da noi risposte libere e mature, ponderate e intelligenti.
Ed elenca la terza condizione: chiunque di voi non rinuncia a tutti i suoi averi, non può essere mio discepolo. La rinuncia che Gesù chiede non è un sacrificio, ma un atto di libertà: esci dall'ansia di possedere, dalla illusione che ti fa dire: "io ho, accumulo, e quindi sono e valgo". "Un uomo non vale mai per quanto possiede, o per il colore della sua pelle, ma per la qualità dei suoi sentimenti "(M. L. King). "Un uomo vale quanto vale il suo cuore" (Gandhi).
Non lasciarti risucchiare dalle cose: la tua vita non dipende dai tuoi beni. Lascia giù le cose e prendi su di te la qualità dei sentimenti. Impara non ad avere di più, ma ad amare bene.
Gesù non intende impossessarsi dell'uomo, ma liberarlo, regalandogli un'ala che lo sollevi verso più libertà, più amore, più consapevolezza. Allora nominare Cristo, parlare di vangelo equivale sempre a confortare il cuore della vita.

P. Ermes Ronchi

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