A Pontinia un’eccellenza d’Italia e d’Europa – La scuola di Italiano per stranieri
LA SCUOLA DI ITALIANO PER STRANIERI
La Caritas parrocchiale Sant’Anna nasce a Pontinia intorno al 1997 con il P.Italico Borsetti che affida la responsabilità del gruppo a “Mamma” Irma Cappuccilli. Tante sono le iniziative di solidarietà che si organizzano in questo periodo volte a sostenere le famiglie in difficoltà e a contribuire alla costruzione dell’Oratorio. Con la morte di” Mamma Irma”, nel 2003 la Caritas parrocchiale viene coordinata dal Parroco G. Ranzenigo per gestire le attività più urgenti e nel 2004, come a continuare un percorso mai interrotto, si individua come responsabile del gruppo Caritas la figlia di Mamma Irma, Gianna Cappuccilli: hanno inizio così le attività della Caritas presso la nuova sede dell’Oratorio Sant’Anna (Gennaio 2004).
Il giorno 8 febbraio 2004 si svolge a Pontinia il 5° convegno delle Caritas parrocchiali della Diocesi di Latina -Sezze – Terracina – Priverno, che vede Intervenire ben 170 operatori delle Caritas parrocchiali. Il relatore è il Direttore della Caritas nazionale Don Vittorio Nozza il quale indica le parrocchie come soggetto privilegiato per poter “agire”sulle famiglie,sui giovani,sulle situazioni di disagio,ispirati da principi di condivisione,di solidarietà, di educazione al rispetto. “Dare casa alla Caritas è come porre una tenda su un difficile sentiero di montagna,è un posto sicuro che protegge dalle burrasche”. Queste le parole di P. Gianfranco che i volontari hanno fatto proprie, facendo nascere all’interno della Caritas Sant’Anna diversi settori operativi:
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Il centro di ascolto che accoglie e indirizza chi è in difficoltà;
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distribuzione viveri, indumenti, mobili usati e suppellettili;
Questi due settori individuano la maniera più tradizionale, immediata e sperimentata di avvicinare il disagio e provare a risolverlo. Già dal 2006 la lettura attenta dei bisogni di un territorio che vede la presenza di numerosi migranti residenti ha spinto i volontari della nostra Parrocchia ad intraprendere un percorso di alfabetizzazione, iniziando i primi corsi di Italiano per Stranieri della Scuola Caritas Sant’Anna. Tutto è nato con lo slancio di chi vuole comunicare per aiutare, conoscere ed accogliere. Il numero sempre crescente degli studenti e l’assiduità degli stessi nella frequenza dei corsi hanno spinto la Scuola Caritas ad avere una struttura più organizzata.
Nel 2011 inizia una collaborazione con l’Università per Stranieri di Perugia per la diffusione e somministrazione degli esami CELI. Grazie a questo accordo la nostra Parrocchia è divenuta sede d’esame e conta, tra gli insegnanti volontari, sei esaminatori ufficiali CELI. Nel 2012 aderisce alla Rete ScuoleMigranti, un’associazione che coordina tutte le realtà del Lazio che si occupano di corsi di Italiano per stranieri. L’appartenenza alla Rete offre la possibilità di confrontarsi con operatori di settore, quindi di avere una costante informazione sulle normative, sulle leggi, sulle tematiche inerenti. Inoltre offre opportunità gratuite di formazione per gli insegnanti volontari. Uno dei risultati più rilevanti è la firma dei protocolli di collaborazione con il CTP di Terracina (Centro Territoriale Permanente), grazie ai quali dal 2013 al 2016 hanno sostenuto l’esame di Lingua, Cultura italiana ed Educazione Civica circa 200 dei nostri studenti. Essi hanno ottenuto un attestato valido ai fini dell’ottenimento della Carta di Soggiorno di lungo periodo. Accanto all’aspetto più propriamente legato alla formazione linguistica la scuola ha visto nascere anche una realtà molto importante: un gruppo di ballerini indiani chiamato “Bhangra Brothers”. Dal 2010 questi ragazzi provano nel teatro parrocchiale e le loro esibizioni sono molto apprezzate anche fuori provincia: hanno partecipato a numerosi eventi a Latina, Roma, Chianciano e Milano e hanno partecipato a diverse trasmissioni televisive, la più importante Geo&Geo su Rai 3. Nel 2014 proprio per essere ancora più strutturati ed avere la possibilità di partecipare ai Bandi regionali ed europei, i volontari della scuola hanno costituito un’associazione di Promozione Sociale di nome “PerCorsi” (per ulteriori informazioni consultare la pagina Facebook al seguente link https://www.facebook.com/PerCorsiPontinia/).
I corsi inizialmente si svolgevano di sabato pomeriggio, ma negli ultimi anni il numero degli iscritti è cresciuto fino a registrare una media di 170 nuovi studenti ogni anno. Da qui l’esigenza di diversificare l’offerta formativa proponendo i seguenti corsi:
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martedì e giovedì dalle 9:30 alle 11.30 per sole donne;
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lunedì, mercoledì e venerdì dalle 18:00 alle 20:00 per richiedenti asilo e migranti economici (uomini e donne).
I corsi iniziano a ottobre e viene somministrato un test di ingresso che permette di formare classi omogenee rispetto al livello (A0-A1-A2-B1) e si concludono a giugno con una grande festa.
Tra i volontari ci sono alcuni studenti delle scuole superiori che alla fine del loro servizio ricevono un attestato che certifica le ore di presenza per il riconoscimento di crediti scolastici.
Le attività dell’Associazione PerCorsi riguardano l’integrazione ma anche la sensibilizzazione verso l’educazione civica e sanitaria. In particolare citiamo uno screening gratuito per il diabete (effettuato in collaborazione con la Farmacia Sant’Anna di Pontinia), che ha permesso di diagnosticare 8 casi su poco più di 50 studenti sottoposti al test. Inoltre l’Associazione promuove:
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laboratori di artigianato, musica, danza, ecc;
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Una serie di incontri di educazione sanitaria in collaborazione con EMERGENCY;
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La collaborazione con il Centro Astalli per il progetto Incontri, percorsi sul dialogo interreligioso: alcuni dei nostri studenti/collaboratori sono testimoni nelle scuole, dialogando con i ragazzi riguardo le proprie religioni di appartenenza;
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La collaborazione con il Centro Sportivo di Pontinia: in particolare alcuni studenti fanno parte della squadra dell’Oratorio e altri del Pontinia Calcio. Inoltre si promuove lo sport del Cricket insieme all’ASD Pontinia Cricket Club;
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La collaborazione con il MAP – Museo Agro Pontino, con il quale vengono organizzati eventi di carattere interculturale e visite al museo, per far conoscere agli studenti il territorio che li ospita.
È possibile visionare al seguente link l’intervento dell’Associazione nella trasmissione televisiva Geo&Geo, andata in onda su Rai3: https://www.youtube.com/watch?v=Wb6TwQ08kpA
Patrizia Esposito
Habita Terra
Il 2 anno discepolato della parrocchia (ragazzi di 1 media, che fanno questo percorso di catechesi, intermedio tra la prima Comunione e la Cresima) per quest’anno di catechesi ha deciso di fare un’esperienza, che potremmo definire “ora et labora”, nel solco della grande tradizione benedettina. Cioè “preghiera e lavoro”, i due pilastri del resto su cui si è costruita, a partire dal medioevo, l’Europa e la coscienza occidentale in generale. Abbiamo voluto far fare un’esperienza concreta di lavoro ai nostri ragazzi, che procedesse di pari passo con la formazione catechetica. E abbiamo trovato nell’associazione Habita Terra di Sabaudia un meraviglioso alleato in questo piccolo progetto. Si tratta di un’associazione nella quale lavorano ragazzi, uomini e donne, diversamente abili, e si tratta di duro lavoro di campagna, terra e animali.
Insomma ci si sporca le mani per purificare l’anima. Così, a turno, un gruppetto alla volta, un sabato mattina al mese, a partire da mese di novembre, i ragazzi e i loro catechisti si sono recati sul posto e hanno aiutato i ragazzi del posto sia in qualche lavoro di campagna, sia nel confezionamento di alcuni prodotti che l’associazione a Natale e a Pasqua vende per auto sostenersi, dato che non riceve quasi nessun aiuto dalle istituzioni.
Aldilà del lavoro in sé, è stata molto bella la socializzazione tra i ragazzi di Habita Terra e i nostri. Le giornate cominciavano con una preghiera, nella quale ci si presentava reciprocamente. Poi con una visita guidata nella fattoria, quindi un po’ di lavoro e infine una meritata merenda-aperitivo, visto che a quel punto si era raggiunto mezzogiorno.
Ora ci stiamo preparando a vivere una giornata finale sabato 13 maggio, tutti i singoli insieme, che si concluderà con la celebrazione dell’Eucarestia nel pomeriggio, proprio per ringraziare il Signore del dono di questi amici e della realtà tutta di Habita Terra, con i suoi ideatori e collaboratori. E per ringraziare di questa bella possibilità di stare insieme nel bene, senza barriere dettate dalla diversità, che al contrario è sempre una ricchezza per tutti, come noi abbiamo ampiamente sperimentato nell’accoglienza e nella disponibilità di questa bella associazione che invitiamo tutti quanti a conoscere e sostenere sempre più.
P. Nicola
Venerdì santo 2017
Per la Chiesa cattolica, il Venerdì Santo è il giorno della morte di Gesù Cristo, secondo giorno del Triduo Pasquale, che segue il giovedì santo. Come nel Mercoledì delle Ceneri, i fedeli dai 14 anni di età sono invitati all'astinenza dalla carne (sono ammessi uova e latticini), e quelli dai 18 ai 60 anni al digiuno ecclesiastico, che consiste nel consumare un solo pasto (pranzo o cena) durante la giornata (è ammessa, oltre a questo, una piccola refezione).
Il digiuno si compie in segno di penitenza per i peccati di tutti gli uomini, che Gesù è venuto ad espiare nella Passione, ed assume inoltre il significato mistico di attesa dello Sposo, secondo le parole di Gesù (Matteo 9,15); lo Sposo della Chiesa, cioè Cristo, viene tolto dal mondo a causa del peccato degli uomini, ma i cristiani sono invitati a preparare con il digiuno l'evento del suo ritorno e della liberazione dalla morte; questo evento si attua nel memoriale della sua resurrezione, la domenica di Pasqua.
Non si celebra l'Eucaristia: infatti durante la celebrazione liturgica pomeridiana del Venerdì Santo si distribuisce l'eucaristia consacrata il giorno precedente, il Giovedì Santo (Celebrazione In Coena Domini), in cui si ricorda l'ultima cena del Signore con i discepoli e il tradimento di Giuda. La liturgia inizia nel silenzio, come si era chiusa quella del giorno precedente e come si apre quella della veglia di Pasqua nella notte del Sabato Santo, quasi a sottolineare come il Triduo pasquale sia un'unica celebrazione per i Cristiani.
La liturgia è incentrata sulla narrazione delle ultime ore della vita terrena di Gesù secondo il Vangelo di Giovanni e sull'adorazione della croce, molto importante, in questo giorno. La croce non è un semplice strumento di tortura, ma è segno dell'amore che Dio nutre verso gli uomini. Con la croce Dio riporta la vita vera nel mondo, con la croce Dio insegna all'uomo ad amare. I cristiani in questo giorno sono invitati ad adorare la croce di Cristo e a non vivere rassegnati dinanzi alle proprie croci di ogni giorno, perché solo morendo si risuscita a vita eterna.
In questo giorno si celebra in modo "solenne" anche la Via Crucis.
Giovedì santo 2017
Con il Giovedì Santo si conclude la Quaresima, iniziata con il Mercoledì delle Ceneri, e con essa finisce anche il digiuno penitenziale. Con la messa vespertina “in Coena Domini” inizia il Triduo pasquale, ossia i tre giorni nei quali si commemora la Passione, Morte e Risurrezione di Gesù, che ha il suo fulcro nella solenne Veglia pasquale e si conclude con i secondi vespri della Domenica di Pasqua.
LA LAVANDA DEI PIEDI SIMBOLO DI OSPITALITÀ
Il Vangelo di Giovanni, al capitolo 13, racconta l'episodio della lavanda dei piedi. Gesù «avendo amato i suoi che erano nel mondo, li amò sino alla fine», e mentre il diavolo già aveva messo nel cuore di Giuda Iscariota, il proposito di tradirlo, Gesù si alzò da tavola, depose le vesti e preso un asciugatoio se lo cinse attorno alla vita, versò dell’acqua nel catino e con un gesto inaudito, perché riservato agli schiavi ed ai servi, si mise a lavare i piedi degli Apostoli, asciugandoli poi con l’asciugatoio di cui era cinto.
Bisogna sottolineare che a quell’epoca si camminava a piedi su strade polverose e fangose, magari sporche di escrementi di animali, che rendevano i piedi, calzati da soli sandali, in condizioni immaginabili a fine giornata. La lavanda dei piedi era una caratteristica dell’ospitalità nel mondo antico, era un dovere dello schiavo verso il padrone, della moglie verso il marito, del figlio verso il padre e veniva effettuata con un catino apposito e con un “lention” (asciugatoio) che alla fine era divenuto una specie di divisa di chi serviva a tavola.
Quando fu il turno di Simon Pietro, questi si oppose al gesto di Gesù: “Signore tu lavi i piedi a me?” e Gesù rispose: “Quello che io faccio, tu ora non lo capisci, ma lo capirai dopo”; allora Pietro che non comprendeva il simbolismo e l’esempio di tale atto, insisté: “Non mi laverai mai i piedi”. Allora Gesù rispose di nuovo: “Se non ti laverò, non avrai parte con me” e allora Pietro con la sua solita impulsività rispose: “Signore, non solo i piedi, ma anche le mani e il capo!”. Questa lavanda è una delle più grandi lezioni che Gesù dà ai suoi discepoli, perché dovranno seguirlo sulla via della generosità totale nel donarsi, non solo verso le abituali figure, fino allora preminenti del padrone, del marito, del padre, ma anche verso tutti i fratelli nell’umanità, anche se considerati inferiori nei propri confronti.
Fonte: Famiglia Cristiana
Domenica delle Palme 2017
Con questa festa si ricorda l'ingresso trionfale di Gesù a Gerusalemme accolto dalla folla che lo acclama come re agitando fronde e rami presi dai campi. Una tradizione legata alla ricorrenza ebraica di Sukkot durante la quale i fedeli salivano in pellegrinaggio al tempio di Gerusalemme portando un mazzetto intrecciato di palme, mirto e salice.
La liturgia della Domenica delle Palme, si svolge iniziando da un luogo adatto al di fuori della chiesa; i fedeli si radunano e il sacerdote benedice i rami di ulivo o di palma, che dopo la lettura di un brano evangelico, vengono distribuiti ai fedeli, quindi si dà inizio alla processione fin dentro la chiesa. Qui giunti continua la celebrazione della Messa, che si distingue per la lunga lettura della Passione di Gesù, tratta dai Vangeli di Marco, Luca, Matteo, secondo il ciclico calendario liturgico; il testo della Passione non è lo stesso che si legge nella celebrazione del Venerdì Santo, che è il testo del Vangelo di San Giovanni.
Il racconto della Passione viene letto alternativamente da tre lettori rappresentanti: il cronista, i personaggi delle vicenda e Cristo stesso. Esso è articolato in quattro parti: l’arresto di Gesù; il processo giudaico; il processo romano; la condanna, l’esecuzione, morte e sepoltura.
Al termine della Messa, i fedeli portano a casa i rametti di ulivo benedetti, conservati quali simbolo di pace, scambiandone parte con parenti ed amici. Si usa in molte regioni, che il capofamiglia utilizzi un rametto, intinto nell’acqua benedetta durante la veglia pasquale, per benedire la tavola imbandita nel giorno di Pasqua.
Quel centurione che vide un re morire di amore
Si aprono, con la lettura della Passione del Signore, i giorni supremi, quelli da cui deriva e a cui conduce tutta la nostra fede. E quelli che fanno ancora innamorare.
Volete sapere qualcosa di voi e di me? – dice il Signore – Vi do un appuntamento: un uomo in croce. La croce è l'immagine più pura e più alta che Dio ha dato di se stesso. E tuttavia domanda perennemente aperta.
E prima ancora l'appuntamento di Gesù è stato un altro: uno che è posto in basso. Che cinge un asciugamano e si china a lavare i piedi ai suoi. Chi è Dio? Il mio lavapiedi. In ginocchio davanti a me. Le sue mani sui miei piedi. Davvero, come Pietro, vorrei dire: lascia, smetti, non fare così, è troppo. E Lui: sono come lo schiavo che ti aspetta, e al tuo ritorno ti lava i piedi. Ha ragione Paolo: il cristianesimo è scandalo e follia. Dio è così: è bacio a chi lo tradisce, non spezza nessuno, spezza se stesso. Non versa il sangue di nessuno, versa il proprio sangue. Non chiede più sacrifici, sacrifica se stesso.
Ne esce capovolta ogni immagine, ogni paura di Dio. Ed è ciò che ci permette di tornare ad amarlo da innamorati e non da sottomessi.
La suprema bellezza della storia è quella accaduta fuori Gerusalemme, sulla collina, dove il Figlio di Dio si lascia inchiodare, povero e nudo, a un legno per morirvi d'amore.
Pietra angolare della fede cristiana è la cosa più bella del mondo: bello è chi ama, bellissimo chi ama fino alla fine. L'ha colto per primo non un discepolo ma un estraneo, il centurione pagano: davvero costui era figlio di Dio. Non da un sepolcro che si apre, non da uno sfolgorare di luce, ma nella nudità di quel venerdì, vedendo quell'uomo sulla croce, sul patibolo, sul trono dell'infamia, un verme nel vento, un soldato esperto di morte dice: davvero costui era figlio di Dio. Ha visto qualcuno morire d'amore, ha capito che è cosa da Dio.
C'erano là molte donne che stavano ad osservare da lontano. In quello sguardo, lucente d'amore e di lacrime, in quell'aggrapparsi con gli occhi alla croce, è nata la Chiesa. E rinasce ogni giorno in chi ha verso Cristo, ancora crocifisso nei suoi fratelli, lo stesso sguardo di amore e di dolore. Che circola nelle vene del mondo come una possente energia di pasqua.
P. Ermes Ronchi
La Fontana di S.Anna – Aprile 2017
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La Pasqua: la vita vince la morte
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Padre Nicola e San Giovanni Battista Piamarta
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Dai ragazzi del catechismo per la preparazione alla prima comunione
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FAMIGLIA E' BELLO
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La visita del Cardinale Renato Raffaele Martino alla nostra parrocchia
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Tutti a tavola
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La Bazzoffia
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Carbonara con gli asparagi
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CENACOLO EUCARISTICO "SAN GIOVANNI BATTISTA PIAMARTA"
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